Tar Brescia: carenza di motivazione revoca PDA

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    #1

    Tar Brescia: carenza di motivazione revoca PDA

    Carissimi amici,
    ieri ho letto una recentissima pronunzia del TAR Brescia il quale ha ribadito ancora una volta il problema della carenza di motivazione in tema di PDA.
    Il TAR ha statutito che nonostante l'ampia discrezionalità della P.A. "non esime l' amministrazione (Prefetto) dal rappresentare, anche solo sinteticamente, le motivazioni del proprio agire".
    Il Tar nella motivazione peraltro ha aggiunto che non è sufficiente " il richiamo alla nota informativa della Questura e alla comunicazione della notizia di reato ad essa allegata, dalla quale emerge esclusivamente un atteggiamento aggressivo dell'odierno ricorrente".
    Alla luce di ciò "il provvedimento impugnato appare carente sotto il profilo motivazionale e per tale ragione deve essere annullato"
    La prefata sentenza è importante perchè ancora una volta ci imbattiamo in una situazione analoga. Dietro a questa sentenza c'è un cacciatore che purtroppo ha dovuto sborsare quattrini di spese di giustizia e di avvocato per ricorrere al TAR il quale si è limitato ad affermare ciò che è ormai palese. Se la P.A. facesse il proprio dovere tutto ciò non sarebbe necessario.
    Perfortuna il TAR ha disposto che le spese del giudizio debbano essere poste a carico della parte resistente. Il danno ma non la beffa
    Un caro saluto a tutti!
    Ultima modifica Avvocatocb; 03-02-12, 16:20.
    Avv. Luca Cecinati

    Esiste un solo bene, la conoscenza, e un solo male, l'ignoranza.
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    #2
    Caro Avvocato, ne abbiamo già parlato nel caso di Frank61, un'altro sfortunato amico cacciatore, che spero si risolva positivamente, anche se i fatti erano diversi, e capisco pure che la tua battaglia contro la dicrezionaità della PA sia più una missione che un'attività lavorativa, però bisogna fare delle premesse anche per far capire a tutti di quello che stiamo parlando:
    I pacifici principi elaborati in materia dalla giurisprudenza, ricordano che:
    - il fondamentale principio informatore della materia è il generale divieto, nell’ordinamento vigente, di portare le armi (art. 699 Cp);
    - le eccezionali deroghe al divieto sono circondate da particolari cautele, a tutela dell’ordine pubblico e della pacifica e ordinata convivenza dei cittadini, che sono beni di primaria importanza, sicché l’autorità preposta alla cura di essi gode di amplissima discrezionalità nell’emanazione dei provvedimenti attraverso i quali si attua il controllo della possibilità che i cittadini vadano armati (cfr., fra molte altre: Tar Genova, II, n. 1720/2007; C.S., VI, n. 616/2007; Tar Catania, I, sentenze nn. 1095, 1096 e 1369 del 2008, con ulteriore ragguaglio della giurisprudenza in materia; Idem, IV, n. 534/2009);
    - il porto e la facoltà di detenere armi, munizioni ed esplosivi non corrispondono a diritti il cui affievolimento debba essere assistito da garanzie di particolare ampiezza, bensì ad un interesse reputato senz’altro cedevole a fronte del ragionevole sospetto o pericolo dell’abuso, interesse che non è dunque sufficiente a bilanciare rischi di sorta per l’incolumità pubblica;
    - la normativa della cui applicazione si discute affida alla autorità di p.s. la formulazione di un giudizio di natura prognostica, che sottende l’attribuzione di un potere di valutazione eminentemente discrezionale da esercitarsi con prevalente riguardo ad importanti interessi pubblici (incolumità dei cittadini, prevenzione del pericolo di turbamento che può derivare dall’eventuale abuso delle armi).
    Detto questo, ti voglio sottoporre DUE DINIEGHI che nulla hanno a che fare con la responsabilità diretta.
    E cioè:

