Cordiali saluti.
Lepre e ripopolamenti
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Perchè no, fissi o mobili che siano l'importante è che siano recinti. Anzi, come mi hai fatto notare sono anche superiori quelli mobili ed elettrificati perchè oltre a scoraggiare i predatori, come hai ben' detto se rimossi e spostati di quel poco si evita il diffondersi di patologie dannose per la specie. Ottima osservazione Mario, si vede che in allevamento hai molta esperienza...!
Cordiali saluti. -
Confermo che i ripopolamenti in pianura hanno una resa superiore quasi del 50% in pianura rispetto alla collinaGli studi che negli anni ho avuto modo di apprezzare sull'argomento presentano a volte teorie tra di loro differenti. Anche gli esperimenti pratici che stanno dietro alle varie considerazioni conducono spesso a risultati contrastanti, o almeno che appaiono tali, perchè tante sono le variabili in gioco. La lepre è un selvatico che tende a subire notevolmente gli stress a cui si sottopone, ed uno di questi è quello legato allo spostamento da un territorio ad un altro, non parliamo poi dei viaggi lunghi a cui talvolta è sottoposta. Selvatici importanti ai fini riproduttivi sono a mio avviso quelli provenienti dalle catture e ancor di più quelli che sopravvivono sul territorio dalla precedente stagione venatoria. Ecco il motivo per cui un nuovo interessante modello di gestione è proprio quello della caccia su piano di abbattimento dettato da censimenti e quindi piani di prelievo programmati. Considera inoltre che più di uno studioso ritiene che per reimmettere il selvatico dove quindi a stagione chiusa la lepre è assente o quasi totalmente assente, andrebbero liberate per avere ottime rese, dalle 5 alle 6 coppie di lepri ogni 100 ettari, a patto piuttosto di lasciare areali scoperti. Insomma meglio 100 ettari con dodici lepri, piuttosto che 200 con 6 lepri a testa. Per quanto riguarda le lepri di pianura e di montagna, io direi che le lepri di pianura se sono lepri di qualità possono adattarsi magari con rese inferiori anche in montagna. In pianura del resto si hanno generalmente i migliori risultati in termini di produzione, per cui spesso la lepre si produce al piano e si caccia con soddisfazione in collina e montagna. Verifico se ho qualche ricerca a supporto.Commenta
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Vero, ma secondo me c'è una resa superiore viste le colture di mais che danno una protezione maggiore dai nocivi, specialmente sulle ultime nidiate dell'anno in fatti in queste zone si arriva a fine caccia con parecchi esemplari intorno ai 2kg scarsi che in apertura dovevano ancora nascere.Commenta
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Volevo chiedere ad Astore75 cosa intende per lepre italica, poiché questo nome è affidato alla specie "lepus corsicanus" presente ancora nel centro sud d'italia ed in sicilia, ma questa specie non si ibrida con la lepre comune (lepus europaeus). Molto probabilmente lui intende lepri comuni di origine italiana.Commenta
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Cerco di spiegare in poche righe come si dovrebbe gestire la lepre secondo il mio parere, formatosi dopo letture ed esperienze. A parte la raccolta di dati sull'ambiente e sulla presenza dell'animale (più ce ne sono e meglio è), si dovrebbe partire considerando i bisogni dell'animale target (questo vale per ogni specie da gestire).
Per la lepre possiamo individuare tre bisogni principali:
- nutrimento (acqua e cibo)
- riposo
- riproduzione
Ogni bisogno prevede delle caratteristiche ambientali particolari, ad esempio durante la nutrizione, che avviene principalmente di notte, la lepre preferisce zone ad ampia visuale e con erba fresca e ricca di carboidrati digeribili (es. tutte le graminacee); i problemi in questo frangente sono due: nutrirsi quanto meglio possibile e difendersi dai predatori. Vista l'ora, i predatori sono quasi esclusivamente terrestri.
