c'é trotto e trotto, quello che ci piace deve essere a lunga sgambata e con una forte spinta del posteriore che provoca un marcato tempo di sospensione . Da bandire il trotto moscio del soggetto carente di capacità atletiche cosi' come il trotto frenetico del cane galoppatore coercito a trottare con la braga. Poi , non bisogna, come avvenuto in passato, fare del trotto un totem un dogma perché il bracco "naturale" , sano,appassionato ed atletico dovrà alternare al trotto il galoppo nelle situazioni in cui "oggettivamente" il galoppo é piu' conveniente o naturale. Mitizzando il trotto ed indicandolo come unica andatura del bracco abbiamo prima, giustificato soggetti linfatici, senza nerbo né passione, poi premiato bracchi che il trotto lo sviluppavano solo perché coerciti da braga e magari anche con......altri mezzi coercitivi. Deve ormai essere ben chiaro per tutti che i bracchi, se non coerciti , sviluppano tutte le andature seguendo le situazioni che si presentano e sia altrettanto chiaro che affermare che l'andatura del bracco italiano sia solo il trotto, non solo non é veritiera ma porta a giustificare da un lato i "filosofi e pensatori" che hanno allontanato i cacciatori dalla razza e dall'altro hanno obbligato ad utilizzare coercizioni meccaniche per ottenere i cartellini in prova, cartellini che hanno portato al risultato opposto a quello desiderato, cioé a mettere in razza cani che non sono trottatori naturali e che NON trasmettono geneticamente questa andatura .
Non sarà che è proprio il trotto il freno del bracco italiano ??
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Indubbio che l'andatura di trotto sia una caratteristica peculiare del Bracco Italiano, ma facciamo degli importantissimi distinguo altrimenti si mettono gli asini ed i muli insieme con i cavalli :
c'é trotto e trotto, quello che ci piace deve essere a lunga sgambata e con una forte spinta del posteriore che provoca un marcato tempo di sospensione . Da bandire il trotto moscio del soggetto carente di capacità atletiche cosi' come il trotto frenetico del cane galoppatore coercito a trottare con la braga. Poi , non bisogna, come avvenuto in passato, fare del trotto un totem un dogma perché il bracco "naturale" , sano,appassionato ed atletico dovrà alternare al trotto il galoppo nelle situazioni in cui "oggettivamente" il galoppo é piu' conveniente o naturale. Mitizzando il trotto ed indicandolo come unica andatura del bracco abbiamo prima, giustificato soggetti linfatici, senza nerbo né passione, poi premiato bracchi che il trotto lo sviluppavano solo perché coerciti da braga e magari anche con......altri mezzi coercitivi. Deve ormai essere ben chiaro per tutti che i bracchi, se non coerciti , sviluppano tutte le andature seguendo le situazioni che si presentano e sia altrettanto chiaro che affermare che l'andatura del bracco italiano sia solo il trotto, non solo non é veritiera ma porta a giustificare da un lato i "filosofi e pensatori" che hanno allontanato i cacciatori dalla razza e dall'altro hanno obbligato ad utilizzare coercizioni meccaniche per ottenere i cartellini in prova, cartellini che hanno portato al risultato opposto a quello desiderato, cioé a mettere in razza cani che non sono trottatori naturali e che NON trasmettono geneticamente questa andatura .Ultima modifica Lucio Marzano; 13-09-16, 12:46.lucio -
Il cane è trottatore finché non può essere galoppatore.
Anche i vecchi bracchi tedeschi di una volta erano pesanti e trottavano, tant'è che si diceva che fosse più facile catturare una pulce su un barbone a pelo riccio che selvaggina con un cane da ferma tedesco (Otto e Kleeman, 1938). Poi i tedeschi cominciarono ad alleggerire e il moderno Kurzhaar va come un tav.
Se il bracco italiano è stato (da pochi)alleggerito...andrà di conseguenza.Commenta
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Non è pproprio cosi'. Io ho avuto in precedenza dei continentali tedeschi, tutti e due. Non li ho mai visti trottare come fanno le mie due bracche di adesso. Le mie sono leggere che di più non si può. Domenica un inglesista che le ha viste, ha detto che il mondo si è rovesciato, che gli sembrava strano che i bracchi dovessero andare come i setter. Ma quando vogliono ti posso assicurare che trottano e trottano bene , pure quando non sono per nulla stanche.Il cane è trottatore finché non può essere galoppatore.