    Ora, nel caso di specie risulta accertato che il vincolo di parentela riguarda i figli, per i quali sussistono gravi pregiudizi penali.
    Le argomentazioni dell’Autorità procedente contenute nella motivazione del provvedimento impugnato, laddove si ritiene che debba essere presa in considerazione soprattutto “la situazione e la condizione personale del soggetto, con riferimento anche all’ambiente sociale e familiare in cui concretamente si esplica la sua vita di relazione ove sia dimostrata la capacità o la possibilità di incidenza di detto ambiente sul modus agendi dell’interessato, al fine di valutare se esista pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica sulla base di un giudizio prognostico ex ante circa la possibilità e la capacità del soggetto di abusare delle armi”, sono da ritenere assolutamente idonee a supportare quel giudizio ampiamente discrezionale di possibile rischio di abuso del titolo, che la legge affida espressamente alla valutazione dell’Autorità di P.S. nella delicata attività di emissione delle autorizzazioni aventi ad oggetto le armi
    ............
    P.Q.M.
    Il Tribunale Amministrativo XXXX, Sezione XXX, rigetta il ricorso in epigrafe


    la situazione e la condizione personale del soggetto, con riferimento anche all’ambiente sociale e familiare in cui concretamente si esplica la sua vita di relazione ove sia dimostrata la capacità o la possibilità di incidenza di detto ambiente sul modus agendi dell’interessato, al fine di valutare se esista pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica sulla base di un giudizio prognostico ex ante circa la possibilità e la capacità del soggetto di abusare delle armi”, sono da ritenere assolutamente idonee a supportare quel giudizio ampiamente discrezionale di possibile rischio di abuso del titolo, che la legge affida espressamente alla valutazione dell’Autorità di P.S. nella delicata attività di emissione delle autorizzazioni aventi ad oggetto le armi
    .........
    P.Q.M.
    Il Tribunale Amministrativo XXXX, Sezione XX, rigetta il ricorso in epigrafe
    Tutto ciò premesso, credo che finchè la norma rimarrà tale, noi saremo qui a ragionare ancora per 100 anni!!! [:D]
    Quando la legge non può far valere i propri diritti rendete almeno legittimo che la legge non impedisca di infliggere i torti. (William Shakespeare)

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    • Avvocatocb
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      #3
      Carissimo lo so bene che ne abbiamo gia parlato ma il mio compito ed anche il mio dovere è quello di ribadire quanto sostenuto dalle ultime pronunzie della giurisprudenza. La questione che ho sottoposto è la riprova che la P.A. quando emana un provvediemento lo deve MOTIVARE!
      Tu la chiami missione io la chiamo "normalità".
      Voglio essere volutamente molto semplice nell'esposizione ed immediato senza citare norme o sentenze.
      Sulla discrezionalità nulla questio! Ma quando a "pinco pallino" devono revocare il porto d'armi posso sapere il perchè di questa revoca?
      Mi devono scrivere il perchè! La discrezionalità non equivale a mancanza di motivazione. Altrimenti è un pretesto e questo pretesto puntualmente viene cassato dalla giustizia amministrativa.
      Purtroppo, amico mio, qui non possiamo far altro che parlarne anche per 100 anni però almeno rendiamo un contributo alla chiarezza e soprattutto dal mio punto di vista rendiamo un contributo anche alla Giustizia con la "G" maiuscola!
      Un caro saluto
      Avv. Luca Cecinati

