il prelievo di selezione è un esercizio balistico o un percorso gestionale?
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il prelievo di selezione è un esercizio balistico o un percorso gestionale?
In questa stanza per lungo tempo si è discusso in via prevalente - e spesso inappropriata - di calibri, cariche ed ogive e davvero poco di gestione faunistica: perchè?Tag: Nessuno👍 3 -
Per lo stesso motivo per il quale , saltando gli aspetti fondamentali (oggettivi) di dove attingere e cioè la conoscenza dell' anatomia dell' animale in relazione alla sua posizione ( senza menzionare la capacità che è soggettiva) si è dato risalto al tipo di palla come chiave magica per effettuare un abbattimento e ci si è soffermati solo sulla distanza.
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Seguo con interesse, anche perché ultimamente se ne sentono davvero di tutti i colori in merito alla gestione faunistica.. Sembra di vivere in un cartone della Disney a momenti!
Se noi cacciatori dedicassimo più attenzioni, tempo e risorse a questi aspetti (così come alla cultura venatoria ed alla formazione in generale), magari col tempo cambierebbe anche la visione che ha la massa di noi, e del nostro ruolo (a volte fondamentale ed imprescindibile) nell'ecosistema.👍 2Commenta
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Secondo me dipende molto dalla zona di caccia. Io per lo più sono in pianura, zona non vocata, con agricoltori che spingono per l’’eradicazione più che alla gestione.
Il piazzamento del colpo non mi crea particolari problemi, ho spazi aperti e nessun pericolo di perdere animali nelle spine. In più ho una bassotta che sulla traccia di sangue lavora bene. Se non mi fido non sparo, consapevole che in due/tre uscite avrò un’altra opportunità
Uso calibri secondo alcuni inadeguati e forieri di sventure solo a nominarli… Adoro la famiglia 6,5 …
Capisco però che in certi contesti ci si spinga a sovradimensionare
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Forse perché ci sono, in buona parte , più sparatori che …cacciatori , perché anche si è (in generale) molto egoisti e narcisi.
perchè non si conosce o non si vuole accettare la differenza del territorio vario dell’Italia e le differenze culturali reciproche.
perché la gestione comporterebbe qualche sacrificio in più, mentre ben venga il bioregolatore il selecontrollo (orrenda parola dal significato nullo) dello spara spara che son troppi .
Perché fare una buona gestione è utopia quando gli interlocutori , le organizzazioni regionali deputate a ciò , rispondono più a interessi di politica che a giuste logiche di gestione in un’ottica di territorio molto varia , ogni regione che va per conto suo secondo il vento e il governatore &C. del momento , forse anche perché abbiamo dimenticato cosa sia il buon senso.
alla fine anche chi avrebbe interesse e voglia di fare e discutere di gestione , considerato la disastrosa situazione e una certa prevalenza sul territorio appunto di sparatori, si stanca non ha più voglia .
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Forse perché ci sono, in buona parte , più sparatori che …cacciatori , perché anche si è (in generale) molto egoisti e narcisi.
perchè non si conosce o non si vuole accettare la differenza del territorio vario dell’Italia e le differenze culturali reciproche.
perché la gestione comporterebbe qualche sacrificio in più, mentre ben venga il bioregolatore il selecontrollo (orrenda parola dal significato nullo) dello spara spara che son troppi .
Perché fare una buona gestione è utopia quando gli interlocutori , le organizzazioni regionali deputate a ciò , rispondono più a interessi di politica che a giuste logiche di gestione in un’ottica di territorio molto varia , ogni regione che va per conto suo secondo il vento e il governatore &C. del momento , forse anche perché abbiamo dimenticato cosa sia il buon senso.
alla fine anche chi avrebbe interesse e voglia di fare e discutere di gestione , considerato la disastrosa situazione e una certa prevalenza sul territorio appunto di sparatori, si stanca non ha più voglia .Commenta
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Io direi che la priorità nelle valutazioni che un cacciatore che effettua il prelievo con metodi selettivi debba essere in sintesi :
1 conoscenza dell' anatomia dell' animale
2 individuazione del punto in cui attingere.
Questa scelta va fatta in base alla
posizione dell' animale e del cacciatore , quindi il terreno influisce oggettivamente su questi aspetti.
3 individuato il punto si deve effettuare una valutazione soggettiva delle proprie capacità sia di tiro che di assumere una posizione stabile ed una distanza appropriata e inserire tra le scelte la rinuncia al colpo
4 la scelta del calibro e relativo munizionamento ed ottica sono conseguenti e noti i primi 3 punti sarà più facile non impazzire.
Data la mia nota inesperienza probabilmente mi sono dimenticata o ho omesso qualcosa .
Sto parlando comunque di tutto ciò che dovrebbe avvenire prima di mettere il dito sul grilletto.
IL tutto ovviamente dando per scontato che la priorità dell' interesse del cacciatore che caccia in questa modalità non sia la ciccia né l' ego.