Anche i vecchi bracchi tedeschi di una volta erano pesanti e trottavano, tant'è che si diceva che fosse più facile catturare una pulce su un barbone a pelo riccio che selvaggina con un cane da ferma tedesco (Otto e Kleeman, 1938). Poi i tedeschi cominciarono ad alleggerire e il moderno Kurzhaar va come un tav.
Se il bracco italiano è stato (da pochi)alleggerito...andrà di conseguenza.Commenta
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ad inizio 900, a parte gli inglesi e gli spaniels, TUTTI i continentali avevano andature miste di trotto e galoppo , molti standard di razze continentali ancora oggi citano come andature un misto di trotto e galoppo , ma in piu' di un secolo c'é stata una evoluzione generalizzata che ha alleggerito e velocizzato le varie razze da ferma, compresi gli inglesi (basta leggere gli standard ufficiali per capire come fossero ben piu' alti e lenti sia i setter che i pointer di antan) purtroppo invece le due razze da ferma italiane, hanno conosciuto un'evoluzione contraria, non certo finalizzata alla funzionalità venatoria e cosi' sono state giubilate dai cacciatori , le cifre non ammettono repliche in merito.
Torniamo al trotto , premesso che si parla di un trotto di qualità, a sgambata lunga e frequente con marcato tempo di sospensione, che é andatura tipica e peculiare esclusivamente del bracco italiano, é un'andatura di resistenza (come é il trotto in natura) ma é piu' veloce di quello di un trotto di trasferimento ed é anche esteticamente appagante . Un cane sano e pieno di passione che , naturalmente, trotti esclusivamente , non esiste anche perché in certe circostanze di terreno e vegetazione , il trotto sarebbe controproducente. Ma le andature devono essere quelle che si tengono a caccia, non quelle parossistiche ed assurde, che vengono sviluppate in turni di un quarto d'ora e non mi riferisco solo ai bracchi italiani !!! poi ci si puo' anche prendere per i fondelli, mitizzando certi corsieri e certi frenetici trottatori, l'importante pero' é sapere che ci si sta prendendo in giro e che la realtà venatoria é una cosa molto, ma molto diversa !!!!lucioCommenta
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[quote]Non sempre si può essere d'accordo.
Max, questo lo si può vedere anche in 20 minuti fatti alla massima potenza, in venti minuti il cane al giudice può dire molto. In venti minuti un cane che corre per trovare la selvaggina con temperature di 34° può rimetterci la vita, qui non stiamo parlando di cani che corrono per sfogarsi. Quelli che si sfogano arrivano sempre freschi, forse perché metà del loro tempo lo hanno perso a cazzeggiare.Prendiamo in considerazione anche i fattori esterni come siccità, mancanza d'acqua, caldo ecc ecc e l'affaticamento che è normale dopo ore di caccia, sono tutti fattori che influiscono notevolmente sulla concentrazione. Questo non solo vale per i cani ma anche per noi umani.E' normalissimo per questo sarebbe più giusto perdonare l'errore del cane alla fine del turno e non all'inizio, quando invece di cacciare il cane sfoga la sua voglia di andare.E' normale che quando si è più stanchi la testa non ragioni più come da freschi.
Se parliamo di cuccioli, cuccioloni o cani giovani che non sanno ancora per quale motivo si trovano sul terreno ti do ragione.Stiamo parlando di cuccioloni e di cani giovani, io sinceramente non sarei così drastico.
La mentalità dei cani da caccia è quella di cacciare. Di qualsiasi razza l'importante è che nella testa del cane ci sia l'idea fissa di reperire la selvaggina. Se lo fanno in stile di razza ancora meglio. A me piace il bracco italiano leggero, nevrile, pieno di passione, che galoppa per trarne profitto e non per sfogare la sua repressione. Se il cane non ha il naso collegato con il cervello il galoppo non serve, o serve solo a far sfogare il cane. E' sempre meglio far sfogare il cane con il galoppo, che farlo trottare per costrizione, in entrambi i casi i cani non daranno mai il massimo in termine venatorio.Magari tutti i cani da caccia avessero la stessa mentalità...Commenta
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anche quella del cacciatore , ma la differenza la fa il "come"La mentalità dei cani da caccia è quella di cacciare. Di qualsiasi razza l'importante è che nella testa del cane ci sia l'idea fissa di reperire la selvaggina. Se lo fanno in stile di razza ancora meglio.
la sua "repressione" ??? il cane sfoga la sua passione non la repressione.A me piace il bracco italiano leggero, nevrile, pieno di passione, che galoppa per trarne profitto e non per sfogare la sua repressione.
