Attualmente stai visualizzando le nostre bacheche come ospite avendo cosi un accesso limitato che ti permette di visualizzare la maggior parte delle discussioni e accedere alle nostre altre funzionalità. Unendoti alla nostra comunità gratuita potrai inserire argomenti, comunicare in privato con altri membri (PM), rispondere a sondaggi, caricare contenuti e accedere a molte altre funzionalità speciali. La registrazione è veloce, semplice e assolutamente gratuita, quindi unisciti alla nostra community oggi stesso!
In caso di problemi con il processo di registrazione o con l'accesso al tuo account : contattaci.
Ma è mai possibile non riuscire a fare una discussione anche di politica venatoria quindi con diversi e opposti punti di vista senza perdere il lume del rispetto delle persone e delle idee degli altri?[:-cry]
E questo anche nella forma.
Ha ragione Donato Scalfari l'utilizzo di certe parole come "parolaio" è offensiso perchè ha un contenuto spregiativo che va oltre il non condividere le idee altrui.
La stessa cosa poteva dirsi in altri modi + consoni al rispetto della persona.Senza tuttavia diminuire la vis polemica.
Scusate lo sfogo[:-golf]ma questa è una bella e interessante discussione con un personaggio come Marco Ciarafoni perchè mai buttrala in "cagnara"?
Ho le spalle larghe e sono abituato a discussione sanguigne. Occorrerebbe avere la forza di vivere il confronto utilizzando un linguaggio idoneo ma capisco che per molti è difficile. Niente di male, i giudizi li daranno coloro che leggono.
C'è una questione però sulla quale vorrei riflettere e la giro a tutti voi: perchè mai non fa politica colui o coloro che dal suo o dal loro scranno parlamentare (indossata la giacchetta da cacciatore) alimentano propagandisticamente l'ipotesi di una caccia irrealizzabile e invece fa politica (come nel mio caso) colui o coloro che controcorrente manifestano una posizione non "allineata" ad un presunto sentire comune?
Io non l'ho mai nascosto e non intendo nasconderlo ora: ho una mia idea di caccia che ho condiviso con la mia associazione e il suo corpo sociale e che ho anche più volte scritto.
Sono per la caccia utile e responsabile, riconosciuta come tale dalla maggior parte della società. La legittimazione della caccia deriva dai riconoscimenti che sapremo conquistarci da coloro che cacciatori non sono e solo così saranno ricacciati nell'angolo, senza alcuna possibilità di offessa per la caccia, coloro che hanno dei pregiudizi ideologici.
Per questo la caccia deve essere direttamente collegata alla gestione del territorio e alla capacità di ricostruire su basi scientifiche un forte patrimonio faunistico (esattamente il contrario dei ripopolamenti prontacaccia). Gestire significa anche dare spazio e ruolo all'impresa agricola di qualità e multifunzionale e stringere intese, pur partendo da posizioni diverse, con quella parte di ambientalisti non integralisti (e ve nosno disponibili, anche le grandi sigle!). Gestire significa farlo anche per la fauna migratrice e non solo per quella stanziale. Gestire significa trovare raccordi operativi con le aree protette utilizzando al meglio le arre contigue per attività come quelle cinofile utili anche ai fini dei censimenti. Gestire significa concertare e trovare punti di incontro con tutte le forze sociali interessate. Gestire significa aver a riferimento sempre e comunque la ricerca scientifica anche quando può non piacerci. Una giornata in più di caccia o 10 pispole non hanno la stessa importanza di una operazione che tendere a promuovere la caccia sostenibile e accettata nella pubblica opinione. Così potremo invertire culturalemnte una forte avversione contro di noi. Così riusciremo a parlare ai giovani. L'età media dei cacciatori è altissima, lo sanno bene i nostri detrattori. La ricetta non è quella di abbassare l'età della licenza ma far vivere la caccia nel cuore e nelle gambe dei nostri giovani rendono appetibile ciò che oggi non è. Questo ci consentirà in seguito di tutelare meglio le nostre tradizioni e di agiornare qualche legge oltremodo restrittiva. Se scegliamo invece la strada della corporazione abbiamo già visto come è andata a finire con la legge comunitaria o con l'applicazione delle deroghe. Vincono gli altri. Gle ne avremo detto tante ma gli svhiaffoni sono solo per i cacciatori. E allora subentra la frustrazione e l'abbandono. Noi abbiamo tra le amni una legge importantissima, la legge 157 che è stata male applicata in molte parti del Paese. Ha un impianto fortemente pubblicistico e sociale a dufferenza degli altri paesi del mondo dove la fauna è proprietà privata, ceduta nel migliore dei casi a chi paga e può permetterselo. Quella legge va studiata meglio, va riflettuta attraverso la presentazione della relazione applicativa. Fatta questa operazione convocando un tavolo di concertazione sarà possibile trovare i miglioramenti da apportare. Invece i bracconieri dei voti e delle tessere associative hanno deciso di mostrare i muscoli per i loro tornaconti. Risultati? pessimi e amcora pessimi.
