la cinofilia di una volta era di tutti o no ?

Comprimi

Riguardo all'autore

Comprimi

dobro Scopri di più su dobro
X
 
  • Ora
  • Visualizza
Elimina tutto
nuovi messaggi
  • Paolo Cioli

    #106
    Si sta parlando di cinofilia di ieri e di oggi: ma quella di domani ,come sarà?
    Tanto più che quel domani è già cominciato, e non con buone prospettive: allevatori che smettono, mecenati del trialer che abbandonano o ridimensionano, addestratori anziani che si prepensionano e debuttanti che fanno fatica a sbarcare il lunario.
    Ma la crisi, ragazzi, l'orrenda crisi che attanaglia il mondo semiuniverso vi pare un fenomeno solo mediatico ?Solo talk show ,dove fior di esperti di economia ( la scienza inutile, la chiamava Bocca) ci spiegano come e qualmente uscirne illesi è impossibile? Perchè quel che succederà, di sicuro, non lo sappiamo, ma sappiamo che se non sarà grandine sarà acqua grassa.
    Lucio, che è più anziano di me, dice che la cinofilia di adesso è migliore, più democratica, disponibile, meno snob e ieratica e soprattutto con molti più cani , e di livello nettamente superiore. Io concordo sui cani, ammetto che con la quantità è cresciuta anche la qualità; meno entusiasta sono sugli uomini. Certo i Saladini Pilastri, i Corteggiani, i De Angelis non erano dei campioni di cordialità e bonomia ma certi giudici di adesso ti fanno venire il latte alle ginocchia, sembrano degli applicati segreteria, non hanno opinioni, non si pronunciano mai in modo incisivo. Non parliamo poi dei new entry dei proprietari di cani: roba che va dalla pelle d'oca al torcibudello; a seconda del grado di sensibilità che abbiamo!
    Comunque fin qui è andata. La cinofilia ha fatto una certa selezione (discutibile), ha dato indicazioni ( conseguentemente discutibili ) , ha, volenti o nolenti, costruito il tessuto connettivo della popolazione canina impiegata nella caccia cacciata ( per quel che resta !). Ma domani ?
    Non bisogna essere nè un Nostradamus nè St. Malachia per capire che le file della grande cerca ( proprietari, selezionatori,sostenitori a vario titolo) si assottiglieranno e quelle delle cacce pure, seppure in misura minore. Ieri avevamo il medio impiegato e perfino il metalmeccanico, che divorati dal sacro fuoco della passione , rinunciavano magari a metter su famiglia, a cambiare l'automobile ma non a spendere mezzo stipendio per mandare avanti il "cagnino" nel furgone di Tizio o Caio. Ma domani ?
    Di quel 10% di Italiani che si dice detengano il 50- 60% della ricchezza nazionale ,quanti sono cinofili ? Quanti disponibili a spendere qualche centinaia di migliaia di euro l'anno, fra acquisti, scarti, cucciolate prodotte, dresseur, riserve all'estero, trasferte in lontani lidi ?
    So che mi considerate già abbastanza antipatico perchè io abbia bisogno di attrezzarmi a Cassandra, ma la mia verità la voglio dire! Nei prossimi vent'anni ,della cinofilia agonistica che conosciamo e che, a ragione Guberti ha definito sport per ricchissimi , rimarrano esigue vestigia.
    Quattro, forse cinque mecenati della grande cerca, qualcuno in più nella caccia a starne ( che non è nè pancotto nè panbagnato) e forse una trentina, quaranta cacciatori che, inappagati dalla caccia in coma irreversibile, si ostinerà, non si sa perchè, a preparare e presentare qualche cane nelle prove italiche di caccia a selvaggina. E il cacciatore, quel cacciatore che fa le pulci alla cinofilia agonistica, e la considera la causa delle sue doglianze ? Quel cacciatore starà alla nuova cinofilia elitaria e ristretta (per necessità) come il cacciatore anni 50 e 60 stava alla cinofilia snob ed esclusiva. Con una sola sostanziale differenza: la caccia, allora, esisteva davvero!
    Il cacciatore dell'imminente futuro i giochi della Cinofilia li guarderà su yotube o su Sky, che li hanno ripresi in Bielorussia, in Cina, nelle Terre di Marco Polo.
    Potrebbe anche nascere una cinofilia ,sui generis, a misura di cacciatore comune ( cioè povero o nuovo povero) : non ufficiale, attitudinale, locale, goliardica, irridente ai dogmi solariani e pastroniani, tipo il trofeo della salama Una "cinofilia" del genere: "il mio cane ha alzato tre beccacce il tuo una, ho vinto io !". Per poi passare rapidamente dalle beccacce ( roba seria) al gabbiatico.
    A parte le battute! Per gli irriducibili non vedo altra possibilità che la moltiplicazione delle prove ufficiali a selvaggina in Italia. E per questa moltiplicazione la moltiplicazione degli sforzi ( oggi molto, molto esigui) di reintrodurre sui terreni italiani selvaggina da penna degna. Cose serie, non le porcate odierne degli ATC che immettono a giugno 100 starne, con la speranza che ne sopravvivano 10 pr la gioia dei famosi "cacciatori cinofili senza fronzoli" che il giorno dell'apertura le fucileranno a terra al canto dell'aurora, senza slegare i cani per paura che non le fermino e le facciano involare fuori tiro ( da me è accaduto. Documentato!).
    Mala tempora .....
    Paolo Cioli
    Ultima modifica Ospite; 27-06-12, 12:09.