ed é proprio perché all'inizio é trasportato dall'avidità che gli vien concesso il famoso minutoSe il cane non ha il naso collegato con il cervello il galoppo non serve, o serve solo a far sfogare il cane.
ed é proprio quello che viene ribadito dall'inizio di questo thread !!E' sempre meglio far sfogare il cane con il galoppo, che farlo trottare per costrizione, in entrambi i casi i cani non daranno mai il massimo in termine venatorio.lucioCommenta
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Ok per la prima parte ma ti faccio presente che io non stavo di certo parlando di cani che corrono per sfogarsi ma di CONCENTRAZIONE.Max, questo lo si può vedere anche in 20 minuti fatti alla massima potenza, in venti minuti il cane al giudice può dire molto. In venti minuti un cane che corre per trovare la selvaggina con temperature di 34° può rimetterci la vita, qui non stiamo parlando di cani che corrono per sfogarsi.Commenta
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mio suocero ha un'inglese, mi diceva sempre : "Luca il mio cane in 10 minuti mi fa tutto il poggio, se c'e' un'animale si inchioda come una statua e io cammino poco, tu per stare dietro a quel camion devi sempre pedalare!!!" io dopo quasi due anni di bracco italiano gli ho dimostrato quante fesserie e luoghi comuni avesse detto, il mio bracco gira largo ora, ferma e riporta da dio, non perde quasi mai un'animale, quando ferma sono sicuro al 90% di poter tirare all'animale fermato, non fa nulla di inutile ma tutto e' finalizzato alla minor fatica e maggior profitto, il mio cane a quasi due anni ferma beccaccini fagiani starne quaglie...il suo cane che molto sembrava ostentare con il galoppo forsennato e velocissimo ora sembra goffo ed inutile ai suoi occhi, si e' accorto che qualche animaluccio lo lascia nella corsa, passa il mio e lo ferma...si e' accorto che se non lo ferma e lo fa frullare a 300 metri e' obbligato a vederlo andar via rosicando...si e' accorto che corri corri alla fine e' tutto il lavoro che c'e' nel mezzo che conta per noi e per lui...si e' accorto che con il mio bracco puo anche camminare poco, se c'e' un'animale molto probablmente lui si fermera e restera' li fino a che non sentira' la mia gamba vicino a lui...pronto al frullo...io non ho un bracco da gara o agonisticamente performante, un bracco normale credo...mio suocero ora dice " Luca il prossimo cane, l'ultimo magari sara' un bracco...voglio concretezza!" due anni mi ci sono voluti, molte sciolte insieme...molti paragoni pratici ma alla fine ha apprezzato il bracco...il suo non sara' un campione di inglese no ma neanche il mio e' un campione di bracco...SE SOLO LA SMETTESSIMO DI CREDERE CHE TUTTO QUELLO CHE NASCE FUORI DALLE ALPI E' STUPENDO MAGNIFICO E PERFORMATE, se solo fossimo meno esterofili...SE AVESSIMO SELEZIONATO IL BRACCO DA CACCIA COME ABBIAMO FATTO CON GLI INGLESI IN CASA NOSTRA!!!!!! W IL BRACCO TROTTATORE E NON, NATURALE E SANO, ROBUSTO E RESISTENTE...NULLA DI CONTRO ALLE ALTRE RAZZE MA ABBIATE PAZIENZA...LA NOSTRA STORIA DICE BRACCO!Commenta
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commovente l'amore di Luca Bianconi per il Bracco italiano, ma purtroppo ci sono le cifre (che non si possono discutere) che ci dicono che su 40.000 cani da ferma che si iscrivono i in Italia, solo 800 sono bracchi italiani e 600 gli spinoni ed una buona parte di questi NON va nemmeno a caccia. Bianconi cita la storia e purtroppo la storia ci racconta che c'erano due razze che 90 anni fa furono riunite in una sola e da allora abbiamo selezionato piu' guardando al tipo da esposizione o se si preferisce al tipo pesante che non a quello leggero facendo esattamente il contrario di quanto stavano facendo tutti gli altri e non certo per esterofilia ma per andare incontro ai desiderata dei cacciatori italiani. Nel confronto i bracchi italiani partono ad handicapp gravati da un rapporto peso altezza sfavorevole , con inutili orpelli che faranno felici i paladini di poltrone e sofà, ma che non sono altro che tare, carico non pagante, che il nostro deve portarsi appresso. Rimane ed é sempre piu' evidente il dilemma del futuro della razza e cioé se si vuole un Bracco Italiano cane da caccia o se invece si desidera il pacioccone con ossatura bovina e pelle ballonzolante che fa tanta tenerezza quando si allunga sui divani e purtroppo anche con l'ultimo standard valido dal gennaio di quest'anno, le indicazioni sono ambigue all'insegna del cerchiobottismo che cercando di accontentare gli amanti del cane da salotto e (i pochi) che lo vorrebbero cacciatore, riesce a non accontentare nessuno e le iscrizioni
di conseguenza continuano a latitare mentre , sullo scarso totale di bracchi iscritti, il numero di quelli da compagnia sale.lucioCommenta
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Insomma, il Bracco italiano è stato, è e deve continuare ad essere un cane da caccia. Analogo discorso per lo Spinone. Così come tutte le altre razze del gruppo VII. Il Setter, il Pointer, il Kurzhaar, l'Epagneul Breton ecc.
