Ricordi della Breda

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  • Duca Bianco
    ⭐⭐⭐
    • Nov 2008
    • 1823
    • Italia:Finis Terrae
    • Epagneul Breton

    #1

    Ricordi della Breda

    Ho avuto il piacere e l'onore di lavorare in Breda dal 1974 al 1980 e ho conosciuto colleghi entrati a 14 anni come allievi operai nel 1942 che ho spremuto a sangue per saziare la mia sete di sapere.Erano giusto gli anni del periodo del rilancio dell'azienda nell'armiero bellico dopo decenni di assurdi tentativi di far produrre ad esperte maestranze armaiole manufatti civili a costi ovviamente elevati e quindi fuori mercato. Pensavo di dovermi occupare di fucili (venivo dalla Lames di Chiavari) invece mi hanno affidato la produzione fresca fresca del nuovo (per l'epoca) binato navale 40/70 compatto.

    Il Breda 30 era una cagata pazzesca che non riscosse mai consensi e non fu mai copiata da nessuno.
    Il Prola l'ho scoperto io per caso. Nessuno l'aveva mai sentito nominare nè visto una foto. Un giorno un anziano ingegnere, l'unico che si occupava di fucili, mi dice di scendere con lui nello scantinato degli uffici che c'era una raccolta di semiautomatici vari e rari. Infatti nell'armadio c'erano un Walther a ginocchiello, un Sjogren inerziale e tre o quattro Prola: uno cromato e inciso divinamente, un altro, o due, brunito ed uno senza legni. Me li guardo bene e la cosa finisce lì. Torno a Casa e parlando con un amico tenacissimo appassionato che aveva contatti col direttore generale Breda, gli racconto dei Prola. Dopo un pò mi chiama il direttore e mi dice cosa ca@@o vado a raccontare in giro che c'è il tizio che lo sfinisce per averne uno. Non gli
    dà niente con la scusa che non erano passati al banco prova. Dopo qualche anno , cambiato direttore,so che qualcuno è riuscito ad averlo per fare un articolo credo su Diana Armi. Il Prola è un bell'esercizio di meccanica ma non è un fucile da caccia: pesante e sgraziato, otturatore copia del browning per cui ben poco di originale e nulla se confrontato al Cosmi.

    La Breda negli anni 50 usava eccellenti acciai nazionali Cogne. Bottura non inventò un nulla in materia di martellaltrice, sono macchine in vendita.(letto su alcuni forum il contrario) Probabilmemte lui si limitò a sugerire di usare quel tipo di fabbricazione invece che la tradizionale foratrice. Fece bene perchè gli scarti si azzerano ed una canna viene a costare pochissimo in termini di costo di acciaio (non si fanno trucioli) e di manodopera (torni automatici) per cui una persona sola teneva d'occhio il tutto e ne produceva un mucchio.Le canne erano fatte con acciai di qualità per martellatura quindi lappate internamente a specchio ed esternamente, per la prima volta in Italia, fu comprata proprio nel 1975 una rettificatrice svedese Lindkoeping con un'enorme mola a profilo larga quanto la lunghezza della canna. Seguiva cromatura interna. La cosa positiva è che i controlli di qualità erano infiniti e certamente sul mercato mondiale non vi erano altre canne fatte con quella cura.. La Martellatrice era in un buchetto di repartino sporco e buio e non c'era assolutamente nulla di entusiasmante da vedere.La martellatura a caldo a mio avviso è molto più intelligente di quella a freddo che incrudisce il metallo che poi deve essere messo in forno per la distensione ed in più usura i martelli esageratamente. Può essere che chi la fa a freddo usi acciai particolari, però personalmente non abbandonerei un buon acciaio legato bonificato. Fra l'altro con quella a caldo i tempi sono velocizzati dal fatto che il singolo barrotto passa direttamente dal forno ad induzione alla martellatrice che dista un metro. MENO SI MOVIMENTANO I PEZZI E MENO COSTI SI HANNO.Erano in due gatti, saranno tutti defunti oppure sono ultrasettantenni pensionati (erano tutti più vecchi di me). Il loro capo reparto, grandissimo tecnico e uomo di valore è morto di cancro una quindicina di anni fa appena andato in pensione. Fu dato a me come capo reparto per il montaggio della binata perchè era il migliore. Era del 1926 ed era entrato allievo operaio nel 1940. Da come mi descriveva la giornata lavorativa comprensiva di ore di lezione fatte dagli ingegneri Breda oltre l'orario di lavoro e senza remunerazione per tutti, ho capito subito perchè là c'era gente arcipalluta e perchè l'industria di oggi è andata di culo.
    Mi sono spazzolato tutto il cimitero di Provaglio d'Iseo e non sono riuscito a trovare la tomba. Il 7 dicembre sono tornato a Brescia per la cena solita e il più vecchio era un mio elettricista della classe 1941.

