Ovviamente siamo alla solita farsa, manco le specie aliene (alloctone) non riusciamo ad eradicare.
A proposito, ricordo che i Daini anche da sterilizzati danneggiano lo stesso le culture.
''Daini del Delta del Po, il bando per abbatterli e vendere la carne va deserto: nessuno vuole ucciderli
L’ente di gestione del Parco del Delta del Po aveva pubblicato la gara per eliminare 1500 daini accusati di danneggiare la pineta e altre specie vegetali: gli animalisti si sono mobilitati contestando la decisione. Adesso l’ipotesi delle sterilizzazioni
Almeno per il momento i 1500 daini che vivono nelle pinete di Classe e di Volano nel Ferrarese e nel Ravennate sono salvi. L’ente di gestione del Parco del Delta del Po aveva pubblicato un bando – scaduto il 15 settembre - per individuare ditte e aziende specializzate nella cattura e nella delocalizzazione degli ungulati con l’obiettivo di spostarli in allevamenti per la carne che però è andato deserto. «Ora la vicenda torna alle istituzioni, in particolare Regione: ci dicano come dobbiamo procedere ora», fanno sapere dall’Ente Parco. Il Prefetto Castrese De Rosa convocherà a breve con tutti i soggetti competenti a deliberare in materia in particolare i comitati degli agricoltori e la Regione. «La soluzione non arriverà certo per iniziativa del Prefetto» ribadisce lo stesso De Rosa. La situazione di emergenza, al di là della decisione presa dal parco, era stata segnalata agli enti (Regione ed ente di gestione) proprio dalla Prefettura dopo le lamentele degli agricoltori delle zone circostanti alle pinete. A loro detta i daini pascolando nei campi soggetti a semina, danneggiavano l’economia agricola locale. Dal Comune, al momento, nessuno vuole commentare la vicenda.
La Regione è intervenuta con le sterilizzazioni
Sulla vicenda gli animalisti sono decisi a dare battaglia, basta ricordare che la Lav la lega antivivisezione che ha minacciato di ricorrere alle vie legali. Per quel che riguarda i daini la Regione ha già deciso di spostare o sterilizzare gli esemplari che vivono nelle aree di sua competenza (non quelli delle pinete di Classe e Volano) per evitare che si riproducano. Una sponda per parte - almeno – del mondo ambientalista che ha chiesto a gran voce all’ente del parco del Po di seguire il modus operandi intrapreso dalla Regione.
Il Parco del Delta del Po: «Daini non autoctoni, danneggiano la pineta»
Per il presidente dell’ente di gestione del parco del Po Massimiliano Costa «i daini sono una specie – ha sottolineato più volta – invasiva che non è autoctona. Sono in Italia da secoli ma sono arrivati dalla zona dell’antica Mesopotamia. In Italia formano grossi branchi che alterano gli ecosistemi naturali. La pineta rischia di essere seriamente danneggiata con il loro continuo brucare e alcune specie vegetali – come il pungitopo – stanno già sparendo. I lupi, che stanno tornando, sono un nostro alleato per contenerli ma sono arrivati troppo tardi. Non bastano per fermare i daini». Dal bando pubblicato dall’ente emergeva che sono 1500 i daini da mandare agli allevamenti per la carne. Il valore economico dell’operazione emerge a chiare lettere, anzi a chiari numeri (ed è il discriminante che ha fatto infuriare gli ambientalisti).
La carne di daino e il bando per abbattere gli animali
«Il valore della carne di daino, in Italia, varia tra quattro euro al chilo per i maschi e poco più di quattro euro al chilo per le femmine e i giovani. Il peso medio utile degli esemplari, tolte la pelle, la testa e la parte bassa delle zampe, è di circa 25 chili per i maschi e 20 chili per le femmine e i giovani dell’anno, il valore complessivo dei capi presenti, quindi, è di poco superiore ai 100mila euro. Non sarà possibile catturare più di 300 esemplari all’anno nei tre anni di concessione, per complessivi 900 capi ed un valore, quindi, di circa 83mila euro, ossia quasi 28mila euro all’anno euro. Infatti, altra precisazione, i daini saranno «delocalizzati» in tre anni e non di certo nel giro di pochi giorni.''
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