Che poi ci sia qualche soggetto da divano o da esposizione, transeat. Ci saranno in tutte le razze. Ma non devono predominare.
La caccia, tuttavia, non gode ottima salute. Questo bisogna dirlo. Ed anche le prove di lavoro, da quello che sento dire, non godono di buona salute. Motivo per cui le prestazioni dei cani, a qualsiasi razza appartengano, ne risentono in senso negativo.
E' dovere precipuo di chi istituzionalmente si occupa della salvaguardia delle razze canine da caccia , e in particolare del Bracco italiano e dello Spinone, conservarne e migliorarne le caratteristiche e i requisiti mancando i quali esse non possono più considerarsi da caccia.
Molto viene fatto. E' vero. Lo vedo dal numero delle prove di lavoro organizzate. La mia impressione di osservatore esterno è, però, che i partecipanti siano pochi e sempre gli stessi. Vale a dire manca la divulgazione affinché ci sia una maggiore diffusione. Lo attestano chiaramente i numeri delle iscrizioni al ROI citati da Lucio.
L' area che a mio avviso risulta da esplorare è quella relativa alla emanazione, sulla base degli Standard in vigore, di linee guida o direttive, vincolanti per i giudici e anche all' estero, volte a penalizzare gli aspetti che ostacolino l' efficacia venatoria e, per converso, a conservare, consolidare e migliorare le caratteristiche venatorie sia psichiche che morfologiche. Direttive volte, altresì, a dirimere questioni, quali quella del trotto naturale, che, non risolte, vanno a detrimento delle caratteristiche di razza.
Del resto, fortunatamente, Bracchi italiani e Spinoni che vanno proficuamente a caccia ce ne sono. Seppur pochi. O poco conosciuti. Ce lo dicono Lucio, Luca Bianconi, Druso, Bosco e altri del Forum.Commenta
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e purtroppo invece nel bracco italiano stanno continuamente crescendo i divanistiInsomma, il Bracco italiano è stato, è e deve continuare ad essere un cane da caccia. Analogo discorso per lo Spinone. Così come tutte le altre razze del gruppo VII. Il Setter, il Pointer, il Kurzhaar, l'Epagneul Breton ecc.
Che poi ci sia qualche soggetto da divano o da esposizione, transeat. Ci saranno in tutte le razze. Ma non devono predominare.
non sono estranei alla cerenza di soggetti presentati alle prove i costi e la situazione economica generale difficile cosi' come il fatto che in prova vanno presentati soggetti dressati (percorso e fermo al frullo) che il normale cacciatore ha difficoltà a preparare, cosi' la maggioranza dei cani cometitivi é presentata da addestratori professionisti, che comportano costi per molti eccessiviLa caccia, tuttavia, non gode ottima salute. Questo bisogna dirlo. Ed anche le prove di lavoro, da quello che sento dire, non godono di buona salute. Motivo per cui le prestazioni dei cani, a qualsiasi razza appartengano, ne risentono in senso negativo.
come detto purtroppo i documento ufficiali, gli standard di razza,continuano ad indicare come tipici sogetti non costruiti in funzione lavoroE' dovere precipuo di chi istituzionalmente si occupa della salvaguardia delle razze canine da caccia , e in particolare del Bracco italiano e dello Spinone, conservarne e migliorarne le caratteristiche e i requisiti mancando i quali esse non possono più considerarsi da caccia.