    Commenta

    • Lucio Marzano
      Lo zio
      • Mar 2005
      • 30090
      • chiasso svizzera
      • bracco italiano

      #107
      La cinofilia del domani, ecco un argomento che dovrebbe interessare tutti, ma soprattutto l'ente cinofilo nazionale (e omologhi internazionali).
      Le premesse, sono quanto di peggio si possa concepire : una crisi economica devastante i cui ulteriori sviluppi non appaiono positivi, una drastica flessione dei numero dei cacciatori dovuta principalmente all'immagine pessima che ne fanno i media ma anche alla quasi scomparsa del patrimonio faunistico, ed una ancora piu' drastica flessione degli utilizzatori del cane da ferma, che sono il polmone della cinofilia che ci interessa.
      Evidentemente non è contando sui pochi "paperoni" che si puo' costruire il futuro,
      ma , a mio modestissimo parere, modificando i regolamenti delle prove facendo in modo che si valutino i cani piu' per le doti naturali che per quelle addestrative imposte, altrimenti la cinofilia sarà solo quella dei furgoni e dei dresseurs, i quali ultimi hanno tutto il mio rispetto, ma anche loro si trovano a fare i conti con le ristrettezze economiche e con la crisi della caccia.
      L'utilizzo delle ZRC e dei parchi per le prove , già in atto ma troppo limitatamente,
      porterebbe a poter disporre della tanto agognata selvaggina vera, anche se la mitica starna sembra di difficilissima reintroduzione, malgrado i numerosi e dispendiosi tentativi.
      lucio

      Commenta

      • pier0
        ⭐⭐
        • Jan 2011
        • 492
        • ,
        • Setter

        #108
        Originariamente inviato da giovannirusso
        i tempi sono difficili per chiunque, e spesso, anche dove sembra che sia semplice, i sacrifici per affrontare le spese necessarie comportano tripli salti mortali. Non solo chi va un pò in giro a presentare i propri cani, ma anche chi nel proprio piccolo alleva, esce coi giovani, paga una monta, spesso si sottopone a sacrifici economici che i tempi che corrono amplificano nella portata. Proprio per questo, almeno tra appassionati , non dovrebbe accadere di darsi "fregature" che, per chi le prende, spesso bruciano il doppio proprio perchè pagate con sacrifici incredibili. E, anzi, sarebbero tempi in cui il mutuo soccorso dovrebbe funzionare in favore di tutti, perchè, se è vero che costa andare in giro per far risultati con un buon cane, altrettanto vero è che, le monte di quel cane dovrebbero essere cedute a prezzi accessibilissimi, giusto un rimborso per le spese di cui sopra. E questa sarebbe la cinofilia dei gentleman.
        E qui mi sa che non sbagli...
        Io non credo nel ritorno all' élite. Se non si guarda un pò più in là, ciò che il dottore presagisce non tarderà. E' nella formazione delle nuove generazioni che bisogna puntare e non chiudersi a riccio e darsi per vinti.

