Ciao Daniele, eccomi qua, come vedi non scappo.
Tu mi hai risposto dicendo che: “Quella manifestazione era contro chi vuole imporre la famiglia tradizionale per legge e vietare, per legge, ogni altra forma di riconoscimento legale di affettività e sessualità”.
E’ vero che in quell’articolo c’è scritto che il presidente del Comitato Internazioonale per la Famiglia si batte contro le unioni fra persone dello stesso sesso, ma tutto questo che c’entra con la realtà italiana
In Italia non c’è nessun disegno di legge che vorrebbe imporre la famiglia tradizionale, dov’è il testo di questo provvedimento e chi è il relatore?
Stiamo parlando di aria fritta.
Al momento non c’è nessun rischio per le unioni gay, quindi qualunque manifestazione era assolutamente immotivata.
Forse ti sbagli con chi in Italia HA IMPOSTO PER LEGGE le unioni gay equiparando la loro unione ad un vero e proprio matrimonio dando l’opportunità ai gay di adottare i bambini e di fatto spianando la strada a quel processo degenartivo della dignità umana che è l’utero in affitto e le successive teorie gender.
Ecco questo si che è stato imposto per legge.
Il signor Brown e il popolo delle famiglie tradizionali hanno tutto il diritto di esporre le loro idee e organizzare un congresso dove parlare dei temi a loro cari senza che altri gli impediscano di farlo.
I diritti non sono beneficio esclusivo per i gay.
La libertà di parola e di opinione non è stata ancora abrogata in questo paese.
Nessun esponente del popolo delle famiglie va a rompere le scatole ai gay pride sebbene lo spettacolo penoso di tali manifestazioni meriterebbe più di una riflessione sulla decenza di tali eventi.
La razza umana, come la quasi totalità dela razza animale è fondata su due individui differenti per sesso e caratteristiche che ricoprono ruoli ben definiti dalla natura in maniera tale che l’unione delle caratteristiche dei due sessi permetta la riproduzione e l’allevamento dei figli e dunque la continuazione della specie.
Inutile dilungarsi sui luoghi comuni per cui maschi e femmine sono uguali.
Se fossero uguali e interscambiali non ci sarebbe bisogno di maschi e femmine, la natura non si sarebbe indaffarata a creare due individui diversi sarebbe bastato un individuo con un solo sesso.
Gli stessi gay dichiarano di riconoscersi nelle caratteristiche dell’altro sesso ed evidentemente non solo sessualmente.
Dunque se l’uomo e la donna sono diversi è perché devono avere ruoli diversi e dunque diverse caratteristiche fisiche e caratteriali tali da renderli “capaci” per il ruolo che gli compete.
E qui non serve indagare se il maschio cova le uova o è il maschio dominante di un harem di femmine, se la femmina è capobranco o se si mangia il maschio mentre si accoppia, quello che conta è che i “confini” dei singoli sessi siano ben definiti e rispettati, e che tutti si muovano secondo le regole della propria specie, perché solo così la natura farà regolarmente il suo corso.
La storia dell’umanità si è basata sempre sull’uomo che lavora e la donna che si occupa del focolare domestico, l’uomo è fatto per la guerra, la donna per il riposo del guerriero sosteneva Nietsche.
Fino a quando la rivoluzione del 68 non ha rotto gli schemi invertendo i ruoli e consegnandoci nel tempo maschi con capelli lunghi e sempre più deboli e femmine con capelli corti e grinta militaresca il sogno di ogni ragazza era quello di sposarsi e formare una famiglia., la mia generazione appartiene ancora a quel tempo.
I frutti dela rottura degli schemi sono evidenti, le persone che non si riconoscono più nel loro ruolo sono sempre più frustrate e depresse, gente che si prende e si lascia come fra un ballo e l’altro, disperata perché non riesce a trovare un senso alla sua vita.
La realizzazione di un uomo e di una donna passa per la costruzione di una famiglia e l’allevamento dei figli perché per quello sono stati programmati.
La famiglia tradizionale checché se ne dica è il collante che tiene unite un maschio e una femmina esseri complementari ma diversi.
L’amore per i figli ha permesso ai coniugi di ingoiare tanti bocconi amari, ma di rimanere uniti e dare compimento alla loro vita. Vita che non è facile per nessuno.
Non avere più un ruolo naturale proprio perché tutto è lecito e possibile, la falsa libertà per la quale non si è piu disposti a costruire qualcosa che valga ll’impegno di una vita chiude le persone nel proprio egoismo, nella propria frustrazione, nella propria solitudine. Guardate i giovani non parlano più, chattano.