Ai cacciatori piaciono coloro che gridano più forte? è un suicidio, lo dimostra il numero del mensile della fondazione di Fini. Rischiamo di essere schiacciati da tutte le parti politiche poichè il sentimento comune è contro di noi e con gli improperi e le lamentazioni non andiamo da nessuna parte. E invece di che discutiamo? quando fanno i lanci dei fagiani? sarà possibile cacciare il fringuello? faranno ancora un parco? Questi sono temi secondari e non principali. Ricordate la caccia, per le legge, è una concessione e non un diritto. In catalogna è bastata una votazione per abolire le corride. Se non cambiamo pagina siamo prossimi alla debacle e forse ad un nuovo referendum e allora conterà davvero la politica e non sarà certo dalla nostra parte.
Scusate la lunghezza di un becero comiziante e di un parolaio anticaccia. Per la cronaca vado a caccia da più di trenta anni (ora Atc gr7). Lo faccio con i miei bracchi, lo faccio in selezione ma non disdegno anche qualche uscita a tordi e alle allodole.
un caro saluto <?xml:namespace prefix = o ns = "urn:schemas-microsoft-com:office:office" /><o:p></o:p>
Ars venandi est collectio documentorum, quibus scient homines ad opus suum deprehendere animalia non domestica cuiuscumque generis vi vel ingenio. (Fridericus II Imperator 1194-1250)
Ricordate la caccia, per le legge, è una concessione e non un diritto. In catalogna è bastata una votazione per abolire le corride. Se non cambiamo pagina siamo prossimi alla debacle e forse ad un nuovo referendum e allora conterà davvero la politica e non sarà certo dalla nostra parte.
un caro saluto
Tutto molto vero, in special modo questo passaggio che ho quotato!
La cosa triste, molto triste, è che difronte alla nuda realtà dei fatti chi dovrebbe prendere le nostre difese, che dovrebbe sostenere le nostre ragioni, chi dovrebbe portare alla massa le nostre verità: o rimane inerme in silenzio attaccato alla sedia o va a braccetto con i nostri nemici o peggio ancora cala le braghe sperando nell'indulgenza del nemico davanti al nostro sacrificio.
[:-clown]
Ho le spalle larghe e sono abituato a discussione sanguigne. Occorrerebbe avere la forza di vivere il confronto utilizzando un linguaggio idoneo ma capisco che per molti è difficile. Niente di male, i giudizi li daranno coloro che leggono.
C'è una questione però sulla quale vorrei riflettere e la giro a tutti voi: perchè mai non fa politica colui o coloro che dal suo o dal loro scranno parlamentare (indossata la giacchetta da cacciatore) alimentano propagandisticamente l'ipotesi di una caccia irrealizzabile e invece fa politica (come nel mio caso) colui o coloro che controcorrente manifestano una posizione non "allineata" ad un presunto sentire comune?
Io non l'ho mai nascosto e non intendo nasconderlo ora: ho una mia idea di caccia che ho condiviso con la mia associazione e il suo corpo sociale e che ho anche più volte scritto.
Sono per la caccia utile e responsabile, riconosciuta come tale dalla maggior parte della società. La legittimazione della caccia deriva dai riconoscimenti che sapremo conquistarci da coloro che cacciatori non sono e solo così saranno ricacciati nell'angolo, senza alcuna possibilità di offessa per la caccia, coloro che hanno dei pregiudizi ideologici.