    Anche le canne Bofors venivano fatte interamente in Breda nel modo classico: Barra di ottimo acciaio svedese bonificato, foratura con punte a cannone, alesatura, rettifica interna del foro, tornitura e finitura esterna, rigatura progressiva (una riga alla volta con ferro a tirare) lucidatura dei vuoti delle righe con testa con molette rettangolari, ispezione alla caccia di strappetti d'utensile e lucidatura eventuale dei medesimi. Freasature per l'alloggio estrattori e fermo del parafiamma. Segue sabbiatura e parkerizzazione. Nel 76 abbiamo iniziato a fare anche le canne per la Oerlikon 35mmche era la nostra concorrente.

    Parliamo un pò del cal.20. Si vede che Bottura non c'era più quando lo progettarono perchè la chiusura è demenziale. Ho conosciuto personalmente colui che si vantava di averla progettata (ma forse millantava) era, ora è defunto, una grossa testa di ca@@o che si trovò capofficina in un periodo di bassa stagione. Credo sia lo stesso che sbagliò pure le chiusure della mitragliatrice che gareggiò con la MG4259 nella gara NATO. Quando l'ho presa in mano mi è venuto da ridere: tutta fresata dal pieno ma con spessori sottilissimi per contenere il peso. La chiusura ad alette laterali, copiata da roba russa, che andavano su due spalletet nela carcassa che lì si crepava regolarmente. Comunque, il 20 non riusciva a riprendere la chiusura a blocchetto verticale del 12 per mancanza di ciccia, allora copiarono quella del Browning ad arco di cerchio (cosa che Franchi ha sempre usato) ma con la furbata di abbassare il fulcro del rampone e metterci un spina invece della laboriosa freasatura a quadrante del Browning. Il risultato è che l'arma spara ad otturatore non chiuso visto che il rampone, che labora in sottosquadro, per scendere deve far avanzare di pochino l'otturatore. Quindi inceppamenti a sfare e bossoli di cartone strappati. Il 20 costava più di collaudi in buca di sparo che di fattura. Io comunque ne volli uno per andarci a caccia, feci togliere l'anodizzazione nera della carcassa e me la feci tutta incidere da un pensionato breda per 35.000 lire del 76. Poi andai in magazzino e presi una diecina di canne e via in buca di sparo. Non ce n'era una che non si incepasse. Alla fine Il povero magazziniere (è morto anche lui) me ne diede una rimandata indietro da un cliente perchè aveva la bindella storta. Con quella non ho mai avuto un inceppamento.