Per il riposo, invece, preferisce zone tranquille, coperte, poco ventose e riparate dalle intemperie. Quindi si dovrebbero creare zone che riparino da pioggia e vento e permettano una facile fuga senza essere viste; in Inghilterra usano molto i cavoli da foraggio per questa funzione (proprio venerdì dalla nonna della mia ragazza ho notato delle piante di verza che diventano alte 70-80 cm di una varietà locale, che potrebbero essere molto utili a questo scopo).
L'ambiente per la riproduzione deve avere caratteristiche sovrapponibili all'ambiente per il riposo, ma in più bisogna stare molto attenti ad evitare di favorire i predatori, che in questo caso sono soprattutto alati, per esempio eliminando eventuali posatoi-vedetta per falchi e corvidi (alberi e arbusti) e mantenendo erba alta e secca (utile nella formazione del covo, impedisce ai corvidi di posarsi a terra, funziona da isolante se le temperature dovessero scendere).
Oggi credo che chi ha lavorato meglio sugli aspetti della gestione della selvaggina siano gli inglesi del Game and Wildlife Conservation Trust, di cui vi consiglio caldamente di visitare il sito, se masticate un po' d'inglese.
We are a leading UK charity conducting conservation science to enhance the British countryside for public benefit
Ciao e buona notte a tutti!Commenta
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e dire che sono ripetitivo fino alla nausea nel nostro paese ci sono allevamenti di lepri italiche le corsicanus ecco un incredibile allevamento www.dei-boceti.com
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Scusa Astore ti faccio tre domande:
- dove trovi scritto lupus corsicanus? (io trovo scritto in uno dei due siti solo lepus italica, che non è proprio la stessa cosa)
- ammettendo che siano lepri appartenenti alla SPECIE italica, chi lo ha certificato?
- ammettendo ancora quanto sopra, da chi si sono riforniti per i riproduttori, visto e considerato che la specie non è considerata tra quelle allevabili?Commenta
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Scusa per "lupus" ma è stao un errore di digitazione, intendevo "lepus".
La detenzione di selvaggina a fini allevativi è regolata a livello regionale, e quindi posso essere d'accordo con te che se la legge mi dice che si possono allevare lepri (in generale), l'italica rientra tra queste, anche se molte regioni specificano la possibilità di allevare solo lepre comune (es. legge umbria n. 43/95).
Rimangono irrisolti gli altri due dubbi, e principalmente da chi l'azienda ha preso i riproduttori?Commenta
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non sono mica l'investigatore Sherlok Holmes ma presumo che siano di cattura o acquistati in altri allevamenti.
comunque se io fossi sicuro della purezza di queste lepri non mi porrei il problema di dove hanno preso i riproduttori,piuttosto non esiterei ad acquistarle!Commenta
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Quello che in realtà volevo dire è che la probabilità che quelle siano lepri italiche è infima se non nulla: si tratta solo di operazione di marketing.
Sarebbe comunque bello poter allevare la lepre italica, anche se per farlo ci vorrebbe il parere dell'ISPRA... e ho detto tutto. Loro ci hanno provato un paio di anni fa con delle italiche catturate a capalbio (grosseto - c'ero anch'io alle catture) ma non sono riusciti a tirar fuori nessuna figliata, a quanto ne sappia.
Ciao e buonanotte!Commenta
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caro Costa immaginavo quello che volevi dire comunque quello che hai detto sulle cattura è molto interessante,sicuramente le avranno liberate in recinto,ma mi sembra alquanto strano che non hanno prolificato,forse le avranno alloggiate in gabbia,ma gli adulti di cattura non si riproducono in gabbia.
io ti posso assicurare che allevando in gabbia i leprotti presi in natura una volta adulti non avranno problema ad accoppiarsi e prolificare.Commenta
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Salve, immagino che qualcuno possa storcere il naso riguardo a ciò, ma quanti cacciano la lepre con i cani da ferma, al posto di usare segugi e/o cani...
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