Racconto di una cacciata al cervo
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Parte seconda.......................
Se adesso decidesse di venire verso di me... potrei usare il coltello e non capirebbe neppure di essere morto.
Continua a scendere alternando passi veloci al controllo del territorio (inerme di fronte ad un nemico totalmente silenzioso e immobile, senza neppure avvantaggiarsi del suo olfatto) e a qualche brucata. "Sento" che, oramai, arriverà allo scoperto, è quasi alla mia altezza, sempre sul mio fianco, ora, probabilmente, poco sopra i 150 metri.
La vibrazione che provoca il suo corpo nel muoversi mi arriva ora chiarissima e costante, segno che sta proseguendo verso il basso e non devia verso di me (oggi non sarà sufficiente il coltello).
Una luce, se vogliamo chiamarla luce. Il giorno sta cercando di avere ragione della notte, di avere ragione del maltempo che avvolge tutto con le sue nere mani.......... e lui è lì, lo so con assoluta certezza, ora non è più nascosto dal bosco ed è di fianco a me.
Non so a cosa sta pensando, non so se anche lui mi sente, se ha capito che sono il suo nemico e sono lì per lui. Sono certo che sa che ci sono, non lo vedo ma so che mi guarda, è indeciso, non capisce se sono una minaccia per lui.....e intanto che pensa, bruca ancora qualcosa. E' un erbivoro, il cibo è spesso facile ma è costretto a ingoiarne quantitativi enormi, a nutrirsi per la maggior parte della sua giornata, a fare gli straordinari sempre, sabati e domeniche compresi, non c'è ferragosto che tenga. E’ la maledizione dell’essere erbivoro che non ti lascia tempo per altro. Terribile ed implacabile impegno questo, quasi quanto una rata del mutuo da pagare.
La luce, per l'orologio, dovrebbe già esserci........... ma sono circondato dal nero. Alzo per la prima volta il binocolo e tolgo gli occhiali (quei maledetti occhiali che mi accompagnano da qualche mese, da quando, il mio corpo, mi ha dato l'ennesimo avviso "i tuoi anni verdi sono alle spalle, fattene una ragione"), non c'è al mondo prodotto dell'uomo di maggior qualità di quanto stringo nelle mani (non è il momento ed il posto di un simpatico prodotto preso su una bancarella), lo porto agli occhi e guardo dove "so" che c'è lui.
I movimenti sono lenti e silenziosi ma il cuore batte oramai fortissimo, il suo rumore mi assorda, mi riempie le orecchie. Cerco di controllarlo ma è impossibile... lo sente sicuramente anche il cervo, non può non sentirlo battere così forte nel mio petto, ora sa con certezza che sono lì per lui.
Apro al massimo e, finalmente, guardo. Nero. Nero con qualcosa di grigio. Nulla di definito o definibile. Ma lui non c'è. Sorpreso riguardo e...... ora vedo un'ombra di un grigio diverso ma è qualche metro più in basso rispetto a dove la mia mente lo aveva creato dal buio. Saranno 170-180 m.... ci può stare.
E in lento movimento e continua a brucare, ora gli leggo bene nella mente, andrà avanti fino a quella macchia più scura che è sicuramente un basso cespuglio di foglie grasse e saporite, poi devierà sul fianco, oramai "vedo" due o tre passaggi aperti nel bosco alle sue spalle, dopo aver ingoiato alcune generose porzioni di foglioline, se ne andrà passando da uno di quelli.
Non ho ancora certezze che sia il "mio" cervo. Non posso abbattere qualsiasi cosa ma solo quell'animale, per sesso ed età, che mi è stato assegnato. Non contenti.......... devo pure valutare il suo stato di salute attuale e le sue prospettive future riproduttive.
Se è così facile.......... perché avere tanti Medici, fare tanti esami complicati e pagare dei ticket? Addestriamo dei selettori, li mettiamo con un binocolo a guardare i passanti sul marciapiede... e passiamo direttamente alla ricetta.
