Tanto più che quel domani è già cominciato, e non con buone prospettive: allevatori che smettono, mecenati del trialer che abbandonano o ridimensionano, addestratori anziani che si prepensionano e debuttanti che fanno fatica a sbarcare il lunario.
Ma la crisi, ragazzi, l'orrenda crisi che attanaglia il mondo semiuniverso vi pare un fenomeno solo mediatico ?Solo talk show ,dove fior di esperti di economia ( la scienza inutile, la chiamava Bocca) ci spiegano come e qualmente uscirne illesi è impossibile? Perchè quel che succederà, di sicuro, non lo sappiamo, ma sappiamo che se non sarà grandine sarà acqua grassa.
Lucio, che è più anziano di me, dice che la cinofilia di adesso è migliore, più democratica, disponibile, meno snob e ieratica e soprattutto con molti più cani , e di livello nettamente superiore. Io concordo sui cani, ammetto che con la quantità è cresciuta anche la qualità; meno entusiasta sono sugli uomini. Certo i Saladini Pilastri, i Corteggiani, i De Angelis non erano dei campioni di cordialità e bonomia ma certi giudici di adesso ti fanno venire il latte alle ginocchia, sembrano degli applicati segreteria, non hanno opinioni, non si pronunciano mai in modo incisivo. Non parliamo poi dei new entry dei proprietari di cani: roba che va dalla pelle d'oca al torcibudello; a seconda del grado di sensibilità che abbiamo!
Comunque fin qui è andata. La cinofilia ha fatto una certa selezione (discutibile), ha dato indicazioni ( conseguentemente discutibili ) , ha, volenti o nolenti, costruito il tessuto connettivo della popolazione canina impiegata nella caccia cacciata ( per quel che resta !). Ma domani ?
Non bisogna essere nè un Nostradamus nè St. Malachia per capire che le file della grande cerca ( proprietari, selezionatori,sostenitori a vario titolo) si assottiglieranno e quelle delle cacce pure, seppure in misura minore. Ieri avevamo il medio impiegato e perfino il metalmeccanico, che divorati dal sacro fuoco della passione , rinunciavano magari a metter su famiglia, a cambiare l'automobile ma non a spendere mezzo stipendio per mandare avanti il "cagnino" nel furgone di Tizio o Caio. Ma domani ?
Di quel 10% di Italiani che si dice detengano il 50- 60% della ricchezza nazionale ,quanti sono cinofili ? Quanti disponibili a spendere qualche centinaia di migliaia di euro l'anno, fra acquisti, scarti, cucciolate prodotte, dresseur, riserve all'estero, trasferte in lontani lidi ?
So che mi considerate già abbastanza antipatico perchè io abbia bisogno di attrezzarmi a Cassandra, ma la mia verità la voglio dire! Nei prossimi vent'anni ,della cinofilia agonistica che conosciamo e che, a ragione Guberti ha definito sport per ricchissimi , rimarrano esigue vestigia.
Quattro, forse cinque mecenati della grande cerca, qualcuno in più nella caccia a starne ( che non è nè pancotto nè panbagnato) e forse una trentina, quaranta cacciatori che, inappagati dalla caccia in coma irreversibile, si ostinerà, non si sa perchè, a preparare e presentare qualche cane nelle prove italiche di caccia a selvaggina. E il cacciatore, quel cacciatore che fa le pulci alla cinofilia agonistica, e la considera la causa delle sue doglianze ? Quel cacciatore starà alla nuova cinofilia elitaria e ristretta (per necessità) come il cacciatore anni 50 e 60 stava alla cinofilia snob ed esclusiva. Con una sola sostanziale differenza: la caccia, allora, esisteva davvero!
Il cacciatore dell'imminente futuro i giochi della Cinofilia li guarderà su yotube o su Sky, che li hanno ripresi in Bielorussia, in Cina, nelle Terre di Marco Polo.
Potrebbe anche nascere una cinofilia ,sui generis, a misura di cacciatore comune ( cioè povero o nuovo povero) : non ufficiale, attitudinale, locale, goliardica, irridente ai dogmi solariani e pastroniani, tipo il trofeo della salama Una "cinofilia" del genere: "il mio cane ha alzato tre beccacce il tuo una, ho vinto io !". Per poi passare rapidamente dalle beccacce ( roba seria) al gabbiatico.
A parte le battute! Per gli irriducibili non vedo altra possibilità che la moltiplicazione delle prove ufficiali a selvaggina in Italia. E per questa moltiplicazione la moltiplicazione degli sforzi ( oggi molto, molto esigui) di reintrodurre sui terreni italiani selvaggina da penna degna. Cose serie, non le porcate odierne degli ATC che immettono a giugno 100 starne, con la speranza che ne sopravvivano 10 pr la gioia dei famosi "cacciatori cinofili senza fronzoli" che il giorno dell'apertura le fucileranno a terra al canto dell'aurora, senza slegare i cani per paura che non le fermino e le facciano involare fuori tiro ( da me è accaduto. Documentato!).
Mala tempora .....
Paolo Cioli
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