L'uso dello STRICK

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  • Lucio Marzano
    Lo zio
    • Mar 2005
    • 30090
    • chiasso svizzera
    • bracco italiano

    #31
    si perdono di vista i trottatori con inclinazione naturale e si preferiscono nella riproduzione i cani nevrili costretti al trotto dopo una vita di braga
    é esattamente quello che penso anche io, i cani che "bragati" danno i risultati migliori sono semplicemente quelli con le caratteristiche atletiche piu' sviluppate

    Poi che il trotto sia considerato solo un'andatura da cani stanchi è quanto meno un banale luogo comune, i lupi la usano per coprire centinaia di km fin dal primo metro, i cani da slitta da lunghe distanze percorrono fino a 1.500 km in 10 giorni sempre al trotto esclusi i primi metri delle ripartenze.
    infatti sostengo che il trotto é un'andatura che permette di resistere a lungo, ma certo non viene sviluppata quando si voglia raggiungere il massimo della velocità (per esempio per sfuggire ad un predatore o per raggiungere una preda) e nemmeno quando il cane vuole sfogare la sua esuberanza. Quindi il trotto "naturale" non puo' messere ne "frenetico" né "spinto" . In natura cavalli, lupi o antilopi, usano il trotto come andatura intermedia o di resistenza, ma se devono forzare o spingere, rompono e vanno al galoppo.
    I cavalli da trotto sono addestrati a trottare e selezionati per questa andatura, portano lo stick, per non andare avanti con la testa e passare al galoppo, ma nonostante decenni di selezione quando li si forza rompono anche loro e si mettono a galoppare.
    Ne consegue che il trotto é un'andatura naturale, ma solo a velocità relativamente ridotta, se si va oltre non lo é piu'.
    lucio

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    • Valerio
      ⭐⭐⭐
      • Apr 2005
      • 4181
      • Torre del Lago Puccini, Toscana
      • Bracco Italiano

      #32
      Al di là di tante considerazioni che vanno anche un pò fuori dal tema, credo che Mithril e Lucio abbiano centrato il punto, sia per quanto riguarda la valenza stilistica e funzionale di certi trotti odierni, sia per la loro assai dubbia trasmissibilità. Certo il problema non è la natura coercitiva della braga o dello strick, non prendiamoci il giro, il problema è che oggi troppi bracchi non trottano quasi mai, punto e basta, e molto spesso coprono tanto. Da qui deriva il fatto che troppi scambiano quei trotti, anzi quegli ipertrotti se mi passate il termine, per il trotto allungato di cui parla lo standard del bracco. Il quale standar ha per me, parere molto personale, una grossa lacuna sui tempi di galoppo concessi (troppo pochi e troppo rari) e una grossa magagna sulle "diagonali quasi sempre rettilinee di un centinaio di metri di lunghezza e anche più", quasi mai sarebbe meglio dire, e che senso ha specificare una lunghezza? Vuol dire forse che se un cane va troppo oltre i 100 metri è da penalizzare?
      Valerio

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      • pelo

        #33
        scusatemi se mi intrometto, non sono uno che fa gare o altro ma che va solo a caccia. ho avuto due femmine di BI e nessuno delle due trottava non appena liberata per la giornata di caccia. il trotto veniva dopo un paio d'ore di intensa ricerca ossia quando la cagna era un po' stanca ma quando ritrovava il selvatico (lepre) ricominciava a correre.

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        • Lucio Marzano
          Lo zio
          • Mar 2005
          • 30090
          • chiasso svizzera
          • bracco italiano

          #34
          scusatemi se mi intrometto, non sono uno che fa gare o altro ma che va solo a caccia. ho avuto due femmine di BI e nessuno delle due trottava non appena liberata per la giornata di caccia. il trotto veniva dopo un paio d'ore di intensa ricerca ossia quando la cagna era un po' stanca ma quando ritrovava il selvatico (lepre) ricominciava a correre.
          qualcuno ti dirà che non sono "bracchi" io invece ti dico che sono bracchi ed hanno
          anche capacità atletiche notevoli.
          Dimmi da dove vengono, non temere è un complimento per l'allevatore il tuo commento
          ma se non vuoi ulteriori apprezzamenti dimmelo in privato
          ciao
          lucio

