L'efficacia e l'utilità del tiro alla spalla, "high shoulder shot"
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Chi se fa' pecora, la lupa arabbiata se lo magna!Commenta
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È la prima volta che sento usare questa definizione. È un tiro che ho usato spesso quando avevo necessità di far crollare sul posto l’animale. Non si colpiscono le ossa ma solo la leggera cartilagine. L’unico inconveniente è che specialmente quando si spara un animale verso l’alto si rovina il filetto, o più precisamente il controfiletto [:-cry]E' da tanto che sparo alla punta della spalla, e qui vorrei chiarire una cosa. Lo sparo non e' nella spalla, ma alla punta della spalla, nella cartilagine ed osso sottile della scapola, dietro la quale c'e' la colonna vertebrale. Se c'e' perdita di carne non e' piu' ingente di quella causata al costato e a volte anche altrove se la pallottola sparata nel blatt e' troppo veloce e troppo fragile. A me la carne della spalla piace molto. Fornisce un ottimo spezzatino, tenero e saporito. Figurati se vorrei scempiarla, cosa che probabilmente avverrebbe se invece della scapola si colpisse l'osso centrale alla spalla. Io uso un .338 WM e carico una Nosler Partition da 250 grani a 2700 piedi al secondo, una palla costruita per grossi orsi Kodiak, alci e wapiti.
Io comunque andavo diritto in cima alla spalla, non verso il collo. Mi ero abituato così, andavo in automatico. Se riprendo a cacciare proverò a spostare il tiro un po’ verso il collo, mi sa che effettivamente si rovina meno carne.
Una 250 gr. a 2700 piedi! Una gran botta! In Alabama di orsi inca….ati non ne dovresti trovare Scommetterei una cena che con “soli” 64 grs. di IMR4350 la palla passerebbe comunque il cervo da parte a parte. Il problema è che se perdo la scommessa il cervo nel fosso o nei rovi lo devi andare a recuperare tu. [fiuu]Commenta
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Hai ragione, in Alabama gli orsi, sebbene ci siano, ma non dove sono io, sono come Calimero, piccoli e neri, e non credo che ci siano stati troppi attacchi su esseri umani, perlomeno da quando sono qui io. In altre regioni invece statisticamente piu' gente e' stata aggredita e anche uccisa dai neri che dai grizzlies. Questo e' perche' gli orsi neri spesso vivono vicinissimi alle abitazioni umane, e ci sono piu' incontri fra orsi ed umani, alcuni dei quali possono finire a schifio per gli umani, o per gli orsi se gli umani hanno un'arma. Ad ogni modo, la ragione della mia arma e delle mie munizioni e' che dopo aver perfezionato le cariche per il mio fucile quando ero in Alaska, e perche' il mio Ruger M77 lo sparo bene, mi "viene" naturale ed e' preciso con quelle cariche. Con soli 64 grani di IMR 4350 (la polvere che uso) forse la cena la vinceresti. Ma da noi si dice, sgrammaticamente, if it ain't broke don't fix it (se non e' rotto non aggiustarlo), percio' rimarro' con i miei 68,5 grani di polvere. Bossolo completamente pieno (favorisce la precisione), e cervi giu' come se gli avessero strappato il mondo da sotto gli zoccoli. Naturalmente con il piazzamento della palla nella cartilagine della scapola. E' un bersaglio abbastanza piu' esiguo di quello del blatt (che e'raccomandato a tiratori meno abili[:D]) E se si centra non c'e' perdita di carne. Ne ho perduta di piu' col tiro dietro la spalla, che cerco di evitare. Come ho gia' scritto, il muscolo che copre il costato e le strisce di muscolo intercostale forniscono un ottimo macinato, e non ci voglio "marmellata rossa."È la prima volta che sento usare questa definizione. È un tiro che ho usato spesso quando avevo necessità di far crollare sul posto l’animale. Non si colpiscono le ossa ma solo la leggera cartilagine. L’unico inconveniente è che specialmente quando si spara un animale verso l’alto si rovina il filetto, o più precisamente il controfiletto [:-cry]
Io comunque andavo diritto in cima alla spalla, non verso il collo. Mi ero abituato così, andavo in automatico. Se riprendo a cacciare proverò a spostare il tiro un po’ verso il collo, mi sa che effettivamente si rovina meno carne.