    Erano gli anni in cui il fucile a lungo rinculo stava lasciando il passo al presa di gas ed all'inerziale Benelli (già comprata da Beretta) e la Breda si trovava a concorrere a fatica grazie all'alta qualità ed agli amanti della meccanica Breda. Si veniva da un ridiciolo accordo con una ditta giapponese per commrcializzare i loro fucili in Italia e già allora il Breda veniva prodotto completamente da aziendine artigianali cui avevavvamo dato tutte le macchine e le attrezzature.
    Breda se ne fregava di fare un presa gas, facevamo i miliardi con le mie 40/70 bofors navali che abbiamo messo su tutte le navi del mondo.Il problema era che il repartino canne era sottoutilizzato perchè poteva produrne un'infinità e che si poteva rinverdire il successo l'A300 (che ormai aveva impestato il mondo) montandoci una canan Breda con quick choke (che Beretta non aveva) e venderlo con due marchi: Beretta e Breda.
    il quick choke; Le canne breda erano molto sottili, ancorchè resistentissime, e non avreberro retto una filetattura robusta per cui il filetto era finissimo e procurava un mare di scarti,L'ispessimento della canna sulla filetattura del quick è stato fatto molto dopo la sua introduzione appunto perchè un punto debolissimo

    Mi ricordo di aver visto sul tavolo da disegno le bozze del castello Beretta con diverse soluzioni di "personalizzazioni" che richiamassero il look Breda. Alla fine fecero un fresaturina sul fianco.
    La Breda è vissuta sul fucile fino a metà anni 60, poi è diventato una palla al piede ma lo si è dovuto mantenere per ragioni di prestigio. Come dire che in Breda da metà anni 60 in poi si facevano solo le canne, le eventuli riparazioni e basta. Arrivavano dai subfornitori i fucili finiti già imballati nella scatola originale senza canna.

    Il sovrappoosto Sirio avrebbe potuto benissimo non esistere: copiato dal Browning, pesante, brutto e costosissimo da produrre. Naturalmenta di qualità eccelsa e di prezzo in proporzion. Nel sovrapposto uscire dallo schema Boss vuol dire fare una bruttura.
    La doppietta Gemini invece proprio non dice assolutamente nulla: è un Holland Holland identico a quelli prodotti da Bernardelli, Franchi ecc. Fucile superbo ma non nello stile Breda, che vuol dire semiautomatico.
    Grazie per la tua pazienza e disponibilità.
    Salvatore
    Anche l'uomo più miserabile è in grado di scoprire le debolezze del più degno, anche il più stupido è in grado di scoprire gli errori del più saggio.
    - Theodor Wiesengrund Adorno -
  • carpen
    ⭐⭐⭐
    • Feb 2012
    • 3161
    • Lombardia

    #2
    Grazie ho letto con grande piacere! [:-golf]

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    • mincio75
      ⭐⭐⭐
      • Mar 2009
      • 4639
      • Fiumicino(ROMA)
      • Pointer

      #3
      GRAZIE

      Inviato dal mio HTC One S
      saluti...Lorenzo[:-golf]
      Vola come una farfalla e pungi come un'ape!!!

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      • gaetano2007
        ⭐⭐⭐
        • Jan 2008
        • 1387
        • Catania

        #4
        Ho letto con piacere la storia della breda vista dall'interno dello stabilimento da un suo protagonista......

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        • zetagi
          Utente
          • Aug 2012
          • 2988
          • vercellese
          • setter inglese e labrador

          #5
          Grazie, abbiamo bisogno di sapere.
          Un saluto
          Giovanni

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          • dipaolo m
            • May 2009
            • 52
            • pievebovigliana (MC)
            • setter inglese Buck setter inglese Dick

            #6
            grazie per averci fatto partecipi di una bellissima esperienza di vita in un campo che ci affascina tutti,di nuovo grazie

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            • Alectoris graeca whitaker
              • Jun 2010
              • 178
              • Caltanissetta

              #7
              Infinite grazie!
              Semplicemente stupento!
              Se dovessi descrivere codesta storia, la descriverei con una frase colta da una poesia di Ungaretti:
              M'illumino d'immenso!

              Infinite grazie ancora!!
              Cordialmente
              Non condivido la tua idea, ma darei la vita perché tu la possa esprimere!!!! Voltaire

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              • Aubrey
                ⭐⭐
                • Jan 2011
                • 716
                • Milano

                #8
                Si grazie, ma...
                Questo alla fine mi sembra voler dire che l'unica roba Breda veramente bella sono i "suoi" cannoni Bofors 40/70.
                Secondo lui il Prola praticamente fa' schifo, il Sirio è un nulla, brutto e scopiazzato, la Gemini non è niente di che, il ventino è semplicemente uno strazio... Boh!

