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Quest'anno sono tornato dopo un assenza di 10 anni nella mia vecchia squadra di cinghialai.
Dividendo la mia stagione di caccia da novembre in poi, tra caccia a singolo o in piccolo gruppo con i miei cani polivalenti il giovedì, mentre la domenica in squadra come posta.
Una discussione che sempre anima noi appassionati è questa. Il rientro dei segugi.
È vero che il satellitare è un enorme ausilio.
Ma è vero pure che oggi, soprattutto dove cacciamo noi, i canai spesso non entrano nemmeno in battuta, mollano i cani che fanno tutto da soli, visto il territorio.
Ora secondo la vostra esperienza, soprattutto al cinghiale, quanto l'addestramento può mitigare il problema dei cani che sfondano ed escono dalla battuta?
Il richiamo e il rientro come si può fare udire a un cane che magari è a 1.800 MT dal conduttore?
A voi la parola
"Ma è vero pure che oggi, soprattutto dove cacciamo noi, i canai spesso non entrano nemmeno in battuta, mollano i cani che fanno tutto da soli, visto il territorio."
Il problema vero, molto spesso, non sono i cani ma i loro conduttori. Si chiamano canai (conduttori) per modo di dire ma in realtà non è così, si limitano solo a sciogliere i cani, che molte volte sono anche di altri cacciatori, per poi piazzarsi in qualche passaggio (tratturo) per cercare di fare qualche tiro.
I canai innanzi tutto devono avere un rapporto stretto con i cani che conducono, entrare in battuta con loro, seguirli, chiaramente nel limite del possibile, indirizzarli, spronarli, richiamarli. Diversamente è normale che i cani "fanno tutto da soli" e spesso e volentieri sfondano le poste e seguono sino a che non perdono le forze. "Ora secondo la vostra esperienza, soprattutto al cinghiale, quanto l'addestramento può mitigare il problema dei cani che sfondano ed escono dalla battuta?"
La risposta è scontata: credo non ci siano dubbi che con un corretto, serio e sostenuto addestramento si può, più o meno e secondo il temperamento del cane, risolvere o almeno mitigare questo problema. Ma torniamo al discorso precedente, i cosiddetti canai spesso hanno parecchi cani e l'addestramento che fanno, sin da cuccioloni è solo portarli al recinto o altro per vederli scovare, abbaiare a fermo e poi fare seguite sinchè non sono esausti. Fine dell'addestramento! Poi nel canile. "Il richiamo e il rientro come si può fare udire a un cane che magari è a 1.800 MT dal conduttore?"
Se il cane ha fatto 1.800 metri le poste le ha superate da un bel pezzo e ormai il danno è fatto, che dobbiamo richiamare a quella distanza? Bisogna farlo prima, sempre se è disposto a stare a sentire. Se i cani sono stati correttamente addestrati non arrivano a fare 1.800 metri dal conduttore.
Così la penso io.
Saluti, Gianni
Gianni58
In parte sono d'accordo con te. In realtà l'analisi che hai fatto è corretta, purtroppo però dipende anche dal territorio.
Nel senso che le nostre battute sono fitte di macchia e rovi e spesso impenetrabili, quindi occorrono cani indipendenti che vadano e che siano autonomi, e spesso le battute sono ampio, molto ampie, i cani spesso operano a 800/1200 MT dal conduttore, essendo ancora in battuta.
Tuttavia posto che il cinghiale sfonda le poste, un conto è avere cani che ok, lo inseguono un po' e poi tornano.
Un conto è avere cani che continuano a battere e fare seguita, dimenticando totalmente il loro conduttore.
Ora tutto questo è spesso fatto passare per un deficit della/e razze...
Invece tu mi confermi che, alla base, c'è un problema di conduttore.
Anche perché, il fischio se prodotto in modo consono da strumento valido, può essere udito dal cane fino a 3km di distanza.
Il problema è che spesso anche cani che.stanno.a 300 MT, pur sentendo il padrone non tornano
E' fuor di dubbio che il territorio dove si caccia il cinghiale presenta spesso e volentieri ostacoli, rendendo difficile il lavoro dei canai. Come è vero che i cani sono portati a inseguire più che possono. Sono proprio questi i motivi per cui necessita alla base un buon addestramento e, non per ultimo, un feeling particolare tra cane e conduttore.
Il conduttore deve anche avere ottime qualità fisiche e una buona conoscenza del luogo in modo da superare in tempi brevi gli ostacoli e avvicinarsi il più possibile ai cani.
Questo ruolo è quasi una missione, ci vuole molta passione. Non è cosa da tutti.
Poi ci sono anche i postaioli che non si premurano di fermare i cani dopo che il cinghiale è passato rendendo più difficile il lavoro dei canai.
E' fuor di dubbio che il territorio dove si caccia il cinghiale presenta spesso e volentieri ostacoli, rendendo difficile il lavoro dei canai. Come è vero che i cani sono portati a inseguire più che possono. Sono proprio questi i motivi per cui necessita alla base un buon addestramento e, non per ultimo, un feeling particolare tra cane e conduttore.