Una 250 gr. a 2700 piedi! Una gran botta! In Alabama di orsi inca….ati non ne dovresti trovare Scommetterei una cena che con “soli” 64 grs. di IMR4350 la palla passerebbe comunque il cervo da parte a parte. Il problema è che se perdo la scommessa il cervo nel fosso o nei rovi lo devi andare a recuperare tu. [fiuu]Chi se fa' pecora, la lupa arabbiata se lo magna!Commenta
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Leggendo questo trd e tutte le valide ed interessanti opinioni e convincimenti, mi sono accorto come nei miei tanti anni di caccia mi sono poco curato della "posizione fissa" preferita e come sia sempre stato uin "istintivo" decidendo al momento dove sparare. Intendiamoci sempre scegliendo la zona...alta o quella...bassa sempre curando di non farmi fregare, come ho troppo spesso visto fare, a colpire...arretrato.
Per mia inveterata abitudine (abbastanza comune) ho sempre avuto la tendenza di sparare "alto", non tanto da volare l'animale ma ottenendo spesso un bel colpo appena dietro la spalla o alla spalla. Era dovuto alla difficoltà di valutare correttamente le distanze che in montegna sembrano sempre maggiori della realtà quando si spara da una parte all'altra dei valloni. Con la disponibilità di telemetri agevoli e precisi le cose cambiarono in modo sostanziale. Una bella telemetrata al luogo, se alla posta, un po' più di pazienza e meno irruenza nel tiro se a camosci per far scendere di giro la frequenza cardiaca (la mia!), prendere le misure e valutare l'incidenza dell'angolo di sito.
Nonostante tutto sono sempre stato un istintivo scegliendo volta per volta e non mi si chieda in base a cosa...
Questo cervone in foto, medaglia d'argento, che mi pare che si aggirasse sui 180 kilogrammi, è stato uno dei prescelti per un tiro al "blatt" e, comunque, abbastanza basso, anche se la foto lo fa sembrare ancor più basso per una posizione di inquadratura non corretta. Tiro a 200 m .300 Win Mag, Nosler Partition 180 grs. V0 920 m/sec si è bloccato sul posto irrigidito ed è crollato.

@ Carpen : se sei del Lecchese ed hai anche tu un'età non più da...latte dovresti avere conosciuto il "Cima"
Me ne parlavano sempre i miei compagni di caccia che andavano spesso in compagnia a caccia nell'allora Yugoslavia.
Oizirbaf"...Apri la mente a quel ch'io ti paleso
e fermalvi entro; ché non fa scienza,
sanza lo ritenere, avere inteso..."Commenta
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Leggendo questo trd e tutte le valide ed interessanti opinioni e convincimenti, mi sono accorto come nei miei tanti anni di caccia mi sono poco curato della "posizione fissa" preferita e come sia sempre stato uin "istintivo" decidendo al momento dove sparare. Intendiamoci sempre scegliendo la zona...alta o quella...bassa sempre curando di non farmi fregare, come ho troppo spesso visto fare, a colpire...arretrato.
Per mia inveterata abitudine (abbastanza comune) ho sempre avuto la tendenza di sparare "alto", non tanto da volare l'animale ma ottenendo spesso un bel colpo appena dietro la spalla o alla spalla. Era dovuto alla difficoltà di valutare correttamente le distanze che in montegna sembrano sempre maggiori della realtà quando si spara da una parte all'altra dei valloni. Con la disponibilità di telemetri agevoli e precisi le cose cambiarono in modo sostanziale. Una bella telemetrata al luogo, se alla posta, un po' più di pazienza e meno irruenza nel tiro se a camosci per far scendere di giro la frequenza cardiaca (la mia!), prendere le misure e valutare l'incidenza dell'angolo di sito.
Nonostante tutto sono sempre stato un istintivo scegliendo volta per volta e non mi si chieda in base a cosa...
Questo cervone in foto, medaglia d'argento, che mi pare che si aggirasse sui 180 kilogrammi, è stato uno dei prescelti per un tiro al "blatt" e, comunque, abbastanza basso, anche se la foto lo fa sembrare ancor più basso per una posizione di inquadratura non corretta. Tiro a 200 m .300 Win Mag, Nosler Partition 180 grs. V0 920 m/sec si è bloccato sul posto irrigidito ed è crollato.