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                • gyusy
                  • Jan 2009
                  • 53
                  • messina
                  • setter

                  #9
                  Ho letto con interesse complimenti al protagonista,questa si che e storia.GRAZIE.

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                  • jzcia
                    ⭐⭐⭐
                    • Mar 2009
                    • 1714
                    • provincia di roma
                    • breton

                    #10
                    Originariamente inviato da Aubrey
                    Si grazie, ma...
                    Questo alla fine mi sembra voler dire che l'unica roba Breda veramente bella sono i "suoi" cannoni Bofors 40/70.
                    Secondo lui il Prola praticamente fa' schifo, il Sirio è un nulla, brutto e scopiazzato, la Gemini non è niente di che, il ventino è semplicemente uno strazio... Boh!
                    Dal racconto emerge quello che dici, ......ma anche che le canne dei fucili venivano curate in modo maniacale, era il loro fiore all'occhiello, tanto è vero che se non erano perfette venivano scartate,....e che per la loro esperienza in questo segmento, gli venivano commissionate pure da terzi.
                    .... in pratica facevano solo le canne, ....per ammortizzare i costi delle macchine che avevano, altrimenti, probabilmente avrebbero abbandonato la produzione di fucili.
                    Senza dimenticare che,....il cuore di un fucile è la canna.

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                    • pippoada
                      ⭐⭐
                      • Jan 2008
                      • 831
                      • rovato, Brescia, Lombardia.
                      • 5 cocker spaniel inglesi, 1 labrador , 2 bassotti tedeschi a pelo duro

                      #11
                      i ricordi e i commenti riportato da duca bianco possono essere entusiasmanti ,suscitare malinconia, purtroppo non è detto che siano la vera storia di breda o tutta la sua storia.... ho lavorato anch'io per breda, ho conosciuto diversi pensionati del reparto canne e le storie a me raccontate sono ben differenti... la cosa che mi lascia più basito è la citazione di bruna bottura, riconosciuto come uno dei più grandi balistici italiani e che nel racconto non entra neanche con la luce giusta.... per quel che riguarda poi i prezzi di produzione delle canne martellate a calde, non erano per niente economiche, visto i numerosi passaggi e gli ottimi gradi di finitura richiesti, io che lavoravo con il magazzino e potevo accedere ai prezzi di costo, forse lo dovrei sapere....

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                      • oberkofler
                        ⭐⭐⭐
                        • May 2009
                        • 2827
                        • Veneto

                        #12
                        Il sovrappoosto Sirio avrebbe potuto benissimo non esistere: copiato dal Browning, pesante, brutto e costosissimo da produrre. Naturalmenta di qualità eccelsa e di prezzo in proporzion. Nel sovrapposto uscire dallo schema Boss vuol dire fare una bruttura.
                        La doppietta Gemini invece proprio non dice assolutamente nulla: è un Holland Holland identico a quelli prodotti da Bernardelli, Franchi ecc. Fucile superbo ma non nello stile Breda, che vuol dire semiautomatico.


                        non so chi abbia fatto il racconto, ci trovo un sacco di inesattezze e fesserie
                        il paragrafo sopra copia incollato ne e' la prova[:-bunny][:-bunny]

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                        • MAGNUM71
                          Banned
                          • Jun 2012
                          • 2973
                          • Salento
                          • Setter e breton

                          #13
                          Originariamente inviato da pippoada
                          i ricordi e i commenti riportato da duca bianco possono essere entusiasmanti ,suscitare malinconia, purtroppo non è detto che siano la vera storia di breda o tutta la sua storia.... ho lavorato anch'io per breda, ho conosciuto diversi pensionati del reparto canne e le storie a me raccontate sono ben differenti... la cosa che mi lascia più basito è la citazione di bruna bottura, riconosciuto come uno dei più grandi balistici italiani e che nel racconto non entra neanche con la luce giusta.... per quel che riguarda poi i prezzi di produzione delle canne martellate a calde, non erano per niente economiche, visto i numerosi passaggi e gli ottimi gradi di finitura richiesti, io che lavoravo con il magazzino e potevo accedere ai prezzi di costo, forse lo dovrei sapere....
                          In quali anni hai lavorato? Forse hai lavorato con mio padre...