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          • giuseppe

            #35
            Secondo la mia modestissima esperienza i bracchi di oggi ricostruiti e modernizzati trottano o in emanazione o negli accertamenti,il loro modo di andare hanno fasi di galoppo e di trotto,quest'ultima fase bellissima da assaporare e godere quando stacca dal galoppo per passare al trotto testa nel vento,quindi corredando il loro modo di cercare con un andatura di galopppo +rapida del trotto e +efficace nelle salite impervie e nei vasti pianori,ma dimostrando la loro indole bracca sia negli accertamenti,sia nelle ferme e queste 2 fasi di andatura dovrebbero essere quelle prese d'esempio nelle prove,lodo lucio quando con sincerita' ammette della falsita' dei trotti espressi dai cani nelle prove,"ridicoli robot"e' innaturale chiedere ad un soggetto appena sciolto di trattenere la sua esuberanza ed e' compito del giudice esperto capire quanta marca bracca ci sia nei vari soggetti,un piccolissimo esempio ho 2 bracche,di cui una grandissima stilista, cagna che allarga 2-300 metri,ma che in emanazione e' uno spettacolo,oppure negli accertamenti nel vento,bracca bracca,l'altra cagna,+tirata,fisico da bracca tedesca,grandissima passione,poco trotto,cagna non molto dolce sia nello sguardo(occhi un pochino chiari) e molto litigiosa con gli altri cani,secondo me con poca mentalita' bracca,ma la speranza e' che un soggetto animata da passione smodata se riesce ad incanalarsi si potra' avere un super soggetto,quanto bracco non lo so,ma e' un'esperienza che sto provando,orbene per ipotesi,se presentassi i 2 soggetti in prove e fosse concesso una deroga sul modo di andare,quale delle due cagne sarebbe premiata?la prima con andatura + calma ma di marca bracca.oppure la seconda impressionante per andatura e movimento?questo e altre piccole cose come mobilita' del collo,portamento,solidita' di ferma e coda senza movimenti dovrebbero essere le cose importanti da premiare,il trotto impersonifica l'animo del bracco,ma se e' solo trotto si tratta sicuramente di un soggetto molle,senza passione,la braga,il collare sono solo indici di mezzi da usare su soggetti di grandissima nevrilita',ma di quale qualita'.

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            • pelo

              #36
              grazie Lucio per quanto hai scritto.
              la mia cagna viene da Cascina Croce e sono l'orgoglioso proprietario di 5 cuccioli stupendi che Viola ha fatto. Sono sicuro che saranno ottimi cani.

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              • Lucio Marzano
                Lo zio
                • Mar 2005
                • 30090
                • chiasso svizzera
                • bracco italiano

                #37
                rispondendo ai quesiti di Giuseppe :
                in prova fatalmente una cagna sarebbe penalizzata dall'andatura di trotto "lento" e l'altra da un andatura senza tempi di trotto, questo giudizio sarebbe severo in prova classica, meno se a selvaggina. Ma certo una passerebbe per "pelandrona" e l'altra per essere poco "bracca"

                Come debba andare un bracco sul terreno lo hanno imposto gli addestratori professionisti presentando cani che vanno a determinate andature (rigorosamente ottenute con mezzi coercitivi) (i miei compresi naturalmente) e i maggiori esperti della razza CI SI SONO ADEGUATI certificando con le parole dei commenti e con i giudizi espressi , che quelli sono I VERI BRACCHI. Conseguenza : tutti a comprare braghe e ad addestrare in quel modo, poi vengono a prenderci (ed a prendersi ) in giro raccontandoci le favole di bracchi che "naturalmente" si mettono sul terreno a quel modo, il bello è che c'é qualcuno che ci crede !!!!
                Ormai il gioco è quello, le regole sono quelle e se volete andare oltre il MB bisogna adeguarsi, altrimenti dimenticate le prove.

                Il risultato è stato quello di ottenere indubbiamente soggetti atleticamente validi, cio' che è molto positivo, mentre è negativo andare a raccontare "balle" ai braccofili e cioé che le andature che vedono alle prove siano "naturali" con la conseguenza che molti vedondo il loro cane galoppare, pensano di essere stati turlupinati e di non avere un vero bracco.