Ps. Ho omesso una cosa che ritengo ovvia. La corretta taratura e verifica della carabinaUltima modifica Livia1968; 23-05-24, 09:13.Commenta
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Se vogliamo parlare di gestione sono in prima linea. Ho preso lo spunto con la considerazione che , anche in presenza di sparatore, di colui che pone attenzione eccessiva all'aspetto balistico, molte volte tralascia anche le condizioni necessarie e preliminari ad un tiro corretto. Nel senso che basta inquadrare nell'ottica e via per il quale la necessità pare sia quella di provare il caricamento.....👍 1
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per me è molto più interessante e stimolante parlare di gestione che di armi e munizioni.Commenta
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Entrambi
Attraverso l esercizio balistico attuo il piano di gestione.
Che si parli molto di più di armi è vero ma, credo, sia dovuto al fatto che il cacciatore nella programmazione gestionale viene coinvolto solo in quei 2/3 giorni di censimenti .... se partecipa ....
Se ci fossero dei corsi parteciperei volentieri ma ormai si parla sempre di più di eradicazione di qua.... eradicazione di là!!
Solo la parola mi sta sulle balle👍 2Commenta
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La parte tecnico balistica è stata sempre molto nutrita ed apprezzata da cacciatori di selezione, in realtà spesso appassionati più alle armi/munizioni/tiro che alla gestione.
Per un decennio si sono lette castronerie indicibili e la gara era a chi aveva sparato di più.
Vero pure che la parte tecnica faunistica, che è ben più difficile, non è comunque affrontabile da tutti.
Vero che molte unità gestionali locali, magari non a livello apicale, ma intermedio, lasciano fuori gente più preparata di loro stessi, per non sfigurare.
Come non bastasse, dobbiamo riconoscere che in passato da commissioni discutibili, sono state abilitate anche troppe persone, che non avevano la preparazione adeguata a questa mansione importante che avrebbero avuto ed a rivestire il ruolo di figura attivamente impegnata nella gestione faunistica.
Oggi per questo, si rileva spesso una evidente impreparazione tecnico scientifica di troppi selecontrollori abilitati.
Abilitato dal 1994, io stesso censisco dallo stesso anno tutte le specie animali presenti nella zona in cui risiedo e vedo chi abbiamo a farlo.
Nei censimenti, fase apparentemente facile per tutti, abbiamo metà censitori che non sono in grado dal punto di osservazione, di cercare e trovare gli animali presenti nel loro orizzonte, spesso incerti anche nel riconoscimento per classe di età, poi come non bastasse non di rado (oggi va molto meglio che 30 anni fa) sono privi di mezzi ottici adeguati.
Cordialità
G.G.Some people hear their own inner voices with great
clearness and they live by what they hear.
Such people become crazy, or they become legends.
</O:p👍 2Commenta
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penso che questo discorso andrebbe esteso a tutte le forme di caccia, con particolare riferimento alla piccola fauna stanziale, oggi sempre più in difficoltà nella maggior parte dei contesti italiani.
avere un prelievo sostenibile dovrebbe essere alla base di qualsiasi forma di caccia, non solo per gli ungulati.
anche per quanto riguarda la caccia alla migratoria ci sarebbero interessanti risvolti gestionali, derivanti principalmente dalla raccolta dati.👍 3Commenta
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Mi sembra che in Italia i criteri per la caccia di selezione oscillino fra la permissività e la pignoleria. Qualcuno mi sa spiegare perché in alcune regioni le femmine gravide di ungulati sono cacciabili in febbraio e tutelate in maggio? Mi sembra di capire che in certe parti dello stivale le mire notturne (intensificatori o camere termiche) siano criminalizzate, e altrove consentite. Si parla di eradicazione del cinghiale (scusa darkmax) ma non c'è una politica univoca in proposito: la regione A permette mire notturne caccia due ore dopo il tramonto, e la regione B criminalizza che impiega i diabolici strumenti.
Le associazioni venatorie, oltre a distribuire stipendi a dirigenti e impiegati e a concedere qualche maglietta, fanno la caccia alla tessera, ricorrendo alle assicurazioni come richiami ma non si curano della formazione, neanche nelle province autonome.
Ormai, con il calo del numero di cacciatori, la scelta della forma di caccia è superflua, quindi sarebbe opportuno istruire gli aspiranti cacciatori a tutti i tipi di caccia e poi esaminarli con obiettività. Per vedere i risultati ci vorrà molto tempo, perché si dovrà attendere la scomparsa di chi è diventato cacciatore grazie alla permissività dei vecchi esami (e certi vecchietti hanno avuto il PdA solo perché l'hanno chiesto).Commenta
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La gestione non è però solo "tecnica faunistica"
E' vivere il territorio e l'ecosistema:
- monitoraggio con fototrappole/saline
- censimenti
- controllo sfalci
- verifica danni
- controllo numerico specie plastiche (volpi, corvidi, etc...)
e simili attività
Queste operazioni possono essere svolte dalla totalità dei cacciatori MA.......il concetto di Hege und Jagd qua non ha attecchito....
...Im heil'gen Land Tirol...👍 5Commenta
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Devo essere onesto, spesso ci fosse più sinergia e coinvolgimento di tutti i cacciatori alla pratica della gestione sarebbe meglio per tutti, si potrebbero trovare sistemi per far partrcipare anche altri cacciatori a segnalazioni di selvatici, io faccio i censimenti coi cani da ferma e incontro diversi ungulati, potrei annotare anche gli avvistamenti, che se messi in cartografia sono comunque dati in più.
E' chiaro che i metodi tradizionali sono irrinunciabili, ma si potrebbero integrare.
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