ormai fra caccia, expo e prove si é creata una diversa concezione del bracco e le direttive latitano o peggio sono troppo permissive lasciando spazio a bufali e gazzelleMolto viene fatto. E' vero. Lo vedo dal numero delle prove di lavoro organizzate. La mia impressione di osservatore esterno è, però, che i partecipanti siano pochi e sempre gli stessi. Vale a dire manca la divulgazione affinché ci sia una maggiore diffusione. Lo attestano chiaramente i numeri delle iscrizioni al ROI citati da Lucio.
manca la volontà ed il coraggio di prendere la decisione di fondo cioé se l'allevamento del bracco debba essere rivolto alla funzionalità venatoria o ad aspetti che con la caccia non hanno alcuna affinitàL' area che a mio avviso risulta da esplorare è quella relativa alla emanazione, sulla base degli Standard in vigore, di linee guida o direttive, vincolanti per i giudici e anche all' estero, volte a penalizzare gli aspetti che ostacolino l' efficacia venatoria e, per converso, a conservare, consolidare e migliorare le caratteristiche venatorie sia psichiche che morfologiche. Direttive volte, altresì, a dirimere questioni, quali quella del trotto naturale, che, non risolte, vanno a detrimento delle caratteristiche di razza.
ce ne sono, é vero, ma sono troppo pochi per guardare con ottimismo al futuro venatorio della razzaDel resto, fortunatamente, Bracchi italiani e Spinoni che vanno proficuamente a caccia ce ne sono. Seppur pochi. O poco conosciuti. Ce lo dicono Lucio, Luca Bianconi, Druso, Bosco e altri del Forum.lucioCommenta
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Formalmente l' allocazione al Gruppo VII - Razze da ferma di per sé, a mio avviso, dovrebbe costituire indirizzo vincolante per chi si occupa della tutela della razza o del suo allevamento..........................
manca la volontà ed il coraggio di prendere la decisione di fondo cioé se l'allevamento del bracco debba essere rivolto alla funzionalità venatoria o ad aspetti che con la caccia non hanno alcuna affinità
ce ne sono, é vero, ma sono troppo pochi per guardare con ottimismo al futuro venatorio della razza
E', tuttavia, da osservare che, nella situazione data e considerati i costi ed i prezzi praticati, le leggi di bilancio ed economiche potrebbero confliggere con la finalizzazione venatoria.
In termini assoluti i numeri sono scarsi. Sia dei Bracchi e Spinoni cacciatori
sia delle iscrizioni annuali al ROI. Le due razze non godono il favore dei cacciatori. Questo mi sembra assodato. Sulle cause e sui rimedi molto si è discusso in questa sede con dovizia di argomentazioni. Se tali numeri e tale mancanza di diffusione tra i cacciatori siano un valore ovvero un disvalore potrebbe/dovrebbe essere oggetto di analogo dibattito e analisi da parte degli enti preposti alla tutela e salvaguardia delle due razze. Probabilmente esso è avvenuto e mi è sfuggito. Nel qual caso chiedo venia.Commenta
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Ritengo che la colpa sia dei cacciatori, non si può tenere il bracco e lo spinone in due metri quadrati cosa che non è per il bracco e lo spinone vista la sua struttura fisica. Per divulgare il bracco e lo spinone bisogna istruire i cacciatori in materia di cinofilia, spiegando le caratteristiche delle varie razze canine venatorieUltima modifica Eugenio Molteni; 19-09-16, 18:17.Commenta
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a me non risulta che bracchi e spinoni siano tenuti in modo diverso dalle altre razze da caccia, casomai molti di loro sono tenuti in casa con divani e poltrone a disposizione. Due metri quadrati non bastano neanche per un breton e comunque i cani da caccia necessitano di essere allenati tutto l'anno.Ritengo che la colpa sia dei cacciatori, non si può tenere il bracco e lo spinone in due metri quadrati cosa che non è per il bracco e lo spinone vista la sua struttura fisica. Per divulgare il bracco e lo spinone bisogna istruire i cacciatori in materia di cinofilia, spiegando le caratteristiche delle varie razze canine venatorie
Poi mi piacerebbe sapere quali siano le "caratteristiche" da spiegare considerando che lo standard di razza indica come tipici sia cani da 40 kg. x 67 cm di taglia che da 25 kg. x 55 cm.
Piu' che spiegare le "caratteristiche" a mio modestissimo parere occorrerebbe fissare un tipo uniforme, perché oggi si ammettono bufali e gazzelle.Ultima modifica Lucio Marzano; 20-09-16, 13:05.lucioCommenta
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