                Se avete dei bracchi che galoppano, lasciateli fare, anzi guardate che sia un galoppo da bracco, si perchè anche dal galoppo si vede se un cane è bracco, e attendete che sfogato il primo ardore, faccia degli accertamente, guardate la presa di punto, la risalita di emanazione, i trotti da "frullino" o da "trotter normanno" (chiaramente molto meglio il secondo) glieli farete fare con comodo quando avrete deciso di sottoporre il cane al giudizio degli "esperti"
                lucio

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                • Mithril
                  ⭐⭐⭐
                  • Jan 2007
                  • 1297
                  • Valstagna, Vicenza, Veneto.
                  • Bracco Italiano & Setter Gordon

                  #38
                  Originariamente inviato da Lucio Marzano
                  rispondendo ai quesiti di Giuseppe :
                  in prova fatalmente una cagna sarebbe penalizzata dall'andatura di trotto "lento" e l'altra da un andatura senza tempi di trotto, questo giudizio sarebbe severo in prova classica, meno se a selvaggina. Ma certo una passerebbe per "pelandrona" e l'altra per essere poco "bracca"

                  Come debba andare un bracco sul terreno lo hanno imposto gli addestratori professionisti presentando cani che vanno a determinate andature (rigorosamente ottenute con mezzi coercitivi) (i miei compresi naturalmente) e i maggiori esperti della razza CI SI SONO ADEGUATI certificando con le parole dei commenti e con i giudizi espressi , che quelli sono I VERI BRACCHI. Conseguenza : tutti a comprare braghe e ad addestrare in quel modo, poi vengono a prenderci (ed a prendersi ) in giro raccontandoci le favole di bracchi che "naturalmente" si mettono sul terreno a quel modo, il bello è che c'é qualcuno che ci crede !!!!
                  Ormai il gioco è quello, le regole sono quelle e se volete andare oltre il MB bisogna adeguarsi, altrimenti dimenticate le prove.

                  Il risultato è stato quello di ottenere indubbiamente soggetti atleticamente validi, cio' che è molto positivo, mentre è negativo andare a raccontare "balle" ai braccofili e cioé che le andature che vedono alle prove siano "naturali" con la conseguenza che molti vedondo il loro cane galoppare, pensano di essere stati turlupinati e di non avere un vero bracco.

                  Se avete dei bracchi che galoppano, lasciateli fare, anzi guardate che sia un galoppo da bracco, si perchè anche dal galoppo si vede se un cane è bracco, e attendete che sfogato il primo ardore, faccia degli accertamente, guardate la presa di punto, la risalita di emanazione, i trotti da "frullino" o da "trotter normanno" glieli farete fare
                  con comodo quando avrete deciso di sottoporre il cane al giudizio degli "esperti"

                  Sono perfettamente d'accoro e apprezzo la coraggiosa franchezza.

                  Ivan

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                  • ursusarctos

                    #39
                    Non posso che essere daccordo con zio Lucio,e questo mi porta a riflettere sul fatto che spesso siamo noi a guardare le cose con ottica distorta.
                    Ragionando per assurdo ed eliminando in partenza qualunque ipotesi di malafede da parte di giudici e addestratori,ipotizzando che tutto si svolga in una idilliaca correttezza;prendiamo due cani,fratelli di cucciolata omogenea e naturalmente dotati di tutte le qualità del bravo cane da caccia(inteliggenza,senso del selvatico,ottima ferma,collegamento...),uno viene costantemente allenato(pomeriggi interi passati in campagna,competente uso della braga,alimentazione perfettamente equilibrata...)l'altro no(vive in box,esce un quarto d'ora al giorno a caccia chiusa,mangia come capita...).Decidiamo di iscrivere entrambi ad una prova,chi figurerà meglio?Secondo me,meritatamente,il primo ma non perchè sia migliore,ma perchè è stato in grado di presentarsi al meglio.
                    Non si và ad un appuntamento galante in tuta da lavoro,così come non si và alle olimpiadi senza allenarsi.
                    Il miglior valutatore del cane è il proprietario,se si rende conto che il suo cane ha delle oggettive qualità e vuole dimostrarlo in una prova secondo me non puo pensare di affrontarla senza una specifica preparazione,altrimenti non può poi lamentarsi di eventuali giudizi"falsati".
                    Van Basten è stato il campione che tutti ricordiamo,indubbiamente dotato di un incredibile talento naturale,ma non credo che senza un costante allenamento sarebbe arrivato a fare i prodigi che ha fatto,a quel punto se un genitore avesse visto il figlio giocare a calcio e avesse detto tu non sei van Basten,sei un brocco,il problema sarebbe stato V.B.o il genitore?(scusate la digressione calcistica)

