il prelievo di selezione è un esercizio balistico o un percorso gestionale?
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Buongiorno a tutti, manco un po' dal Forum e...toh, si parla di selezione in Selezione! :)
Ho letto un po' velocemente i tantissimi contributi alla discussione, tanti contenuti interessanti e per me nuovi.
Riporto la mia esperienza, premettendo che caccio solo in Francia e conosco quindi un poco solo tale realtà amministrativa in cui esiste una sola federazione in tutto il territorio nazionale; di conseguenza ricca e molto potente che non ha difficoltà a imporsi sulla politica (si spara legalmente a 209 lupi all'anno, in culo ai verdi/ecologisti/animalisti!) e sui cacciatori.
Io sono nato cacciatore di piuma, figlio e nipote di tali cacciatori, ma cacciando solo in alta montagna qualcosa è cambiato e ci siamo dovuti adeguare: i tetraonidi e coturnici sempre più in difficoltà nonostante la pressione venatoria sempre minore (cambiamento climatico, abbandono dell'agricoltura e pastorizia con rododendro/ontano/rosa canina/ecc. che "chiudono" l'ambiente rendendolo meno idoneo, turismo invernale), hanno portato la Federazione ad assegnare alle società di caccia più braccialetti per ungulati che per galli, bianche e cotorne.
Sono (e siamo in famiglia) quindi diventati anche cacciatori di camosci e, da circa trent'anni (prima non c'era) di caprioli.
Purtroppo il Dipartimento in cui caccio, 06 Alpi Marittime, non ha grandi tradizioni di caccia agli ungulati come altri dipartimenti più a nord (Savoia e Alta Savoia in primis) e la nostra Federazione dipartimentale mancava di esperienza nello gestirli. Ma le risorse, come detto, ci sono e hanno quindi subito assunto a tempo pieno dei tecnici professionisti (pagati quindi dai cacciatori) con cui mi confronto da decenni (sono presidente di una piccola società di caccia) e c'è un rapporto di fiducia reciproca.
Ma anche i tecnici, ahimè, avevano buone basi teoriche, ma poca esperienza. Posso dire che ce la siamo fatta insieme, studiando e sbagliando.
A proposito di studio, autodidatta nei primi anni 90 ho cercato libri e pubblicazioni e queste alcune di quelle che lessi:
- Bubenik A. B., Schwab P., 1975 - Structures des populations de chamois. La Simulation et sa signification pour la régulation des effectifs;
- Tosi G., Spagnesi M., 1985 - Valutazione quantitativa e pianificazione della gestione venatoria in popolamenti di camoscio;
- Lovari S., Tosi G., 1987 - Predazione naturale e abbattimenti selettivi di ungulati: confronto e implicazioni di gestione;
- Rivoira L. ,1985 - Progetto camoscio Piemonte. Selezione non decimazione ;
- Rivoira L. ,1986 - Progetto camoscio Piemonte e Valle d'Aosta. Annata venatoria 1985;
- Tosi G., Toso S., 1992 - Indicazioni generali per la gestione degli ungulati;
- Ponti F., 1992 - Il patrimonio camoscio.
Per prima cosa si è dovuto lavorare molto per proibire la caccia in battuta al camoscio, tradizionale nei territori. Battaglia dura, vinta sulla sola specie camoscio (si continua a cacciare capriolo e cervo in battuta...).
Si è fatto leva sul fatto che la caccia in battuta va contro ai principi di selezione e di naturalezza che fondano il Piano di Caccia, in quanto l'impossibilità di identificare con certezza un animale spaventato e in corsa rende impossibile una cattura selezionata e porta a una cattura casuale. Senza tralasciare che la caccia in battuta con l'ausilio dei cani terrorizza i camosci e porta artificialmente il branco a dividersi e a effettuare spostamenti non naturali, verso habitat poco idonei.
Poi si è capito un grandissimo errore che si faceva cacciando gli ungulati: sparare al trofeo, spesso maschio importante, senza rendersi conto che si facevano fuori i super-riproduttori.
Poi il non alterare il rapporto maschi/femmine (tendevamo tutti a salvaguardare femmine e piccoli) per i motivi che tutti noi oggi conosciamo.