Il conduttore deve anche avere ottime qualità fisiche e una buona conoscenza del luogo in modo da superare in tempi brevi gli ostacoli e avvicinarsi il più possibile ai cani.
Questo ruolo è quasi una missione, ci vuole molta passione. Non è cosa da tutti.
Poi ci sono anche i postaioli che non si premurano di fermare i cani dopo che il cinghiale è passato rendendo più difficile il lavoro dei canai.
Guarda io sono in posta. Noi abbiamo persone anche molto anziane. Oltre 80 anni. È vero che quest'anno il nostro caro Prof alla veneranda età di 86 anni ha fermato una bella scrofa, ma girare i cani non riescono.
se il cane , è intelligente, e non ti conosce, col tubo che si fa prendere...
Dove è passato il cinghiale a cui non si è riusciti a sparare o padellato passerà il cane, basta piazzarsi davanti il passaggio (che non è certamente un'autostrada) e spesso si riesce a prenderlo. Se si sta lì impalati certo ... col tubo che si fa prendere.
Originariamente inviato da truzzeddu
Guarda io sono in posta. Noi abbiamo persone anche molto anziane. Oltre 80 anni. È vero che quest'anno il nostro caro Prof alla veneranda età di 86 anni ha fermato una bella scrofa, ma girare i cani non riescono.
Sulle persone anziane sono d'accordo, ma molti che anziani non sono?
Comunque scusate ho scritto i postaioli, mi correggo, dovevo scrivere "alcuni postaioli".
Ho accennato a questo solo perchè ciò contribuisce a far seguire il/i cane/i per chilometri con perdite di tempo e rischi connessi.
Tuttavia posto che il cinghiale sfonda le poste, un conto è avere cani che ok, lo inseguono un po' e poi tornano.
Un conto è avere cani che continuano a battere e fare seguita, dimenticando totalmente il loro conduttore.
Ora tutto questo è spesso fatto passare per un deficit della/e razze...
Invece tu mi confermi che, alla base, c'è un problema di conduttore.
Anche perché, il fischio se prodotto in modo consono da strumento valido, può essere udito dal cane fino a 3km di distanza.
Il problema è che spesso anche cani che.stanno.a 300 MT, pur sentendo il padrone non tornano
Torno all'oggetto della discussione:
Premetto che nelle prove di seguita su cinghiale, tra le altre, il caniettere è considerato parte integrante della muta, deve assisterli e aiutarli nella cerca e nell'accostamento. Inoltre, in terreno libero, è previsto il rientro in un certo lasso di tempo.
Mi dirai le prove sono un'altra cosa! E sono perfettamente d'accordo.
Ma i cani e le razze sono le stesse che si usano a caccia. Quindi non è alla base un problema di razza.
Chi si dedica alle prove è necessariamente costretto a effettuare un corretto e determinato addestramento.
Ci sono cani che istintivamente superate le poste, dopo un più o meno breve lasso di tempo, rientrano da soli. Altri no.
Se chi conduce i cani a caccia dedica anch'esso tempo all'addestramento, almeno per la problematica in questione, ciò se non risolto al 100% viene sicuramente ridotto notevolmente.
Torno all'oggetto della discussione:
Premetto che nelle prove di seguita su cinghiale, tra le altre, il caniettere è considerato parte integrante della muta, deve assisterli e aiutarli nella cerca e nell'accostamento. Inoltre, in terreno libero, è previsto il rientro in un certo lasso di tempo.
Mi dirai le prove sono un'altra cosa! E sono perfettamente d'accordo.
Ma i cani e le razze sono le stesse che si usano a caccia. Quindi non è alla base un problema di razza.
Chi si dedica alle prove è necessariamente costretto a effettuare un corretto e determinato addestramento.
Ci sono cani che istintivamente superate le poste, dopo un più o meno breve lasso di tempo, rientrano da soli. Altri no.
Se chi conduce i cani a caccia dedica anch'esso tempo all'addestramento, almeno per la problematica in questione, ciò se non risolto al 100% viene sicuramente ridotto notevolmente.
Io non posso che concordare con te.
È verissimo che ambiente e territorio fanno la caccia.
Ma è vero pure che, molto spesso, questo diviene l'alibi per giustificare certe mancanze.
Io da ragazzo avevo un segugio ( incrocio tra italiano e Beagle) lei scova e seguita e rientro, sempre.
Però io ci stavo dietro, pure troppo😂
Oggi molti hanno i cani ma non hanno tempo e voia.per occuparsene, e quindi si prende quello che viene. L'uso del satellitare ha poi agevolato questi comportamenti, perché tanto so dov'è il cane e male che vada, si corre a prenderlo.
E un po' come accade con i cani da ferma, spesso vengono considerati migliori e più bravi questi cani che, hanno perso totalmente il collegamento con il conduttore, il senso del rientro.
E mi piace ciò che hai scritto, perché effettivamente non è una questione di razza, con le dovute differenze, ma è una questione di conduttori.
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