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                    • Lucio Marzano
                      Lo zio
                      • Mar 2005
                      • 30090
                      • chiasso svizzera
                      • bracco italiano

                      #40
                      la preparazione, l'allenamento, l'addestramento sono cose molto importanti, anche un cane da caccia che non veda mai selvaggina non potrà diventare bravo come un altro con possibilità simili ma costantemente alllenato su selvaggina buona.
                      Ma la finalità della cinofilia dovrebbe essere quella di evidenziare al massimo le qualità naturali dei soggetti, non quella di metterli sul terreno e di giudicarli in base a prestazioni ottenute in modo forzoso.
                      Un cane dai grandi mezzi atletici , con l'uso intensivo della braga svilupperà un trotto molto dinamico, ma non trasmetterà altro che le sue capacità atletiche, non certo il trotto dinamico che non fa parte del suo DNA.
                      La domanda che ci poniamo è , vale la pena di continuare a mettere sul terreno e premiare come prototipi di razza dei soggetti che hanno sviluppato la loro andatura con braga o stick o collare ? Facciamo ancora cinofilia ??
                      Io sono un fautore della selezione basata su cani che si mettono in luce nelle prove, perché
                      se i proprietari non sono autolesionisti, vi indirizzeranno i loro migliori soggetti, ma gli indirizzi ed i giudizi dovrebbero, sempre a mio modestissimo parere, tenere conto della realtà e non invece far finta che certe cose, che SONO NOTE A TUTTI, non esistano o che siano naturali quando TUTTI SANNO come si conseguono.
                      Già per i dilettanti è difficile avvicinìnarsi al mondo agonistico, a causa principalmente della
                      richiesta immobilità al frullo, ma se poi devono anche passare delle ore con il cane imbragato per fargli assumere un'andatura piu' o meno "inventata" e molto "mitizzata" (parlo del famoso trotto "frenetico" o "spinto") ,allora alle prove andranno solo pochi professionisti e si rischia di perdere tutto il bacino venatorio (se già non lo abbiamo perso)
                      lucio

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                      • giuseppe

                        #41
                        Daccordissimo con lucio per la sua disanima,ma il punto e' un'altro,cosa volete propagandare (dresser e frequentatori di prove)ad i cacciatori un prototipo di cane che solo l'esperto e continuo lavoro di un professionista potra' preparare e condurre oppure un cane al naturale con naturali qualita' di razza che sono ben lontani dai soggetti visti in prove?poi ,diciamolo molto esplicitamente,un bracco non trotta solo,ma galoppa per la maggior parte del tempo e solo in determinate situazioni trotta,non si tratta di quando e' stanco o se e' appena sciolto,ma si tratta di un movimento naturale inframmezzato trotto-galoppo,galoppo-trotto molto + utile per il terreno coperto e piacevole del solo trotto,il retaggio del bracco trottatore degli anni 20-30 dove la selvaggina era abbondante ed i cani erano indolenti e poco focosi e' un immagine sfocata che ha danneggiato tanto,troppo l'immagine di questo stupendo fermatore.Sarebbe ora che anche in prova ci siano delle aggiustatine,che rispecchino di + il cane in mano ai tanti,ma con particolare attenzione e quindi scelta dei soggetti alle varie qualita' importanti della razza,portamento di testa(naturale),potenza olfattiva(nell'immaginario di chi prende un bracco testa alta=potenza di naso=ferma lunga)solidita' di ferma,troppi sono i cani che si muovono in ferma,girano la testa,significato poca concentrazione sul selvatico,code in movimento(il cane che ferma e muove la coda o e' insicuro o e' a vuoto,peggio se c'e' il selvatico il movimento fa parte di un'eccitazione del soggetto=non concentrato)cani con passione e movimento anche se non esprimono tanto trotto,ma che siano bracchi.Il fatto che lucio mi dica che i dresser hanno imposto sul terreno come debba andare un bracco non mi trova daccordo,le prove durano un pochino d'estate e sono solo una parvenza lontanissima della caccia,che mi si voglia tramite le prove mettere in risalto i soggetti meritevoli sono daccordissimo ma dovrebbero emergere in un contesto + simile alla caccia(quindi al naturale;alla buona),con soggetti qualitativamente al top,ma + simili ad i cani dei cacciatori.Negli inglesi cosa succede,velocita',soggetti rimpiccioliti,consanguinita' spinta,cosa ne viene fuori?cani pazzoidi,smodata frenesia di correre senza senso ne uso di olfatto,collegamento a chi sa quando,oppure dei lanosi pecoroni senza arte ne parte che trescano naso a terra,fermano anche, e i padroni sono contenti,pochi sono gli eletti,ma tutto ne deriva dalle prove,dai dresser e dal modo di selezionare e quindi mettere in allevamento,non vorrei che anche coi bracchi si arrivasse a questo punto,nel bene e nel male gli allevatori-i dresser-e i frequentatori di prove sono loro a determinare i valori di una razza,speriamo bene.