Poi concedere ai cacciatori molto tempo per dedicarsi alla selezione in modo da evitare un prelievo affrettato e quindi non qualitativo "...una volta prefissato ed approvato un piano di prelievo, esso va realizzato completamente avendo a disposizione il maggior tempo possibile per la sua attuazione, garanzia di una selezione non affrettata e conseguentemente più corretta. Emerge la necessità di anticipare il più possibile l'inizio del prelievo (da metà agosto), onde abbattere un alto numero di capi prima del periodo degli amori; al contrario un prolungamento degli abbattimenti in inverno, dopo la metà di dicembre, è da evitarsi, risultando spesso causa di disturbo per i camosci già assestati nelle aree di svernamento" (Tosi G. e Toso S., Indicazioni generali per la gestione degli ungulati).
Per elaborare i piani di abbattimento si effettuano preventivi censimenti in cui sono coinvolti i cacciatori (pena il non beneficiare di braccialetti), i guardaparco (il Mercantour si prende una bella fetta del Dipartimento), gli agenti dell'ONCFS (Office National de la Chasse et de la Faune Sauvage, oggi OFB Office Francais de la Biodiversitée). Non mancando i mezzi si fa anche grande uso dell'elicottero (ideale per censire se il terreno è coperto da tanta neve), specie per cervo e capriolo mentre poco idoneo al camoscio.
Il tutto ha funzionato bene per decenni e permesso di capire le mosse giuste e quelle sbagliate; la popolazione degli ungulati è salita enormemente, come il numero di capi da prelevare.
Poi "è arrivato" il lupo e la situazione è drasticamente cambiata: muflone decimato e quasi sparito (tante società di caccia non lo richiedono orami da decenni), capriolo in forte difficoltà (anche a causa del cervo), camoscio ha cambiato comportamento evitando il bosco e preferendo soggiornare in zone aperte ed esposte. L'unico che continua veramente a crescere è il cervo e la Federazione preme per gli abbattimenti distribuendo sempre più braccialetti e minacciando società e cacciatori (noi, per esempio) in caso di mancati abbattimenti.
In Francia almeno si era poco propensi all'esercizio balistico, anzi bloccati da leggi esplicite:
- per limitare lo sparare oltre i 300 metri è proibito l'uso di reticoli e torrette balistiche;
- fino a pochi anni fa erano proibiti tutti i calibri militari o ex (6.5x55, 7x57, .308 win, .30-06, 8x57 e moltissimi altri). Ora il divieto è stato molto limitato, ma ciò ha portato negli anni i cacciatori a usare pochi calibri: popo il 6.5x57, un po' di più il 7x64, tantissimo .243 e .270 win, 9.3x62 in battuta. Molto limitato è l'uso dei magnum.
Questa la mia esperienza, scusate la lungaggine.
Matteo
P.S. in Francia i cacciatori pagano (contribuiscono) i danni provocati dagli ungulati alle coltivazioni. Hanno quindi un'arma in più per imporsiUltima modifica matteo1966; 30-05-24, 16:02.La mia presentazione https://www.ilbraccoitaliano.net/for...giorno-a-tutti👍 71
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Quello in corsivo " prelievo qualitativo" è quello che intendevo per prelievo consapevole.👍 1 -
La mia esperienza si limita a un solo dipartimento e quindi una sola federazione dipartimentale; succede poco, si limitano soprattutto a capirne il motivo. Il che può anche portare, se la cosa si ripete, a diminuire le attribuzioni a favore di altre società che han dimostrato non avere problemi a completare il piano👍 1
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il credo del povero Guido: "cacciare molto per prelevare il giusto!"."...una volta prefissato ed approvato un piano di prelievo, esso va realizzato completamente avendo a disposizione il maggior tempo possibile per la sua attuazione, garanzia di una selezione non affrettata e conseguentemente più corretta. Emerge la necessità di anticipare il più possibile l'inizio del prelievo (da metà agosto), onde abbattere un alto numero di capi prima del periodo degli amori; al contrario un prolungamento degli abbattimenti in inverno, dopo la metà di dicembre, è da evitarsi, risultando spesso causa di disturbo per i camosci già assestati nelle aree di svernamento" (Tosi G. e Toso S., Indicazioni generali per la gestione degli ungulati).
Bravo Matteo ben hai fatto a ricordare le sue pubblicazioni. Di mio porto il ricordo di un caro amico che tanto mi ha insegnato e che purtroppo se ne è prematuramente andato nel novembre 2011 precipitando accidentalmente in un dirupo durante il recupero di un camoscio in alta formazza.
testo sempre attuale.1
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Una mia grossa dimenticanza nel citare le pubblicazioni per me importanti: Fulvio Ponti, 1992 - Il patrimonio camoscio.
Anche questo sul comodino :)
Ora lo aggiungo al mio messaggio originario.La mia presentazione https://www.ilbraccoitaliano.net/for...giorno-a-tuttiCommenta
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