Accidenti, sarebbe pure più facile, non è neppure necessario andare in piazza a buio, mimetizzarsi per non farsi vedere.
Ritorniamo al cervo. So già che è un maschio, è un pezzo che l'ho sentito, praticamente dal suo primo movimento quando ero ancora dentro il bosco.
Ma che maschio é ?
La tensione è altissima, l'adrenalina... se mi fermano in auto in questo momento stracciano la patente per doping, gli occhi si attorcigliano agli oculari, cercano disperatamente qualcosa, si aggrappano, scavano cercando quello che... non c'è, non è ancora possibile vedere.
La stazza è imponente, regale, se mi si passa il termine, quella regalità che avevo sentito così chiara e forte e che mi aveva fatto capire subito che animale fosse.
Il collo non è così massiccio…. bene, porta la testa abbastanza alta.... benissimo, no, non così alta.... meno bene (tu che sei un comune cittadino, come ero io anni fa, in questo momento e con la mia attrezzatura ottica, non vedresti nulla di nulla … ed io devo vedere, capire e nel caso emettere un giudizio.... un giudizio di morte).
La luce è talmente poca che, già definirla luce, è una bestemmia. Ma sono lì, quella è la mia passione, quelle le mie regole.
Vediamo cosa ha in testa e......... auguri, porta la testa all'altezza del bosco dietro il prato. Qualsiasi cosa abbia, è confuso con i primi rami.
Gli occhi si avvitano sempre più, ancora un poco e usciranno dalle orbite cadendo per terra. Mi sdraio nel fango, mi serve la massima stabilità per cavare dall'ombra quelle informazioni che non ci sono.
Una stanga a sinistra, se ci fossero stati ancora dubbi (con quella stazza ?), è certamente maschio. La stanga è sottile… benissimo, molto lunga, forse troppo lunga.... quanto lunga ? Prendo la carabina e guardo l'animale dall'ottica, la luce è inferiore ma sono molto stabile. Forse (forse ? un forse non mi basta) c'è una seconda punta, forse (forse ?) sui 2-3 cm.... ma cosa ha a destra ? Oramai sono minuti che la tensione ha bloccato tutto, non sono così sicuro che sto respirando, chissà da quanto. Non lo vedo, non vedo nulla a destra, non riesco a bucare quel buio maledetto (ed il pensiero corre, velocissimo, a tutto quello che avrei potuto portarmi dietro per sciogliere quel dubbio, un dubbio che mi sta divorando dall'interno).
La magia è alla fine, ora guarda in direzione del bosco, lo sento, ha scelto il sentiero, ora sta già pensando a quell'angolino riparato, dove andrà a riposarsi e ruminare in pace. Non ho più di 10 secondi, forse neppure per me.........è un pezzo che non c'è più ossigeno in circolo nel mio sangue.
Guardo nuovamente, un poco si è aperto, ora riconosco bene il prato dal bosco, mi distraggo per una frazione da questa scoperta e lo perdo. Si può perdere un cervo intero ? SI. Disperato e irrazionale, ripercorro con l'ottica il percorso dall'inizio, alla ricerca di qualche elemento noto, di un appiglio che mi riconduca a lui. Ritorno al cespuglio, ora è chiarissimo, poi seguo i suoi passi e lui è li, lo vedo benissimo da dietro, è per metà dentro il bosco.
Ho ancora meno di un secondo........che dura una vita intera, la mia e la sua. E' un secondo insignificante per tutto il resto del mondo.... per noi è "il" secondo che decide tutto. Centinaia di pensieri riempiono quel secondo, riavvolgo e rivedo il nastro, fotogramma per fotogramma e penso............ adesso o mai più, è lui o non è lui, sparo o non sparo.
Ora è tutto chiaro. Ho capito tutto. Finalmente ho capito, non è un animale..... sono due. Meglio.... possono essere due. Può essere un subadulto giovane (un animale fra i 2 ed i 4 anni, in questo caso..........2 e mezzo). Se è un subadulto, è un animale certamente "scarso", sarebbe un ottimo prelievo. Ma può essere un fusone, un animale di 1 anno e mezzo..... e se è un fusone è un animale spettacolare, diventerà un magnifico Re.