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                        • Lucio Marzano
                          Lo zio
                          • Mar 2005
                          • 30090
                          • chiasso svizzera
                          • bracco italiano

                          #42
                          le prove durano un pochino d'estate e sono solo una parvenza lontanissima della caccia,che mi si voglia tramite le prove mettere in risalto i soggetti meritevoli sono daccordissimo ma dovrebbero emergere in un contesto + simile alla caccia(quindi al naturale;alla buona),con soggetti qualitativamente al top,ma + simili ad i cani dei cacciatori
                          no Giuseppe, non è così, le prove che durano "un pochino d'estate" sono le classiche a quaglie,che sono un tipo di prova e non certo di quelle piu' qualificanti, tant'è che non sono equiparate a quelle in zone definite DOC, ci sono per contro moltissime prove svolte in zone DOC, con selvaggina validissima dove il cane deve dimostrare le sue doti venatorie. Parlo delle prove in Trebbia, sul Nure, di Quelle a Coltano, Poggibonsi per non parlare di quelle a starne in Polonia, Croazia ecc.
                          In queste prove al di là del risultato, si vede anche dal giudizio se un soggetto è all'altezza della nota, se cioé è un cane di riferimento, ecco che pero' il "metro" non puo' essere quello delle andature "coatte"
                          Poi le esagerazioni ci sono dappertutto, anche nella caccia, ho molti amici che alle 10 cambiano i cani per vederli sempre pimpanti, e non sono garisti ,sarà la moda, ma è così.
                          lucio

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                          • casamassima
                            ⭐⭐⭐
                            • Apr 2005
                            • 4134
                            • Mottola, Taranto, Puglia.
                            • Bracco Italiano .

