E’ online Charta, il bimestrale della Fondazione Farefuturo di Gianfranco Fini
“Dalla parte degli animali” è il titolo di copertina di “Charta”, il bimestrale di Farefuturo, la fondazione presieduta da Gianfranco Fini. Il numero della rivista, disponibile online (www.farefuturofondazione.it) , è completamente dedicato alla vita animale e come sottolinea il direttore Adolfo Urso nell’editoriale “serve a sfatare un luogo comune secondo il quale la protezione e la tutela degli animali siano appannaggio della sinistra, mentre alla destra toccherebbe il ruolo di sponsor dei cacciatori. Noi non ne siamo mai stati convinti – scrive Urso –così come non abbiamo mai condiviso la tesi secondo la quale l’ambiente fosse una prerogativa della sinistra, tanto più contrapposta allo sviluppo”.
Per Urso “la destra deve farsi carco più della sinistra dei temi e delle esigenze che si proiettano nel tempo e nello spazio” e “la biodiversità è una ricchezza che va preservata, la vera profonda energia dell’umanità. In questo contesto emerge con forza che la nuova sfida dei diritti è proprio la tutela e la protezione degli animali”.
A sostegno delle sue tesi Adolfo Urso richiama un recente sondaggio che attesta come “gli elettori di centrodestra sono più favorevoli alla tutela e alla protezione degli animali di quelli di sinistra. In particolare il 45 per cento (sinistra 37, media 41) ritiene che gli animali sono in grado di provare affetto, gioia e dolore e non è mai giusto fare loro alcun tipo di violenza, mentre il 51 per cento ammette la violenza solo in ambiti ristrettissimi, in situazioni di necessità, come l’alimentazione. E per quanto riguarda la caccia – prosegue Adolfo Urso – la netta maggioranza, il 47 per cento, ritiene che sia un’inutile crudeltà, andrebbe vietata e un 28 per cento che deve essere ridotta istituendo regole più rigide a fronte di appena un 3 per cento che chiede invece regole meno rigide per la caccia (a sinistra ancor meno: solo il 2 per cento gli ultras cacciatori). Non è quindi vero che a destra siano cacciatori e a sinistra animalisti. E’ vero semmai che il rispetto per gli animali (e in generale per la natura e quindi per l’ambiente) sia un bene sempre più diffuso, a partire dalla destra.
Certo – scrive ancora Adolfo Urso – anche noi pensiamo che una buona parte dei cacciatori siano anche ambientalisti convinti e sensibili alla tutela degli animali anche se ci sembra fuorviante e un po’ talvolta giustificazionista la tesi di coloro che sostengono che chi ama la caccia è spesso il migliore difensore dell’ambiente e della fauna”.
Con sfumature più o meno omogenee sono molte le opinioni pubblicate sulla rivista: da Barbara Mennitti (“c’è ancora chi pensa sia un divertimento legittimo vestirsi da Rambo per andare a sparare creature inermi” a Umberto Veronesi (“uccidere gli animali per l’alimentazione o per sport un atto di violenza e di arretratezza morale”), da Fiorella Ceccacci Rubino (portavoce del gruppo Pdl diritti degli animali) a Luigi Lorenzetti “la Chiesa è chiamata ad annunciare il progetto di Dio sul creato e a denunciare i comportamenti che lo trasgrediscono e ostacolano ... come l’abbandono degli animali, l’industria della pellicceria e la caccia per sport”), da Susanna Blatter (“la fauna è di tutti e non esclusivamente di chi si diverte ad ammazzare”) a Paola Frassinetti (“se una volta con la caccia potevano essere esaltate le doti di chi voleva confrontarsi con la natura in una lotta quasi ad armi pari, oggi non è più così”), da Giorgio Celli (“una pratica come quella della caccia è da proscrivere e da condannare”) a Rita Dalla Chiesa (abolire le feste patronali che utilizzano gli animali” e “abolire la caccia”), da Licia Colò (“no alla caccia”) a Adriano Scianca (“tutti i grandi nomi della cultura di destra – Nietzsche, Lorenz, Jumger, Mann, De Benoist – hanno amato gli animali. L’animalismo a destra ha radici profonde”).
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