        Commenta

        • Lucio Marzano
          Lo zio
          • Mar 2005
          • 30090
          • chiasso svizzera
          • bracco italiano

          #109
          anni 60 , in percentuale sui praticanti, i Cinofili erano molti di piu' , in numero assoluto, non credo.
          I cacciatori erano piu' del doppio di adesso, la selvaggina era disponibile senza doversi sobbarcare costose trasferte all'estero e quindi anche un privato poteva preparare i suoi cani a costi relativamente sostenibili.
          A caccia il numero dei meticci era molto alto sia percentualmente che in valori assoluti,
          lo stile di razza era un argomento quasi sconosciuto e quando se ne parlava lo si faceva solo con gli addetti perché gli altri deridevano bellamente questi discorsi, le prove erano poche e stagionali e vi si incontravano i soliti noti , piu' qualche cacciatore locale occasionale, i cani di valore (tutte le razze da ferma incluse) erano conteggiati nelle poche decine, alcune razze erano impresentabili se vogliamo dire la verità, potendo soddisfare, e ben discutibilmente, i pochi "passionisti" della razza.
          Oggi i cani presentati sono qualche migliaio, fra loro vi si trova certamente lo scarso ma anche i'eccellente, i partecipanti sono molti di piu', la cultura cinofila, l'apprezzamento dello stile di razza , sono argomenti alla portata di moltissimi, le prove sono anche troppe e diffuse su tutto il territorio nazionale, malgrado la selvaggina buona sia scarsa.
          A caccia si vedono soggetti ben in tipo e di provata genealogia. Tutte lerazze hanno conosciuto un'evoluzione migliorativa nelle prestazioni ed alcune sono ritornate ad essere valide in assoluto e non solo per gli appassionati.
          lucio

          Commenta

          • Lucio Marzano
            Lo zio
            • Mar 2005
            • 30090
            • chiasso svizzera
            • bracco italiano

            #110
            purtroppo oggi la pratica non è seguita quanto la teoria e leggendo i libri si puo' imparare a parlare con terminologia cinofila, ma poi sul terreno davanti al cane in movimento, si comprende benissimo se l'interlocutore sa di cosa sta parlando o meno, e questo non vale, purtroppo solo per i principianti.
            L'efficacia è un discorso diverso che prevede anche da parte del cane un tirocinio di esperienze, una cosa è cacciare le starne ed un'altra i fagiani , cambia il terreno, la vegetazione, l'approccio, personalmente sono convinto che il cane da prove (parlo di quello valido naturalmente) abbia tutti i numeri per distinguersi anche a caccia, ma
            anche lui ha bisogno del necessario tirocinio.
            Ma a parte i cani, la maggior parte dei cacciatori sono ancora tali ?????
            lucio

            Commenta

            • Massimo
              ⭐⭐⭐
              • Jul 2006
              • 2622
              • Roma, Roma, Lazio.
              • Pointer/Mora/Gina

              #111
              Caro sig.Sino le sue considerazioni e classificazioni sui i cinofili di ieri e di oggi lasciano il tempo che trovano ed il discorso che arrivati a 40 anni si abbia competenza di almeno 25 anni è tutta da dimostrare,non credo che un adolescente di 15 od il ragazzetto di 25 possa accumulare esperienze tali da ritenersi arrivato a 40 anni,tra l'altro qui nel forum ci sono diversi fabulatori che di anni ne hanno 30 e parlano di esperienze ventennali....sarà!!!!!
              Arrivato a 57 anni ancora i cani riescono ad insegnarmi ed a meravigliarmi altro che esperienze ventennali.
              Massimo C.

              Commenta

              • Paolo Cioli

                #112
                Originariamente inviato da Sino
                Quoto il post iniziale per cercare di rimanere in tema.

                Nel contempo sono aumentati a dismisura i simpatizzanti cinofili che ostentano il loro ingresso in questo mondo. Inquinandolo!
                Se tutto ciò non bastasse, nell'ultimo decennio è spuntata una nuova categoria: i cybercinofili, ovvero quelli che provano a darla da bere tramite il web.