                            #43
                            L'ANDATURA IN GARA DEL BRACCO ITALIANO
                            Lo standard di lavoro del bracco italiano ammette che il trotto possa essere rotto da galoppo in quattro circostanze: 1) Nei ritorni. 2) Su terreno già ispezionato. 3) All'inizio dei turno in gara. 4) In caso di estranee eccitazioni.
                            A queste quattro circostanze possiamo aggiungerne una quinta: permettere tempi di galoppo al soggetto giovane. L'anno scorso in una gara classica su quaglie liberate giudicava il noto braccofilo Paolo Ciceri e come assistente aveva un principiante allevatore di bracchi italiani. Presentai un cane giovane di tipo leggero che mi parti’ al galoppo: un galoppo più veloce del «galoppone» detto anche «galoppo a travalco» proprio dei bracchi di grande mole. L'assistente del Giudice disse a Ciceri: «Quello è un pointer, non è un bracco». E Paolo Ciceri, con la sua abituale calma, gli rispose: «Vedremo! ». Di lì a poco il mio cane, sentita l'emanazione di una quaglia che era frullata nel turno precedente, si mise al trotto, testa alta, passo energico ed ispezionò zigzagando il terreno, bramoso di una più forte emanazione. A questo punto Paolo Ciceri disse al suo assistente: «E ancora pointer questo cane? ». E, così dicendo, gli fece un lungo discorso che non potei afferrare, ìntento com'ero nel condurre il mio novizio. Un bracco leggero è difficile che possa trottare in un turno di gara perché a caccia questi soggetti si mettono al trotto dopo un'ora, od anche più, di cerca. Purtuttavia se è bracco il cane si palesa ugualmente, perché quando sente una emanazione qualsiasi si mette al trotto, per ripartire poi al galoppo una volta sciolto l'enigma di questa emanazione occasionale percepita. In questi minuti od attimi di trotto vedi se il tuo cane è bracco; vedi come lancia gli arti, vedi come porta la testa, come interroga l'aria e lì lo giudichi nell'andatura: quell'andatura di trotto che sosterrà a caccia dopo essersi sgranchito gli arti col galoppo iniziale. In quest'ultimo dopoguerra l'allevamento dei bracco italiano è stato diretto sul bracco leggero, ed oggi la grande massa dei nostri bracchi sono soggetti leggeri: raro è diventato il «grande bracco» ottocentesco. <o></o>
                            Un bracco leggero per farlo trottare dall’inizio alla fine del breve turno di gara, devi castigarlo.<o></o>Sono infatti rarissimi i bracchi leggeri che hanno una continuità di trotto come il bracco di grande taglia, ed è ovvio che bisogna allevare servendosi di questi soggetti, oggi piuttosto rari, come ho già detto. Questi bracchetti tutto trotto sono pertanto i veri stilisti e sappiano che il vero stilista non nasce tutti i giorni! In qualsiasi razza lo stilista è difficile da trovare. Quando in gara vedete un bracco italiano che non si impegna a fondo, cerca svogliatamente o tiene la coda fra le natiche, state certi che la colpa è dell’andatura: la correzione drastica che ha dovuto subire il soggetto quando va al galoppo. Il concorrente viene in questi casi eliminato dal Giudice oppure dal conduttore “per indisposizione”.<o></o>Piuttosto che un mio cane non si impegni in gara, preferisco sia eliminato per eccesso nei galoppo. Il pubblico che osserva i turni di gara è composto da spettatori che sono in maggioranza cacciatori. Se vedranno i miei cani galoppare ma anche fermare dei selvatici diranno: “ Questi bracchi galoppano ma sono, per lo meno, cani che sanno andare a caccia”. Se invece i miei bracchi italiani non dovessero impegnarsi nella cerca cosa direbbe il pubblico?
                            Il “bracco leggero” è più propenso all’andatura di galoppo nei confronti del “grande bracco” perché, pesando meno, fa meno fatica di quello di grande mole nel buttare in alto il suo corpo anche se uguale, da trottatore, è la loro costruzione scheletrica.. Perciò è più facile che “rompa” il piccolo bracco che non il grande bracco. Sui campi di gara i giudici dovrebbero tenere conto anche di queste cose.
                            Che il regolamento dica che il bracco è un trottatore siamo tutti d’accordo, e vogliamo anche che tale rimanga in avvenire; ma pretendere che un bracco leggero parta ed arrivi a compimento del breve turno di gara senza fare un po’ di galoppo è eccessivo. Infatti nella stragrande maggioranza dei casi i bracchi leggeri in gara, se non sono trattenuti dall’addestratore, galoppano volentieri. Per far trottare il bracco diversi addestratori adoperano dei “finimenti di costrizione”. Io non li ho mai usati perché reputo che troppo sacrifichino l’allievo. Mi sono trovato invece bene nel far correre il cane a guinzaglio con la bicicletta. Spingendo io forte sui pedali, aumento la velocità in modo da costringere il cane al galoppo, che è una andatura più veloce del trotto. Passato il bracco dal trotto al galoppo, freno bruscamente la bici, do all’allievo uno strappone al collo tramite il guinzaglio, ed emetto contemporaneamente un fischio, un fischio particolare, diverso dagli altri suoni ai quali è aduso l’allievo. Il cane capisce col tempo che l’emissione di questo suono particolare significa “andare al trotto”. Se il soggetto coll’emissione del fischio passa al trotto spontaneamente evita la tirata di collo. In seguito slego il cane in campagna e quando galoppo emetto il suono particolare. Se l’allievo non passa la trotto immediatamente lo fermo nell'azione, lo metto a guinzaglio e ripeto l'esercizio coll'aiuto della bicicletta. Con la pazienza e con la frequenza d'esercizio, senza purtuttavia stancare il giovane bracco, si riesce a fargli capire il significato del suono particolare e dal galoppo il cane passa al trotto senza eccessiva fatica. Col grande bracco allevato fino all'immediato dopoguerra non vi era bisogno dell'addestramento all'andatura di trotto, perché il trotto era la sua spontanea e naturale dinamica. A parer mio è giusto che, per vari motivi, il bracco nostrano venga ridotto di taglia. Non mi si dica però che gli attuali bracchi leggeri reclamizzati e selezionati dall'odierno allevamento siano superiori, venatoriamente parlando, ai grandi bracchi dei tempo passato. E’ da tener presente che la mole del bracco non ha alcuna importanza sul suo rendimento in caccia. Se con la perdita del «grande bracco» abbiamo avuto dei vantaggi, abbiamo purtuttavia perso il godimento che ci dava con la sua austerità d'incedere: rachide rigido, collo quasi perpendicolare, testa al vento. Tantissimi bracchi leggeri trottano infatti muovendo la spina dorsale e non sanno tenere la testa bene eretta come nel bracco dì forte mole.
                            Il movimento di questi cani sarà più elegante, ma manca della compostezza e maestosità propria del grande bracco. il pointerman Filippo Rautiis alla finale del Campionato italiano di caccia pratica nel 1955, vedendo lavorare il mio Camp. Bobi, che ebbe il premio per il miglior stilista fra Continentali italiani ed esteri, mi disse col suo accento meridionale: «Dottore, se potessi avere dei bracchi italiani come Bobi, lascerei l'allevamento del pointer per dedicarmi a quello dei bracco». Camp. Bobi era un «grande bracco».
                            Il bracco leggero è più dinamico del braccone nel senso che muove gli arti con maggiore rapidità. Non pensate con questo che il bracchetto sia più veloce del grande bracco! Il grande bracco, appunto perché «grande», esegue un passo molto più lungo del piccolo bracco e se quest'ultimo è più ritmico, l'altro ha un passo più ampio. Ho visto più di una volta il grande bracco essere più veloce del bracco leggero. Per confrontare la velocità dei due soggetti bisogna vederli in caccia assieme: occorre il confronto. Vedendoli lavorare isolatamente il bracco di piccola mole dà l'impressione di essere più veloce del grande bracco, quando invece è il contrario. Il bracco italiano deve pertanto essere giudicato da braccofili, mentre la maggioranza dei Giudici abilitati per i Continentali italiani non conosce bene questi nostri cani e ne consegue che il suo giudizio dà spesso adito a dei malcontenti. Cerchi l'Enci di far vagliare ad ogni cinotecnico le razze canine che predilige, sia in prove sul terreno, sia nei quadrati delle esposizioni, perché solo questi Giudici specialisti sapranno valutare con competenza le razze predilette dando lustro alle manifestazioni e soddisfazioni sia all'espositore che al conduttore.
                            <o></o>
                            (dr.Edmondo Amaldi Dalla rivista «Diana» n. 3 del 1971)
                            Antonio Casamassima

