Tu che ti rapporti con il mondo economico esterno, mi insegni che se la retribuzione del lavoratore non è sufficiente, il dipendente è tentato a rubare dalla cassa. E meglio ancora si sente coscienziosamente leggero se riesce nell'intendo d'interessi propri all'interno dell'azienda, considerando che non esegue direttamente l'azione del sottrarre contante. Da questo presupposto il parallelo alla cinofilia, ove il sig. X, assieme al sig Y fanno congrega. Il tutto si renderebbe più palese e certo indicando un punteggio (come nei campionati sociali) ai cani: i più meritevoli raggiungono, secondo la scaletta, l'assegnazione di diritto alla squadra partecipante a... Ma le perplessità rimangono e si accentuano ove un mero punteggio non può affermare, con giustificabile apprezzamento, la forma fisica del momento del cane a, b, ecc. A questo punto diventa inisindacabile la sensibilità del selezionatore che, se persona accorta, valuta la formazione in estremis, alla stragua dell'operato calcisitico per la formazione domenicale. Siamo quindi daccapo, in un campo ove le regole difficilmente sono applicabili e finché le coppe arriveranno in Italia, è ovvio che il verbo altrui difficilmente verrà ascoltato. Nel calcio è lo stesso: chi porta a casa il risultato non è tangibile, qualsiasi sia la squadra messa in campo. Tu, allenatore della Proloco, hai l'occhio per valutare le potenzialità del giovane appartenente alla squadra minore, come altrattanto sai che figurerebbe meglio del giocatore X di prima categoria (e con meno impegno). Ma fin tanto che X vince, non ci sono santi e madonne che tengano. Il gioco economico, voluto o non voluto del mettere in mostra (al campionato del mondo), è tutto lì.
Come vedi, mi sono contraddetto, assecondandoti prima per poi contrariarti. La questione non è di semplice risoluzione, in modo speciale ove il possibile scambio economico (o di favore) esiste ed esisterà. In questo particolare caso è proprio la caccia ed i suoi adepti cinofili la Chimera della situazione e Bellerofonte la cinofilia ufficiale dell'altra sponda. Quella che sceglie e decide, sia essa in malafade oppure no.
PS
L'esempio di Cristian era una divagazione sul tema, un esemio, e non ci azzecca con l'importate argomento da te postato.
Il grande e sfortunato Tofanari anni fa mi disse "Scegli sempre un nome che rimanga in mente ai cinofili e giudici, un nome strano e facile da pronunciare. Chissà che ripetendolo non porti vantaggio". Mica male se letto come estensione del tuo scritto! Sapendo dove voglio e posso arivare con la mia cinofilia, ho preferito più volte un nome inpronunciabile e facilmente dimenticabile. Se si e visto un cane, lo si ricorda per quello che è non per come si chiama. Molto oggi si riempiono la bocca di nomi di cani mai visti se non casualmente, ma solo alcuni, su youtube. A questo servono, nella maggior parte dei casi, i nomi della cinofilia che si ricorda: a darsi una bella pompata cinofila accrescendo il proprio ego e la stima degli inetti che stanno ad ascoltare!
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