L'attuale normativa richiama il cacciatore (utilizzatore della fauna) ad una responsabile gestione della stessa. Censimenti, controllo delle specie opportunistiche, cattura delle lepri e dei fagiani e loro immissione in territori liberi, riduzione a zero dei cinghiali laddove arrecherebbero danni tali da portare il bilancio della gestione stessa in rosso ecc ecc.
Tutto questo, se avessimo recepito appieno le norme che regolano attualmente la caccia e come si dovrebbe, tutti noi cacciatori fatte nostre, non ci sembrerebbe tanto strano o quantomeno assurdo il non disturbare la riproduzione. I selvatici specialmente, se immessi, hanno gia tantissimie difficolta di ambientamento in più, comprese quelle alimentari se di allevamento, rispetto a quelli in un ambiente naturale.
Parlare del passato non ha più un gran senso, dice infatti un proverbio: "acqua passata non macina più".
Nessuno si aspettava una crisi economica come l'attuale, però purtroppo è con questa che dobbiamo fare i conti.
Idem per la produzione di selvaggiana.
Le difficoltà ambientali i pesticidi l'inquinamento atmosferico, i veleni, i concimi chimici l'agricoltura meccanizzata i fucili a ripetizione (hanno fatto sicuramente più danni di un fucile a bacchetta), anche la mancanza di etica dei cacciatori nel non rispettare le regole, mettiamoci tutto.
Questo è lo status quo. Vogliamo RESPONSABILMENTE continuare ad andare a caccia promuovendo la fauna e lavorando perchè questa continui ad esistere ed a riprodursi spontaneamente o vogliamo finirci tutto all'insegna del tanto peggio tanto meglio?
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