Per questo la caccia deve essere direttamente collegata alla gestione del territorio e alla capacità di ricostruire su basi scientifiche un forte patrimonio faunistico (esattamente il contrario dei ripopolamenti prontacaccia). Gestire significa anche dare spazio e ruolo all'impresa agricola di qualità e multifunzionale e stringere intese, pur partendo da posizioni diverse, con quella parte di ambientalisti non integralisti (e ve nosno disponibili, anche le grandi sigle!). Gestire significa farlo anche per la fauna migratrice e non solo per quella stanziale. Gestire significa trovare raccordi operativi con le aree protette utilizzando al meglio le arre contigue per attività come quelle cinofile utili anche ai fini dei censimenti. Gestire significa concertare e trovare punti di incontro con tutte le forze sociali interessate. Gestire significa aver a riferimento sempre e comunque la ricerca scientifica anche quando può non piacerci. Una giornata in più di caccia o 10 pispole non hanno la stessa importanza di una operazione che tendere a promuovere la caccia sostenibile e accettata nella pubblica opinione. Così potremo invertire culturalemnte una forte avversione contro di noi. Così riusciremo a parlare ai giovani. L'età media dei cacciatori è altissima, lo sanno bene i nostri detrattori. La ricetta non è quella di abbassare l'età della licenza ma far vivere la caccia nel cuore e nelle gambe dei nostri giovani rendono appetibile ciò che oggi non è. Questo ci consentirà in seguito di tutelare meglio le nostre tradizioni e di agiornare qualche legge oltremodo restrittiva. Se scegliamo invece la strada della corporazione abbiamo già visto come è andata a finire con la legge comunitaria o con l'applicazione delle deroghe. Vincono gli altri. Gle ne avremo detto tante ma gli svhiaffoni sono solo per i cacciatori. E allora subentra la frustrazione e l'abbandono. Noi abbiamo tra le amni una legge importantissima, la legge 157 che è stata male applicata in molte parti del Paese. Ha un impianto fortemente pubblicistico e sociale a dufferenza degli altri paesi del mondo dove la fauna è proprietà privata, ceduta nel migliore dei casi a chi paga e può permetterselo. Quella legge va studiata meglio, va riflettuta attraverso la presentazione della relazione applicativa. Fatta questa operazione convocando un tavolo di concertazione sarà possibile trovare i miglioramenti da apportare. Invece i bracconieri dei voti e delle tessere associative hanno deciso di mostrare i muscoli per i loro tornaconti. Risultati? pessimi e amcora pessimi.
Ai cacciatori piaciono coloro che gridano più forte? è un suicidio, lo dimostra il numero del mensile della fondazione di Fini. Rischiamo di essere schiacciati da tutte le parti politiche poichè il sentimento comune è contro di noi e con gli improperi e le lamentazioni non andiamo da nessuna parte. E invece di che discutiamo? quando fanno i lanci dei fagiani? sarà possibile cacciare il fringuello? faranno ancora un parco? Questi sono temi secondari e non principali. Ricordate la caccia, per le legge, è una concessione e non un diritto. In catalogna è bastata una votazione per abolire le corride. Se non cambiamo pagina siamo prossimi alla debacle e forse ad un nuovo referendum e allora conterà davvero la politica e non sarà certo dalla nostra parte.
Scusate la lunghezza di un becero comiziante e di un parolaio anticaccia. Per la cronaca vado a caccia da più di trenta anni (ora Atc gr7). Lo faccio con i miei bracchi, lo faccio in selezione ma non disdegno anche qualche uscita a tordi e alle allodole.
un caro saluto ffice:office" /><O:p></O:p>
e dopo tutto questo io mi chiedo........ come fai a tesserarti ancora lì??
Ars venandi est collectio documentorum, quibus scient homines ad opus suum deprehendere animalia non domestica cuiuscumque generis vi vel ingenio. (Fridericus II Imperator 1194-1250)
La legittimazione del cacciatore di cui parla Marco oggi è diventato un problema a causa del modificarsi,secondo me a torto,di una certa sensibilità ambientale che disconosce la tradizione venatoria.
Monito sia l'abolizione della Corrida in Catalogna.