                Così sono aumentati i numeri, si può chiamare miglioramento?
                Sottoscrivo! Anche se io stesso potrei essere un cybercinofilo.

                Commenta

                • giovannirusso

                  #113
                  Signori, tra quello che frequentemente mi capita di vedere esiste la seguente realtà:
                  l'amico cacciatore-cinofilo acquista una cucciola. La cucciola cresce e al primo, massimo al secondo calore è già incinta. Nascono i cuccioli. A due mesi sono dei fenomeni, a quattro ci sono i fenomeni e quelli da scartare, a sei ne resta solo uno a dieci mesi spariti tutti. Per arrivare a questo punto abbiamo comprato e tirato su una cucciola, pagato una monta, pagato i vaccini, i vermifughi ed i microchips, il modello A ed il Mod. B, il miglior mangime in commercio per tirarli su, abbiamo pagato un progesterone, un'ecografia, una visita veterinaria. Ed alla fine cosa ci è restato? Nulla o nulla di quello in cui speravamo. Ma intanto è andata in calore l'altra canina e via, tutto daccapo. Questo per anni e anni. Senza mai arrivare a niente di concreto. E non perchè non si sia riusciti a far saltar fuori niente di buono, ma qualche volta solo perchè con un occhio si guardava a quelli che a sei mesi sembravano tutti scarti e con l'altro al nuovo progetto per un nuovo accoppiamento. E vai, spese su spese. Ho amici che vivono la loro cinofilia così, da anni, persone carissime ed appassionate, ma che il loro "badget cinofilo" lo spendono così. Senza ovviamente disdegnare di aggravare le spese con l'acquisto di un cucciolo ora da questo ed ora da quell'altro allevatore, a seconda di chi abbia organizzato la pagina publicitaria più accattivante sull'ultimo numero della rivista. A conti fatti, oltre al tempo ed all'impegno, i costi delle operazioni di cui sopra sono certo di gran lunga superiori a quelli sostenuti da un'altra fetta di miei amici cinofili, quelli che hanno preso un cucciolo di buona genealogia, lo hanno tirato su come un figlio, lo hanno messo fuori facendolo crescere nel migliore dei modi, utilizzando la poca selvaggina buona solo per lui, e che riescono anche a presentarlo davanti ad un giudice in prove specialistiche, magari chiedendo qualche consiglio per correggerlo al frullo. Spendono poco e si divertono, non disdegnando di fare, una o due volte all'anno, un paio di salti in giro per l'Italia dove assemblano un paio di cenette con gli amici ( magari conosciuti attraverso un Forum), al piacere di veder correre i campioni di categorie più... costose. Felici e contenti. Molto più felici e contenti di quelli appartenenti alla prima fascia che ho descritto, i quali, ripeto, pur essendo persone di indole eccezionale, vivono nell'insoddisfazione e qualche volta in un pò di malcelata invidia. Sopratutto se, come qualche volta è accaduto, uno dei loro famosi scarti si rivela, in mano al "capace risparmino", un vero asso. Questo capita di vedere a me. E siccome tutto il mondo è paese...
                  Volevo concludere dicendo che, non sempre la cinofilia ha costi insostenibili. Mantenere due o tre cani, goderseli a caccia e presentarseli, perchè no, in qualche prova specialistica intorno a casa, non mi risulta richieda impegni...dissanguanti, ma forse solo un pò di ....capacità. Diversa da quella dell'uso di una tastiera. Oppure no?
                  Ultima modifica Ospite; 27-06-12, 12:25.

                  Commenta

                  • natella

                    #114
                    secondo me oggi il mondo cinofilo si divide tra sognatori di ieri e di oggi,di ieri quelli che hanno avuto la fortuna di vivere gli anni d'oro sia della caccia che della cinofilia,uccelli selvatici-starne,terreni ideali per una agricoltura agli albori,di oggi di chi ancora si arrampica sugli specchi col pensiero e l'illusione del tempo che fu',ma ci rendiamo conto che le prove si fanno su uccelli di allevamento messi in terreno poco minuti prima?la caccia oggi e' bulgaria-iugoslavia-romania? ma qui in italia cosa ci volete?e se la caccia e' lo specchio di tutto,in italia e' finito da tempo.
                    natella.