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      • deepakumara
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        #4
        Hai perfettamente ragione perché qualsiasi rimprovero senza motivazione non sarebbe capito e non darebbe modo di replicare. Quando dico che il tuo impegno e' una missione, prima che un lavoro, lo dico semplicemente per valorizzarlo e apprezzarlo.
        Detto questo, pero', voglio fare una riflessione.
        Se un tuo cliente facesse uso improprio dell'arma in virtù di un riacquisto del pda in seguito ad un tuo ricorso, quale sentimento nutriresti?
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          #5
          Originariamente inviato da deepakumara
          Hai perfettamente ragione perché qualsiasi rimprovero senza motivazione non sarebbe capito e non darebbe modo di replicare. Quando dico che il tuo impegno e' una missione, prima che un lavoro, lo dico semplicemente per valorizzarlo e apprezzarlo.
          Detto questo, pero', voglio fare una riflessione.
          Se un tuo cliente facesse uso improprio dell'arma in virtù di un riacquisto del pda in seguito ad un tuo ricorso, quale sentimento nutriresti?
          Ecco. Non mi hai fatto una domanda mi hai fatto LA domanda... E' una domanda spigolosa, molto spigolosa anzi incredibilmente spigolosa.
          In soldoni potevi chiedermi: perchè fai l'avvocato?
          Non voglio però sfuggire allla tua legittima richiesta e cercherò di risponderti.
          La difesa è un principio costituzionalmente garantito. Senza un avvocato non c'è processo. Ricordi cosa accadeva durante i processi alle brigate rosse? Loro non riconoscevano la giustizia italiana definendola "borghese". Non volevano un difensore. Quando gli mettevano un difensore d'ufficio puntualmente il malcapitato collega veniva gambizzato o addirittura ucciso. Con questo crudele "gioco" sono riusciti a bloccare il processo. In Italia anche il peggiore dei criminali ha diritto ad un avvocato ed io ritengo che ciò sia la prova che la nostra Carta Costituzionale è la migliore del mondo.
          Per mia natura non riesco a giudicare nessuno se non me stesso e quindi non invidio il giudice che ha un compito davvero arduo. Si gioca con la vita delle persone!
          Detto ciò quando difendo un cliente prima di tutto cerco di parlare con lui per capire se è colpevole o meno. Nel caso in cui la sua colpa sia palese non pensiate che l'avvocato, o almeno quelli come me, difendono l'indifendibile. Si cerca di ottenere uno sconto di pena senza chiedere assoluzioni pretestuose.
          La premessa è fondamentale per rispondere alla tua domanda.
          Un mio cliente riottiene il porto d'armi dopo un mio ricorso. Poniamo il caso che lui con l'arma uccide un uomo. Qual è il mio sentimento? Risposta: Io ho fatto semplicemente il mio lavoro. se con quell'arma lui delinque io come dovrei sentirmi? Mi dispiace per il malcapitato ma io che colpa ne ho? Gesù Cristo ci ha dato il libero arbitrio e ci ha detto cosa è giusto e cosa è sbagliato. Non siamo indovini ma siamo avvocati.
          Se ha riottenuto il porto d'armi probabilmente chi l'ha revocato ha sbagliato a farlo. Poi cosa farà dopo nella sua vita quotidiana non mi compete.
          E come se ad un medico chiedi: dottore lei ha salvato la funzionalità della mano ad un feroce assassino. Senza quella mano il criminale con avrebbe potuto più sparare. Come si sente lei dottore ad aver fatto ciò?
          Detto ciò continuerò a sostenere che far liberare un innocente è il più grande dono che un avvocato può ricevere. Equivale a salvare la vita ad un paziente moribondo.
          Scusami se mi sono dilungato ma spesso si hanno preconcetti nei confronti della mia professione per colpa di colleghi spietati. Non esistono avvocati bravi e avvocati cattivi ma esistone persone brave e persone cattive. Se poi fanno l'avvocato, il dottore, l'impiegato o altro il discorso non cambia.
          Un caro saluto[:-golf]
          Avv. Luca Cecinati