Qui non so proprio come si fa a ricostituirla e a legittimarsi di nuovo come parte positiva e attiva di una tradizione inserita nella ruralità + in generale.
Una ruralità anch'essa cambiata.E che necessariamente va coinvolta.
Il fulcro su cui si regge il discorso di Marco è il sistema pubblicistico.
Ora io credo che un sistema interamente pubblicistico non riuscirà, se non in parte nelle ZRC, ad attuare ,ad esempio, i miglioramenti ambientali volti alla ricostituzione degli habitat naturali dove far albergare la fauna selvatica.
Solo una concreta cointeressanza degli agricoltori potrà farlo.
La continuazione della caccia a mio avviso si basa tutta su questi.
Sig. Ciarafoni, mi trovo nuovamente a ribadirle la mia stima per le belle parole in onore alla caccia...ma non posso nuovamente essere d'accordo per l'approccio scientifico e tanto meno per il concetto "facciamo piano e non rompiamo le balle che forse viviamo ancora 2 anni".
Io rifiuto e lo rifiuterò sempre il concetto per il quale uccelli sotto la dimensione del tordo non siano cacciabili non per ragioni numeriche ma solo perche scritto su una carta.
Nel nord europa cacciano lince, orso, cinghiali tutto l'anno, alci, renne e cose che a me personalmente fanno rabbrividire...ma li per ragioni numeriche e culturali sono concessi.
Qui non stiamo discutendo del giorno + del giorno - della pispola o del moriglione...qui si discute sul perchè in europa fanno il bello e il cattivo tempo a loro piacimento tutti e qui si gira costantemente con una mano sul fondo schiena.[occhi]
Io vi prego veramente sig.ri Politici...fate in modo di delegare a tecnici e non a politici le leggi sulla caccia...sarebbero maggiormente comprese da tutti e digerite da entrambe le fazioni senza spargimenti di lacrime e sangue.
L'opinione pubblica avrebbe di noi una considerazione maggiore se in tema di caccia e ambiente non parlassero i politici o i giornalisti ma i tecnici e se i tecnici fornissero alla popolazione i numeri e le proprie scelte fatte basando il tutto su argomentazioni scientifiche.
Sig. Ciarafoni se l'argomento Fringuello fosse stato affrontato in maniera scientifica e un pool di esperti si fosse pronunciato in funzione di dati e non di ideologia lo si caccierebbe senza problemi (con limiti ovviamente) e nessuno avrebbe obbiettato.
Se un pool di esperti domani chiudesse la caccia al sassello spiegandone le ragioni numeriche... nessun cacciatore che ama questa caccia avrebbe obbiettato perchè consapevole che prima di tutto c'è la salvaguardia della specie e la speranza di ritornare a cacciarlo una volta ristabilito il numero fissato.
L'opinione pubblica si tranquillizza con numeri non con un approccio soft per non fare rumore.
Questa è la piccola differenza che i politici non riescono a capire...
Almeno voi che volete bene alla caccia....toglietela dalle discussioni e fatela discutere a chi di animali ne capisce e li studia in maniera imparziale.
(non era riferita a lei ovviamente ma ai molti onorevoli che votano leggi non sapendo di cosa stanno parlando)[:-cry]
Certo la scienza ci direbbe di cacciare per specie.E quelle specie le cui dinamiche siano positive sotto il profilo del successo riproduttivo. No?
Poi però ci vuole la politica che attraverso una legge preveda il ritiro della licenza di caccia a vita per i bracconieri e per coloro che escono furbescamente fuori da questo schema.
Quindi come vedi, caro Lume, la politica, quella giusta quella vera, ci entra sempre prima o poi.
Certo la scienza ci direbbe di cacciare per specie.E quelle specie le cui dinamiche siano positive sotto il profilo del successo riproduttivo. No?
Poi però ci vuole la politica che attraverso una legge preveda il ritiro della licenza di caccia a vita per i bracconieri e per coloro che escono furbescamente fuori da questo schema.
Quindi come vedi, caro Lume, la politica, quella giusta quella vera, ci entra sempre prima o poi.
Si ma si occupi delle pene non delle specie, periodi e equilibri naturali.