                    Commenta

                    • Paolo Cioli

                      #115
                      Originariamente inviato da Lucio Marzano
                      La cinofilia del domani, ecco un argomento che dovrebbe interessare tutti, ma soprattutto l'ente cinofilo nazionale (e omologhi internazionali).
                      Le premesse, sono quanto di peggio si possa concepire : una crisi economica devastante i cui ulteriori sviluppi non appaiono positivi, una drastica flessione dei numero dei cacciatori dovuta principalmente all'immagine pessima che ne fanno i media ma anche alla quasi scomparsa del patrimonio faunistico, ed una ancora piu' drastica flessione degli utilizzatori del cane da ferma, che sono il polmone della cinofilia che ci interessa.
                      Evidentemente non è contando sui pochi "paperoni" che si puo' costruire il futuro,
                      ma , a mio modestissimo parere, modificando i regolamenti delle prove facendo in modo che si valutino i cani piu' per le doti naturali che per quelle addestrative imposte, altrimenti la cinofilia sarà solo quella dei furgoni e dei dresseurs, i quali ultimi hanno tutto il mio rispetto, ma anche loro si trovano a fare i conti con le ristrettezze economiche e con la crisi della caccia.
                      L'utilizzo delle ZRC e dei parchi per le prove , già in atto ma troppo limitatamente,
                      porterebbe a poter disporre della tanto agognata selvaggina vera, anche se la mitica starna sembra di difficilissima reintroduzione, malgrado i numerosi e dispendiosi tentativi.
                      Le prove a selvaggina nel nostro Paese non vanno aumentate(sono già troppe) vanno vanno riqualificate!
                      Perchè se ci sarà un approdo per la cinofilia del prossimo futuro, esso si chiamerà : prove ufficiali di caccia a tutta la selvaggina, e in misura inferiore ( per ragioni contingenti) : prove specialistiche!
                      Tu dici :"ma le starne in Italia non ci sono , i tentativi di reintrodurle sono falliti ...".
                      Sono a conoscenza delle tue esperienze in materie e anche di quelle di altri amici e mie personali, ma continuo a pensare che non abbiamo fatto abbastanza, che ci siamo arresi troppo presto a chi premeva, con il pretesto delle starne buone, perchè si "corrersse " su terreni esotici, sempre più lontani,
                      dove purtroppo le starne non sempre erano buone, nè le ragioni di una tale scelta erano così nobili e tecniche.
                      Poi i fagiani! Ti rendi conto che perfino nella Toscana fagianaia, nel Lodigiano dove vent'anni fa "facevano apugni" , sono diventati scarsi; in Umbria e Marche, dopo l'introduzione degli ATC, come specie autoriproducentesi, si pò considerare, addirittura una specie in via d'estinzione!
                      L'idea di "ginger" , poi, di rivedere i regolamenti delle prove a beccacce onde privilegiare le qualità venatorie naturali , depenalizzando gli errori di dressaggio e di impostazione metodica, non mi pare del tutto infondata.Al Sud e nelle Isole , potrebbe assorbire una buona parte dei cinofili, esodati dalla cinofilia ufficiale.
                      Mi pare che sei daccordo anche Tu!
                      Per me, l'ENCI fa bene a investire risorse per creare palestre cinofile all'interno dei nostri Confini:. E'un contributo importante, dovuto ad un'gricoltura e a un ambiente sempre più basati sul mantenimento paessaggistico, sulle produzioni biologiche e sul turismo country a medio e basso costo.
                      Paolo Cioli
                      Ultima modifica Ospite; 27-06-12, 14:23.

                      Commenta

                      • giovannirusso

                        #116
                        Scusate ragazzi, ma chissà perchè mi è venuto in mente un prefisso telefonico in auge qualche anno addietro: 144...
                        E quel mio amico che ne parlava come di qualcosa che avesse toccato con le mani.
                        Veramente senza cattiveria, sperando che i moderatori ne apprezzino la profondità dell'esempio, piuttosto che lo sconcio del riferimento.

