Sono perfettamente d'accordo con te (se la cosa non ti dispiace, dato che entrambi siamo cacciatori, ti do del tu, del tu venatorio, come amava dire il mio istruttore quando, ormai vent'anni fa, feci il corso per prendere la licenza di caccia).
In particolare ho evidenziato il punto 4) perché mi sembra un ragionamento assolutamente condivisibile in quanto perfettamente logico, equo e in grado di produrre risultati sul fronte della prevenzione.
Tra l'altro è in perfetta sintonia con quanto ho sempre ritenuto. La eventuale comunicazione del medico di famiglia o anche del medico curante (magari in caso di patologie di natura mentale, depressioni ed altro), sono l'unica via per consentire un intervento in via preventiva che possa avere l'effetto di produrre risultati in tempo reale.
Tutto il resto sono chiacchiere di chi non ha le idee chiare sul come, quando e perché intervenire.
Sono contento che il tuo pensiero abbia trovato riscontro, perché in fondo è di queste cose che abbiamo bisogno. Di concretezza e di idee che non si risolvano, come quasi sempre accade, in oneri che, nella percezione di coloro cui sono diretti, si atteggiano più a punizione che a necessaria norma di civiltà.
---------- Messaggio inserito alle 01:04 PM ---------- il messaggio prcedente inserito alle 12:26 PM ----------
Però alla fine ragazzi, quello che affermiamo noi non è affatto diverso da quello che afferma Ciarafoni.
A me pare che sul "cosa" siamo tutti più o meno d'accordo. Sui traguardi da raggiungere, in poche parole, mi pare che ci siamo, nel senso che non mi pare che Ciarafoni abbia detto cose fuori dal mondo (a me sembra proprio che siano condivisibili...).
Per cui posto che sull'applicazione delle norme nazionali e comunitarie siamo d'accordo tutti; posto che su una gestione della fauna che non sia sinonimo di pronta caccia ci siamo tutti; posto che sulla mobilità dei migratoristi ci siamo tutti; posto che mi pare non ci sia dubbio che occorrerebbero dei fondi, a diposizione degli atc, per interventi di miglioramento ambientale e ripristino di habitat - in terreno in cui è consentita la caccia e non nelle oasi come al solito - magari a destinazione vincolata e ripartiti su base meritocratica; ecc. ecc., non sarebbe il caso di aprire un confronto, una discussione, sul "come" arrivare a questi traguardi?
Altro punto riguarda la 157: io sono per una modifica, però non sono per uno stravolgimento completo. Insomma non applicherei il motto di Voltaire ("volete delle buone leggi? Bruciate le vostre e fatene delle altre!"), cestinando la 157 e ricominciando daccapo. Perché tutto sommato è anche vero che quando stravolgi alcuni equilibri ormai sedimentati, e non hai i numeri per imporre il tuo punto di vista, c'è il rischio che te lo ritrovi a tergo.
Riconosco però che ci sarebbero tanti piccoli correttivi da apportare alla 157, senza star lì a far battaglie per inserire il gabbiano (che venatoriamente non interessa a nessuno) come si è fatto un paio di governi fa (non è per il gabbiano, ma è per fare un esempio).
Innazitutto servirebbero norme di formulazione cristallina. Faccio due esempi per capirci: in certe zone è vietato - o veniva vietato - l'impiego di civette di plastica nella caccia alle allodole, in quanto una norma della 157 vieta "l'impiego di civette". Basterebbe solo aggiugere "vive" o "vive o impagliate" per rendere lecite, oltre ogni dubbio interpretativo, quelle di plastica. Altro esempio: in molte zone viene contestato a chi attraversa con fucile scarico in spalla e magari cani al guinzaglio una strada, l'esercizio venatorio a distanza non consentita, ovvero il porto di arma sulla pubblica via, ed altre amenità ed aberrazioni giuridiche di tal fatta. Anche a questo occorre porre rimedio in via legislativa.
Insomma, per avere una caccia migliore occorrerebbero una serie di modifiche lievi ma che possono avere conseguenze davvero sensibili nella caccia cacciata.
Senza contare le norme sulle gestioni degli atc ecc. Insomma, la 157 non è solo deroghe o calendario. E' anche altro, se non addirittura di più. E le correzioni a mio avviso sono improcrastinabili ormai.
Per cui, caro Ciarafoni, cosa ne dici se discutiamo di queste cose? Perché io credo che, al di là delle personali convinzioni politiche, o partitiche, di ciascuno, questi temi interessano tutti noi indistintamente, in quanto cacciatori.