Quando si esce dagli schemi che la natura ci ha assegnato le conseguenze sono imprevedibili.
La coscienza del proprio ruolo di maschio e di femmina non rende succubi l’uno all’altro.
Con buona pace delle femmministe entrambi i sessi eccellono nelle loro competenze, e solo la piena consapevolezza di quale è il proprio ruolo nella società e nella storia può dare un senso all’esistenza.
Anche i gay hanno diritto a trovare il loro posto nella vita e a dare compimento alla loro natura.
Ma i gay sono un’anomalia nella natura, tali restano e tali devono essere considerati.
Il problema non è che esistono, i gay, vanno rispettati, tollerati ed accolti ma la loro diversità non deve diventare una moda o un esempio da seguire.
Occorre sempre tenere in mente che la natura ci ha fatti maaschi e femmine perché quello è il nostro naturale destino.
L’eccezione deve servire per confermare la regola non per stravolgerla.
Mia moglie che insegna catechismo mi dice che un allievo le racconta che un suo compagno di classe si dice gay per stare al centro dell’attenzione, non lo è nella natura, ma oggi è “molto fico” esserlo... e chissà che nel tempo, essendo fico, tradendo la sua reale natura non lo diventi davvero. A quella età è facile cadere nei condizionamenti.
Ai tempi dei miei 13 anni per sentirci importanti fumavamo le sigarette adesso i giovani si dichiariamo gay: non cè che dire, un duro colpo alla teoria evoluzionista di Darwin.
Mai come in questo periodo c’è un fiorire di gay da tutte le parti, fra i cantanti, gli attori, le persone di spettacolo, i politici. Ciò che non è naturale sta diventando lo standard. Uscire dalgli schemi del “naturalmente corretto” oltrepassando il confine, allo slogan che tutto è lecito e possibile a qualunque costo perché io lo voglio crea dei mostri. La tragedia di Bibbiano è figlia di questo pensiero e alcuni degli attori principali sono appunto gay.
Coloro che sostengono la famiglia tradizionale ribadiscono appunto la bellezza del rapporto uomo donna e l’importanza di camminare neli binari che la natura ha da sempre traccato per la nostra specie. Il rapporto maschio femmina non può e non deve essere superato da nessuna altra forma di pensiero, perché è nel rapporto umo donna che c’è per i credenti, l’obbdienza alla Parola di Dio, per tutti il germe della vita e la capacità di crescerla.
La battaglia che viene svolta da Brown e da tutti i tradizionalisti non è contro l’unione gay a cui nessuno importa un fico secco ma contro il capolavoro della Cirinnà che ha regalato ai gay lo status di famiglia a tutti gli effetti consentendogli di adottare i figli.
Qualora non fosse ancora chiaro è l’adozione dei figli il problema, non cosa fanno i gay sotto le lenzuola.
Cosa avviene sotto le lenzuola lo lasciamo al giudizio morale degli scandalizzati per le cene di Arcore.
A tal proposito concludo con un pensiero che ho già scritto ma che evidentemente è passato inosservato.
Il primo diritto di un essere umano è quello di crescere in un ambiente che favorisca la sua naturale crescita in un ambiente dove il maschio e la femmina sono naturalmente presenti.
Un bambino che cresce con due maschi si troverà a scegliere fra due identità sessualmente identiche e questo già crea una spaccatura: quale è il suo modello di riferimento quello più "ancheggiante" o quello più "macho". Quale è il maschio?
Con quale coerenza due maschi potranno spiegare ad un bambino che la sua vita naturale deve essere vissuta con una femmina?
Un bambino che ha sempre visto baciarsi due maschi senza conoscere il valore di una donna quale modello comportamentale pensate avrà da grande?
Poi scoprirà che le famiglie non sono costituite da 2 maschi ma da un maschio e una femmina. E qui si creerá sicuramente un altro problema relazionale. Questo problema sarà vissuto tanto peggio durante il periodo adolescenziale quando un bambino non è né carne né pesce e i punti di riferimento certi sono importantissimi per definire il suo futuro..
Scusate ma ci sono tante famiglie naturali che lo adotterebbero. Che male ha fatto questa creatura?
Il naturale diritto a voler bene ad un bambino non può trasformarsi nell'egoistuco desiderio di "volere" un bambino a tutti i costi.
Le scelte comportano dei limiti, soprattutto quando entra in gioco la vita di qualcun altro.
Amare un figlio è prima di tutto volere il suo bene.
Il suo bene inizia nel crescere seguendo la natura della sua specie e questo è possibile solo all'interno di una famiglia secondo natura.
Spero che ora si abbastanza chiaro.
Un saluto
Maurizio

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