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                            • ursusarctos

                              #44
                              Grazie ad Antonio per questo interessantissimo testo.
                              Per Zio Lucio e Giuseppe:credo che siamo tutti daccordo sul fatto che le prove non debbano essere delle esasperazioni,perchè altrimenti non fanno bene ne alla razza ne ai cacciatori che si sentono troppo lontani da questo mondo.Giustissimo avere sempre come UNICO punto di riferimento le qualità naturali del cane,ma attenzione a non far scadere tutto questo in un clima di sciatteria.
                              Dico questo perchè purtroppo,troppe volte ho visto scene,nelle garette da quagliodromo,tali da indurre a girare sui tacchi e andare via.Scene in cui l'unico pensiero"ossessivo"era rivolto al fatto che il cane alzasse in qualunque modo il"selvatico"anche a marcia indietro se necessario.Se così è,mi veniva da pensare prendiamo tutti dei meticci dal canile li sguinzagliamo e spariamo a quel che capita.
                              "In medio stat virtus"dicevano gli antichi,e mi sa che avevano,hanno ed avranno sempre ragione.

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                              • Alberto
                                Bracco da attacco
                                • Jul 2007
                                • 4908
                                • Arquata Scrivia, Alessandria, Piemonte.
                                • Bracco Italiano B/A: Polcevera's Arno (Bakko) Bracco Italiano R/M: Polcevera's Piper

                                #45
                                Grazie Antonio....per un neofita come me, lo scritto che hai inserito è di grande aiuto!!!!!![:-golf]
                                Alberto Merlo

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