In particolare ho evidenziato il punto 4) perché mi sembra un ragionamento assolutamente condivisibile in quanto perfettamente logico, equo e in grado di produrre risultati sul fronte della prevenzione.
Tra l'altro è in perfetta sintonia con quanto ho sempre ritenuto. La eventuale comunicazione del medico di famiglia o anche del medico curante (magari in caso di patologie di natura mentale, depressioni ed altro), sono l'unica via per consentire un intervento in via preventiva che possa avere l'effetto di produrre risultati in tempo reale.
Tutto il resto sono chiacchiere di chi non ha le idee chiare sul come, quando e perché intervenire.
Sono contento che il tuo pensiero abbia trovato riscontro, perché in fondo è di queste cose che abbiamo bisogno. Di concretezza e di idee che non si risolvano, come quasi sempre accade, in oneri che, nella percezione di coloro cui sono diretti, si atteggiano più a punizione che a necessaria norma di civiltà.
---------- Messaggio inserito alle 01:04 PM ---------- il messaggio prcedente inserito alle 12:26 PM ----------
Però alla fine ragazzi, quello che affermiamo noi non è affatto diverso da quello che afferma Ciarafoni.
A me pare che sul "cosa" siamo tutti più o meno d'accordo. Sui traguardi da raggiungere, in poche parole, mi pare che ci siamo, nel senso che non mi pare che Ciarafoni abbia detto cose fuori dal mondo (a me sembra proprio che siano condivisibili...).
Per cui posto che sull'applicazione delle norme nazionali e comunitarie siamo d'accordo tutti; posto che su una gestione della fauna che non sia sinonimo di pronta caccia ci siamo tutti; posto che sulla mobilità dei migratoristi ci siamo tutti; posto che mi pare non ci sia dubbio che occorrerebbero dei fondi, a diposizione degli atc, per interventi di miglioramento ambientale e ripristino di habitat - in terreno in cui è consentita la caccia e non nelle oasi come al solito - magari a destinazione vincolata e ripartiti su base meritocratica; ecc. ecc., non sarebbe il caso di aprire un confronto, una discussione, sul "come" arrivare a questi traguardi?
Altro punto riguarda la 157: io sono per una modifica, però non sono per uno stravolgimento completo. Insomma non applicherei il motto di Voltaire ("volete delle buone leggi? Bruciate le vostre e fatene delle altre!"), cestinando la 157 e ricominciando daccapo. Perché tutto sommato è anche vero che quando stravolgi alcuni equilibri ormai sedimentati, e non hai i numeri per imporre il tuo punto di vista, c'è il rischio che te lo ritrovi a tergo.
Riconosco però che ci sarebbero tanti piccoli correttivi da apportare alla 157, senza star lì a far battaglie per inserire il gabbiano (che venatoriamente non interessa a nessuno) come si è fatto un paio di governi fa (non è per il gabbiano, ma è per fare un esempio).
Innazitutto servirebbero norme di formulazione cristallina. Faccio due esempi per capirci: in certe zone è vietato - o veniva vietato - l'impiego di civette di plastica nella caccia alle allodole, in quanto una norma della 157 vieta "l'impiego di civette". Basterebbe solo aggiugere "vive" o "vive o impagliate" per rendere lecite, oltre ogni dubbio interpretativo, quelle di plastica. Altro esempio: in molte zone viene contestato a chi attraversa con fucile scarico in spalla e magari cani al guinzaglio una strada, l'esercizio venatorio a distanza non consentita, ovvero il porto di arma sulla pubblica via, ed altre amenità ed aberrazioni giuridiche di tal fatta. Anche a questo occorre porre rimedio in via legislativa.
Insomma, per avere una caccia migliore occorrerebbero una serie di modifiche lievi ma che possono avere conseguenze davvero sensibili nella caccia cacciata.
Senza contare le norme sulle gestioni degli atc ecc. Insomma, la 157 non è solo deroghe o calendario. E' anche altro, se non addirittura di più. E le correzioni a mio avviso sono improcrastinabili ormai.
Per cui, caro Ciarafoni, cosa ne dici se discutiamo di queste cose? Perché io credo che, al di là delle personali convinzioni politiche, o partitiche, di ciascuno, questi temi interessano tutti noi indistintamente, in quanto cacciatori.
ti ringrazio e dico si, mi piacerebbe discutere in modo pacato
un saluto
marco
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