@ Carpen : se sei del Lecchese ed hai anche tu un'età non più da...latte dovresti avere conosciuto il "Cima"
Me ne parlavano sempre i miei compagni di caccia che andavano spesso in compagnia a caccia nell'allora Yugoslavia.
Oizirbaf
Conosciuto solo di vista, l'ho incontrato due o tre volte in occasione della cena annuale dei soci, era anziano e aveva già smesso di cacciare, a memoria mi era sembrato una brava persona simpatico e alla mano.
Sarà stato un vent'anni fa.
Confermo anche da parte mia, l'errore di sovrastima delle distanze guardando la parte opposta del vallone, probabilmente il vuoto che c'è sotto inganna l'occhio, mentre guardando parallelo al costone su cui si é e specialmente verso l'alto si tende a sottostimare.Ultima modifica carpen; 23-11-22, 23:16.Commenta
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Grazie per la risposta. I racconti di caccia sono sempre piacevoli e interessanti da ascoltare. Come stimava le distanze senza telemetro? Solo a occhio o con quale. Stratagemma ottico? Io e mio fratello ci alleniamo molto a stimare le distanze verificando chi ci va più vicino col telemetro, così devo dire che si impara velocemente. Si capisce anche come la presenza di elementi fissi tra te e il bersaglio cambi drasticamente la percezione della distanza ad un occhio non allenato.Leggendo questo trd e tutte le valide ed interessanti opinioni e convincimenti, mi sono accorto come nei miei tanti anni di caccia mi sono poco curato della "posizione fissa" preferita e come sia sempre stato uin "istintivo" decidendo al momento dove sparare. Intendiamoci sempre scegliendo la zona...alta o quella...bassa sempre curando di non farmi fregare, come ho troppo spesso visto fare, a colpire...arretrato.
Per mia inveterata abitudine (abbastanza comune) ho sempre avuto la tendenza di sparare "alto", non tanto da volare l'animale ma ottenendo spesso un bel colpo appena dietro la spalla o alla spalla. Era dovuto alla difficoltà di valutare correttamente le distanze che in montegna sembrano sempre maggiori della realtà quando si spara da una parte all'altra dei valloni. Con la disponibilità di telemetri agevoli e precisi le cose cambiarono in modo sostanziale. Una bella telemetrata al luogo, se alla posta, un po' più di pazienza e meno irruenza nel tiro se a camosci per far scendere di giro la frequenza cardiaca (la mia!), prendere le misure e valutare l'incidenza dell'angolo di sito.
Nonostante tutto sono sempre stato un istintivo scegliendo volta per volta e non mi si chieda in base a cosa...
Questo cervone in foto, medaglia d'argento, che mi pare che si aggirasse sui 180 kilogrammi, è stato uno dei prescelti per un tiro al "blatt" e, comunque, abbastanza basso, anche se la foto lo fa sembrare ancor più basso per una posizione di inquadratura non corretta. Tiro a 200 m .300 Win Mag, Nosler Partition 180 grs. V0 920 m/sec si è bloccato sul posto irrigidito ed è crollato.

@ Carpen : se sei del Lecchese ed hai anche tu un'età non più da...latte dovresti avere conosciuto il "Cima"
Me ne parlavano sempre i miei compagni di caccia che andavano spesso in compagnia a caccia nell'allora Yugoslavia.
Oizirbaf
---------- Messaggio inserito alle 02:02 AM ---------- il messaggio prcedente inserito alle 02:01 AM ----------
Verissimo Carpen. Come. Anche in bosco le distanze sembrano maggiori che in un pratoConosciuto solo di vista, l'ho incontrato due o tre volte in occasione della cena annuale dei soci, era anziano e aveva già smesso di cacciare, a memoria mi era sembrato una brava persona simpatico e alla mano.
Sarà stato un vent'anni fa.