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                          • oliviero
                            ⭐⭐⭐
                            • Nov 2008
                            • 2809
                            • torino
                            • breton

                            #14
                            Quoto Aubrey e Pippoada...è un racconto che non dice nulla ,denigra i prodotti Breda ,contiene inesattezze e ha come sottofondo una notevole volgarità di espressione....

                            se veramente questa ha lavorato in Breda lo ha fatto male e con poca passione....era meglio facesse altro!

                            Bruno Bottura da me interpellato più volte era uno dei maggiori esperti nel campo della balistica del fucile a canna liscia al pari di un Granelli con il vantaggio a suo favore di avere sempre a disposizione per prove ed esperimenti il laboratorio balistico Breda....

                            ---------- Messaggio inserito alle 02:46 PM ---------- il messaggio prcedente inserito alle 02:39 PM ----------

                            Collaborava attivamente...ne era praticamente il direttore..a quel grande manualetto che era il NOTIZIARIO BREDA di cui posseggo gran parte delle sue copie....
                            orbene chi consce questa rivista sa con quale competenza sono prodotti gli articoli di balistica venatoria con la firma di Bottura ...la qualità di questi articoli è elevatissima....chissà se la persona che racconta li ha letti ,sempre ne avesse la capacità di cui dubito fortemente...

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                            • G.G.
                              Moderatore Armi e Polveri
                              • Jun 2006
                              • 11225
                              • BOLOGNA, Bologna, Emilia Romagna.
                              • Epagneul Breton

                              #15
                              Era prevedibile questa reazione! [:D]
                              Io credo tuttavia non si possa criticare un po' troppo alla leggera l'autore di quelle memorie, lavorante in Breda nel periodo in cui ancora era ... LA BREDA, addetto al reparto militare delle armi pesanti.
                              Non lo si può fare per un motivo molto semplice, perchè la sua verità, che probabilmente contiene se non su tutti, almeno su molti punti una fotografia della situazione, è "la verità" vista in modo molto, fin troppo, spassionato e non legato alla nostra passione e poesia; quindi ben diverso dal nostro.
                              Nel suo modo di vedere, Bottura era un addetto allo sviluppo della balistica della canna liscia, un buon tecnico della Breda, ma non un mago.
                              Le canne della Breda, a suo modo di vedere erano ottimi tubi, ma senza l'anima e la poesia che noi, con la nostra passione, vi cerchiamo e troviamo con tanta emozione.
                              Sulla critica al Sirio, quanto dice è tagliato con l'accetta, ma si guardi bene che non è del tutto assolutamente sbagliato.
                              Meccanicamente e progettualmente, un fucile sovrapposto basato su un geniale sistema Boss o Beretta con semiperni ed una ramponatura laterale o spallette trapezoidali, con bascula molto bassa, non può misurarsi sul piano pratico con un sovrapposto già arcaico concettualmente come il Breda Sirio o il B25 FN o il Merkel a ramponi inferiori, meccanica che poco rispettosamente, porta realmente all'affiorare di difettucci ed inferiorità reali, in una comparazione diretta tra questi ultimi pur ottimi fucili.
                              All'autore, forse piaceva e dava più emozione la costruzione di mitragliere binate, cannoncini, sistemi d'arma antiaereo o controcarro perfetti e funzionanti come orologi, ma che a noi non dicono assolutamente nulla sul piano emozionale ed estetico.

                              Cordialità
                              G.G.
                              Some people hear their own inner voices with great
                              clearness and they live by what they hear.
                              Such people become crazy, or they become legends.
                              </O:p

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