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          • deepakumara
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            #6
            Esattamente: LA domanda.
            Questo vale per tutti coloro i quali si devono misurare con la propria coscienza. Ho fatto bene?.... Se fossi stato più obiettivo, sarebbe andata diversamente?....
            Per questo avevo premesso che, il principio fondamentale, è il generale divieto di portare le armi e che le deroghe sono l'eccezione.
            La tutela dell’ordine pubblico ma soprattutto la pacifica convivenza dei cittadini, sono principi di primaria importanza ai quali, chi è preposto a tutelarli, divengono ostacoli a volte insormontabili.
            La generalità della motivazione del diniego o la carenza/assenza della stessa, da parte di chi è preposto a rilasciare la concessione, stanno quasi a voler delegare ad altri l'assunzione di certe responsabilità, anche, o soprattutto, di coscienza.
            Se quel funzionario del caso Calderini, non avesse rinnovato il porto d'armi, avrebbe evitato quella strage?
            Bah! E chi lo può dire! Ma fece bene a rinnovarlo? Io dico di no! Mi dispiace per lui, gliel'ho sempre detto personalmente, che NON doveva rinnovarglielo e sono sempre stato d'accordo con la tesi del Giud.Salvini prima e Pugliese poi, differentemente dalla Procura che ne aveva richiesto ripetutamente l'assoluzione.
            Chi si trova nella condizione di armare una persona, non si deve limitare acchè la pratica sia corredata nella documentazione, ma deve soprattutto VALUTARLO. Non basta un certificato medico per giustificare la condizione psicofisica. Sai bene come avviene il rilascio di questi certificati.
            Se all'amico cacciatore di Genova, prima dell'esecuzione del sequestro degli animali, la Questura gli avesse ritirato cautelativamente le armi, si sarebbe potuta evitare la strage?? CERTO!
            Io, per esempio, mi trovo quasi quotidianamente a dover eseguire provvedimenti del Tribunale per immissioni in possesso di immobili a causa di sfratti, pignoramenti, sequestri ecc. Il primo accertamento è sempre quello di verificare se il soggetto detiene armi!!
            Bisogna valutare ogni elemento di cui si ha notizia o cognizione, e solo dopo puoi dire: sono a posto con la coscienza.
            Se poi il diniego è conseguenza di un comportamento delittuoso, lo ritengo indinspensabile. Per me il cacciatore deve essere un galantuomo ed è rimasto l'unico titolo di cui ancora fregiarci.
            Tu, ovviamente, ti trovi in una condizione che io ritengo ancor più complessa ed allo stesso tempo più drammatica: quella di far avverare eventi che altri avrebbero evitato. La sparo grossa!!
            Ma se parti dall'assunto, appunto, che la difesa è un principio costituzionalmente garantito e che senza un avvocato non c'è processo - come se fosse un male inevitabile [gogo] - allora potremmo sostenere che l'avvocato è semplicemente il fine per raggiungere i mezzi su cui non grava certamente l'onere si salvaguardare gli interessi di tutti i cittadini, ma solo del suo cliente.
            Se dici che prima di assumere una difesa cerchi di parlare con il cliente per capire se è colpevole o meno, per cercare di ottenere uno sconto di pena senza chiedere assoluzioni pretestuose, questo ti fa onore perchè non è una cultura giuridica comune. Io devo dire che non ne ho conosciuti e di processi ne ho fatti!!! [:D]
            Però consentimi di obiettare, almeno sotto il profilo della cristianità e della distinzione dei giuramenti delle rispettive professioni, che liberare un innocente equivale a salvare la vita ad un paziente moribondo.
            Scusami anche tu se mi sono dilungato, ma era dovuto, fors'anche per far intendere bene il mio pensiero.
            Luca, la mano riattaccata dal medico è funzionale all'anatomia del corpo umano, altrimenti ci troveremmo di fronte ad un handicap grave, il fucile o la pistola..........no so!!
            Un caro saluto [:-golf]
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            • pako
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              • Nov 2009
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              • Tortona
              • kurzhaar - Pepe

              #7
              Ma scherziamo?...per quale motivo se mi fanno un pignoramento o un sequestro di un bene dovrebbe scattare un sequestro preventivo di armi??...per prevenire un possibile reato?..ma è follia!
              Io non sono un giurista, ma se mi hanno valutato idoneo fisicamente e psichicamente a detenere armi....sono idoneo, se me le sequestri devi darmi una valida e fondata motivazione, cosa si fà il processo(il procedimento) alle presunte(da chi?) intenzioni?
              Ultima modifica pako; 09-02-12, 11:58.
              ... Che cos'è il Genio? È fantasia, intuizione, colpo d'occhio e velocità di esecuzione.."amici miei atto II"

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