Confermo anche da parte mia, l'errore di sovrastima delle distanze guardando la parte opposta del vallone, probabilmente il vuoto che c'è sotto inganna l'occhio, mentre guardando parallelo al costone su cui si é e specialmente verso l'alto si tende a sottostimare.Commenta
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[quote]Secondo me è più difficile stimare la distanza con il fucile a canna liscia. Non credo che tutti i cacciatori di selezione utilizzano il telemetro, molto probabilmente riescono a percepire quello che per loro è possibile da quello che non lo è, sicuramente conoscono i limiti delle loro possibilità.Grazie per la risposta. I racconti di caccia sono sempre piacevoli e interessanti da ascoltare. Come stimava le distanze senza telemetro? Solo a occhio o con quale. Stratagemma ottico? Io e mio fratello ci alleniamo molto a stimare le distanze verificando chi ci va più vicino col telemetro, così devo dire che si impara velocemente. Si capisce anche come la presenza di elementi fissi tra te e il bersaglio cambi drasticamente la percezione della distanza ad un occhio non allenato.[COLOR="Silver"]Commenta
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Beh, c'è sempre il reticolo 4, che da una barra orizzontale all'altra occupa 70 cm. (un capriolo dal sedere al petto) a 100 metri; da una barra al centro del reticolo son 200 metri ecc. ecc.. Non avete il reticolo 4, ma magari il 4A col puntino rosso? Male.Commenta
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Esistono ottiche con telemetro incorporato. Essendo la misura della distanza fondamentale, varrebbe la pena spendere 2 soldini in più.
Inviato dal mio AUM-L29 utilizzando TapatalkCommenta
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[quote=sly8489;1493133]Infatti, in era pre telemetro, salvo nembrotti particolarmente dotati, non era difficile imbattersi negli eccessi (all'inglese: sia in eccesso che in...difetto). Io stavo tre quelli che, almeno per le distanze da tiro ragionevoli, ho sempre stimato le distanze in eccesso. E per questo più facile sparare un po' "altino" per il timore di "cadere un po' basso...Secondo me è più difficile stimare la distanza con il fucile a canna liscia. Non credo che tutti i cacciatori di selezione utilizzano il telemetro, molto probabilmente riescono a percepire quello che per loro è possibile da quello che non lo è, sicuramente conoscono i limiti delle loro possibilità.
Ricordo un giorno sopra Teglio, Prato Valentino, una zona molto aperta che guardava verso Nord- Ovest, almeno così ricordo, ma ho chiarissima l'immagine, un bel cervetto ([:D]) si stagliava in prossimità della cresta ad una distanza che, aiutandomi con il reticolo 4 evendone tutto il tempo, stimavo, abbastanza correttamente non inferiore agli 800m. Avevo il mio bravo .270 Win e mi pascevo dell'osservazione del cervide "puntiforme" attraverso lo Zeiss 10x40.
Dopo una buona oretta Il cervo proseguiva nell'esercizio delle sue funzioni alimentari svalicando lentamente. Poco dopo incontrai un Indigeno venante che doveva aver assistito alle mie contemplazioni da altra visuale, e che mi prese molto bonariamente per il c@lo chiedendomi perchè non avessi sparato... Gli spiegai le mie ragioni "balistiche" e ne ricavai una sonora risata che mi mise di buon umore per tutta la giornata: "'i sara stat al masim tresent meter! mi g'avaria picà denter una canonada..."
L'hanno successivo, "accattato" (meglio dire ricevuto come gradito regalo) un telemetro affidabile ritornai caparbiamente sullo "spot" (bono Americano che faccio apposta!), sul posto e misurai con cura la distanza tra i due punti ben memorizzati: 790 m!
Non dico che altri ben attezzati ed avvezzi al "long range", con schioppo, ottica e calibro adatto e magari con un'etica venatoria diversa dalla mia, non avrebbero potuto azzeccarci...
Ma io sono un cacciatore normale anche se mi ritengono un buon tiratore.[:D]Ultima modifica Oizirbaf; 24-11-22, 11:31."...Apri la mente a quel ch'io ti paleso
e fermalvi entro; ché non fa scienza,
sanza lo ritenere, avere inteso..."Commenta
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Un ottica con telemetro costa qualche migliaio di euro (2/3)
Un telemetro buono 3/400
Non vale la pena a mio avvisoCommenta
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Penso che si trovino anche a prezzi più convenienti. Comunque, per quel che vedo in giro e parlando con altri appassionati, la media dei costi delle ottiche si aggira sui 1000 euro. Dicono anche di risparmiare sulle carabina ma non sulle ottiche e sull' attacchi (fondamentali). La pena di spendere sarà soggettiva: dal lavoro che uno vorrà fare e...dalla tasca.
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