Grazie alle politiche sbagliate oggi non esiste quasi più un' agricoltura rurale che ha decretato la scomparsa o il rischio di estinzione di molti animali e vorrebbero ora dirci che è COLPA NOSTRA.
Ora verificato il danno gli incopetenti lascino il posto a chi di armonia della natura ha dedicato la vita mediante lo studio...
Certo.Volevo però dire che a volte siamo noi o meglio chi infrange la legge a legittimare l'intervento atecnico del legislatore.[regol]
Convieni che se si fa la primaverile o si va col cane a quaglie il 1^ agosto chi abbatte la lepre o il fagiano debba essere espulso dal mondo venatorio. No?
Così pure se si va a fringuelli e a passera oltremontana no chi infrange la disposizione come minimo deve avere la licenza ritirata per almeno sei anni.
Torno però a ripetere che il problema di fondo è quello della ricostituzione degli habitat naturali.
Ma anche quello di una maggiore sportività, maggiore severità per chi infrange la legge.
Certo.Volevo però dire che a volte siamo noi o meglio chi infrange la legge a legittimare l'intervento atecnico del legislatore.[regol]
Convieni che se si fa la primaverile o si va col cane a quaglie il 1^ agosto chi abbatte la lepre o il fagiano debba essere espulso dal mondo venatorio. No?
Così pure se si va a fringuelli e a passera oltremontana no chi infrange la disposizione come minimo deve avere la licenza ritirata per almeno sei anni.
Torno però a ripetere che il problema di fondo è quello della ricostituzione degli habitat naturali.
Ma anche quello di una maggiore sportività, maggiore severità per chi infrange la legge.
Le pene siano commisurate al reato commesso, e la politica fino ad ora non ha certo nulla di impartire come morale[menaie] in merito al pagamento degli errori commessi.
Il problema non è quello di rivoluzionare e inasprire le pene ma di eseguire i controlli...basterebbero quelli e 6 bastonate a fila da 6-7 mila euro per dissuadere il peggior discolo.
E i proventi vengano devoluti a opere ambientali o di ripopolamento e non al solito buco di bilancio di qualche provincia!!!!![menaie]
Certo la scienza ci direbbe di cacciare per specie.E quelle specie le cui dinamiche siano positive sotto il profilo del successo riproduttivo. No?
Poi però ci vuole la politica che attraverso una legge preveda il ritiro della licenza di caccia a vita per i bracconieri e per coloro che escono furbescamente fuori da questo schema.
Quindi come vedi, caro Lume, la politica, quella giusta quella vera, ci entra sempre prima o poi.
Se fosse così avremmo almeno una decina di specie in più da cacciare!!
Giampa, ho vissuto per 15 anni la gestione dell'ATC più grande d'Italia (20.000 associati), ho fatto politica, ho avuto incarichi importanti (senza stipendio... sempre rifiutato) in associazioni venatorie, ho cercato l'unione e la condivisione e sono arrivato al punto che schifato ho mollato tutto.... le associazioni non appoggeranno mai una modifica che preveda il ritiro della licenza per le infrazioni anche gravi: perderebbero tesserati e soldini.
Inoltre lasciando perdere il denaro del tesseramento, non ti sei mai domandato dove sono andati a finire i milioni di euro incamerati dalle AAVV con il comma 2 c) dell'art. 24 della 157/92 (tanto cara alle associazioni riconosciute)... negli anni d'oro della caccia avremmo potuto comperare milioni di ettari da poter gestire come volevamo, con colture a perdere, voliere a cielo aperto, zone cinofile ecc., ed invece si è preferito acquistare palazzi e stipendiare gli amici.... la politica, quella vera come dici tu, non permetterà mai che si possa arrivare ad un'associazione unica dove ci sia veramente unità d'intenti ed un disegno programmatico ben definito... altrimenti sarebbe finito il gioco delle parti ed i politici non ci potrebbero sguazzare!!!
Quando verrà unificato il mondo venatorio italiano e verrà fondata l'Associazione Nazionale Cacciatori Italiani... chiamatemi io ci sarò!![:D][:-golf]
Bruno Decca "Multi sunt vocati... pàuci vero electi"
Se fosse così avremmo almeno una decina di specie in più da cacciare!!