Io posso tirare solo al fusone........ in un caso sarebbe un errore di classe, nell'altro un errore prelevarlo.
La decisione è presa.
Oggi non sparerò.
Mi alzo e lo saluto. Mi guarda un'ultima volta e scompare nel bosco.
Oggi non ho sparato.............. e non me ne importa nulla.
L’epilogo
La tensione si scarica, mi accorgo che tutti i muscoli tremano e fanno male, non ho più forza per nulla. Il cervo, il "mio" cervo, è andato via da 30 secondi.
Il mondo, tutto il mondo, si era certamente fermato a guardare, tenendo il fiato, ne ho la prova immediata. Nell'esatto momento della decisione, un buco si apre nel nero della notte........... ed illumina quanto ho intorno.
C O L O R E
è una sensazione fortissima, un'altra in questa giornata, esistono i colori, non me ne ricordavo neppure più ed è una nuova scoperta. I miei occhi possono vedere a colori................. e guardo verso di lui, mi sembra di scorgerlo ancora ma.... non credo, non c'è più, probabilmente non ci incontreremo mai più. E' finita.
E' ora di tornare alla macchina, rientro nel bosco e c'è da affrontare la salita. La natura mi ha dotato di marce lunghe, inarrestabili e velocissime in piano, velocissime….. anni fa, comunque del tutto inadatte alla pendenza.
In salita .... non ce ne, in discesa.... il ginocchio va dove vuole (“le facciamo l'operazione per sportivi, è più complicata e la farà impazzire un poco ma, così, farà tutto meglio di prima”.......un pensiero non positivo parte in direzione di chi pronunciò quelle parole).
Un sospiro e salgo. Ecco cosa era che mi ha massacrato la caviglia...... ecco il ramo che mi ha segnato la fronte (deviato dagli occhiali, per una volta..... utili).... ecco...... tre daini. Tre daini ? Mi blocco, è una reazione da tempo istintiva anche in un cittadino come me, loro non si bloccano e mi vengono incontro sul sentiero che sto salendo.
Sono due femmine e un piccolo. Il piccolo è melanico di brutto, non come mamma e zia che presentano la classica colorazione pomellata.
Oramai sono a meno di venti metri, è impossibile non mi abbiano visto.......... e infatti mi puntano decisamente e vengono verso di me.
E' la prova provata. Quelli dell'ATC sono andati a far la spia. Mai che si facciano gli affari loro. Quei daini SANNO che non posso sparargli. Ma quando mai ti può capitare a caccia ?
Comunque si avvicinano, le femmine si fermano ad una decina di metri scarsi, il piccolo no, prosegue, è curioso. E’ a un metro da me e......... mi viene naturale........ muovo la mano per fargli una carezza (ma che accidenti di cacciatore sono ?) e così, maldestramente, rompo l’incantesimo.
Il piccolo scarta e le femmine, finalmente, si accorgono che c'è qualcosa che non va. Ben prima che riesca mentalmente a contare fino a due…..... scomparsi (ma solo alla vista, i loro salti in fuga precipitosa in mezzo al bosco non sono certo silenziosi).
Arrivo in cima, il fiato è rotto, talmente rotto che ho perso tutti i pezzi. Se mi vede un fabbro alla vecchia maniera, mi assume immediatamente come mantice.
Vedo la macchina e sono sereno, stanco e sudato ma sereno. Oggi è una di quelle giornate che ricorderò.
Poi una vibrazione..... un messaggio sul telefono.... basta un'occhiata allo schermo e...... torna il buio, non vedo più colori, non so più chi sono e dove sono........
I miei fantasmi sono tornati a prendermi, anche oggi, anche a queste ore impossibili per i "cittadini comuni", non ho diritto a un giorno di tregua, non ho più diritto a nulla.........
Fine dei giochi, il giocattolo si è spezzato
E’ ora di tornare alla civiltàCommenta
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