Giampa, ho vissuto per 15 anni la gestione dell'ATC più grande d'Italia (20.000 associati), ho fatto politica, ho avuto incarichi importanti (senza stipendio... sempre rifiutato) in associazioni venatorie, ho cercato l'unione e la condivisione e sono arrivato al punto che schifato ho mollato tutto.... le associazioni non appoggeranno mai una modifica che preveda il ritiro della licenza per le infrazioni anche gravi: perderebbero tesserati e soldini.
Inoltre lasciando perdere il denaro del tesseramento, non ti sei mai domandato dove sono andati a finire i milioni di euro incamerati dalle AAVV con il comma 2 c) dell'art. 24 della 157/92 (tanto cara alle associazioni riconosciute)... negli anni d'oro della caccia avremmo potuto comperare milioni di ettari da poter gestire come volevamo, con colture a perdere, voliere a cielo aperto, zone cinofile ecc., ed invece si è preferito acquistare palazzi e stipendiare gli amici.... la politica, quella vera come dici tu, non permetterà mai che si possa arrivare ad un'associazione unica dove ci sia veramente unità d'intenti ed un disegno programmatico ben definito... altrimenti sarebbe finito il gioco delle parti ed i politici non ci potrebbero sguazzare!!!
Quando verrà unificato il mondo venatorio italiano e verrà fondata l'Associazione Nazionale Cacciatori Italiani... chiamatemi io ci sarò!![:D][:-golf]
Dove siano finiti quei soldi non lo so ma posso facilmente immaginare che siano finiti nella gestione degli aparati e nell'acquisto di fagiani et similia.
Non aver comperato terreni come tu dici è stato un errore senza dubbio.
Almeno si potevan fare progetti pilota di gestione faunistica.
Io ho gestito le ZRC della mia Provincia (quando era comprensiva di Fermo)
circa 15 mila ettari di terreni.E ti posso dire che occorrono:
-consenso dei proprietari dei terreni e degli agricoltori;
-consenso dei cacciatori;
-un tantino di soldi
-corretti criteri di gestione
-vigilanza
e si possono fare delle belle cose.Ma limitate alle ZRC.Mentre fuori è il deserto.
Perciò che ritengo fondamentale il rapporto cogli agricoltori.Perchè passando loro,detto molto sinteticamente,un pò di reddito sono i soli in grado di presidiare e migliorare gli habitat naturali.
Ma con un sistema tutto pubblicistico è impossibile.
A proposito di ANCI Associazione Nazionale Cacciatori Italiani, meglio cambiare nome sennò litighiamo con l'ANCI Associazione Nazionale Comuni Italiani[:D]
Che cosa è necessario insegnare ad un cucciolo/cucciolone? Ci sono una serie di addestramenti di base che un giovane cane, di qualsiasi razza: caccia, utilità, difesa, compagnia è utile conosca. Sono la corretta condotta al guinzaglio, il seduto, il terra ed il resta. Per i cani da caccia sono necessari il riporto e, specialmente per i cani polivalenti come il DD, il lavoro in acqua. Ricordiamo sempre che ogni cucciolo è diverso dall’altro...
Non necessariamente è bello solo quando si caccia.
Nella foto sotto il risultato di una traccia pazzesca ad un cervo adulto tirato da...
18-10-21, 18:13
Caricamento in corso ...
Nessun altro evento.
Attendere..
👍
😀
😂
🥰
😘
😎
🤢
😞
😡
👎
Elaboriamo i dati personali degli utenti del nostro sito, attraverso l'uso di cookie e altre tecnologie, per fornire i nostri servizi, personalizzare la pubblicità e analizzare l'attività del sito. Potremmo condividere determinate informazioni sui nostri utenti con i nostri partner pubblicitari e di analisi. Per ulteriori dettagli, fai riferimento alla nostra Informativa sulla privacy.
Facendo clic su "ACCONSENTO" di seguito, accetti i nostri Informativa sulla privacy e le nostre pratiche relative al trattamento dei dati personali e ai cookie come ivi descritte. Riconosci inoltre che questo forum potrebbe essere ospitato al di fuori del tuo Paese e acconsenti alla raccolta, archiviazione ed elaborazione dei tuoi dati nel Paese in cui è ospitato questo forum.
Commenta