                        Commenta

                        • bretonnina
                          ⭐⭐
                          • Apr 2010
                          • 582
                          • Roma
                          • breton nina

                          #117
                          Credo che la cinofilia teorica sia scissa da quella pratica ovvero i professori spiegano bene la varie teorie di materia ma poi faticano a piantare un chiodo al muro cio' vuol significare che occorre la pratica di anni sulla cinofilia con risultati visibili per non rischiare di non crescere significativamente in questo mondo cosi complesso.Credo che ci dobbiamo affidare a persone che hanno speso la loro vita in questo settore per avere dei riferimenti certi.

                          Commenta

                          • Lucio Marzano
                            Lo zio
                            • Mar 2005
                            • 30090
                            • chiasso svizzera
                            • bracco italiano

                            #118
                            Originariamente inviato da Paolo Cioli
                            Le prove a selvaggina nel nostro Paese non vanno aumentate, che sono già troppe: vanno vanno riqualificate!
                            Perchè se ci sarà un approdo per la cinofilia del prossimo futuro, l'approdo si chiamerà prove ufficiali di caccia a tutta la selvaggina, e in misura inferiore ( per ragioni contingenti) : Prove specialistiche!
                            daccordo sulla riqualificazione e sulla valorizzazioe delle prove su terreni e selvaggina VERAMENTE valida

                            Tu dici :"ma le starne in Italia non ci sono , i tentativi di reintrodurli sono falliti ...".
                            Sono a conoscienza delle tue esperienze in materie e anche di quelle di altri amici e mie personali, ma continuo a pensare che non abbiamo fatto abbastanza, che ci siamo arresi troppo presto a chi premeva perchè si "corrersse " su terreni esotici, sempre più lontani, con il pretesto che lì le starne sono veraci e numerose ( non sempre: sia l'una che l'altra). Spesso i loro motivi non erano così nobili, così tecnici, come avrebbero voluto dimostrarci.
                            20 anni di tentativi ti sembrano pochi ?? il fatto è che , a mio modestissimo avviso, nelle nostre zone collinari/montagnose non si potrà mai raggiungere la densità che si riscontra in terreni piani a coltivazione
                            diciamo semiprimitiva, d'altra parte mi ricordo che anche quando ancora le starne c'erano , la loro densità era scarsa ed ogni brigata occupava un areale vastissimo. Cio' che ne rendeva la caccia stupenda e qualificava tecnicamente in modo validissimo la fase di reperimento, che certamente non puo' essere nemmeno lontanamente paragonata a quanto avviene all'estero, dove si fanno incontri ,mediamente ogni 15/20 minuti.

                            Poi i fagiani! Ti rendi conto che perfino nella Toscana fagianaia, nel Lodigiano dove vent'anni fa facevano a *****tti, sono diventati scarsi; in Umbria e Marche, dopo l'introduzione degli ATC, in via d'estinzione!
                            la facilità di reperimento di animali di allevamento, ha quasi distrutto il patrimonio esistente e , purtroppo, i fagiani allevati, anche se risparmiati , hanno grosse difficoltà a covare, avendone perso l'istinto, spesso le galline non depongono in nidi preparti (cuvette) o le uova hanno dei gusci troppo sottili, anche qui bisogna ricominciare con santa pazienza e dopo qualche anno (ne ho la prova) si ricominciano a vedere le belle nidiate.
                            Certo è indispensabile la lotta ai nocivi , specie i corvidi e vanno contenuti i cinghiali.

                            L'idea di ginger, di rivedere i regolamenti delle prove a beccacce per priviligiere le qualità venatorie naturali , depenalizzando gli errori di dressaggio e di impostazione metodica, no la trovo affatto pellegrina. Specie al Sud e nelle Isole potrebbe assorbire una buona parte di cinofili, esodati dalla cinofilia ufficiale.
                            Mi pare che sei daccordo anche Tu!
                            piu' che daccordo ed estenderei il concetto a tutte le prove eliminando
                            soprattutto il "fermo al frullo" che è la cosa che impedisce a moltissimi appassionati di presentare i loro cani.

                            Per cui l'ENCI fa bene a investire risorse per creare palestre cinofile all'interno dei nostri confini: è un contributo dovuto, importante, anche per l'agricoltura e l'ambiente, oggi improntati al biologico e al turismo country, a medio e basso costo.
                            Paolo Cioli
                            l'allenamento dei cani, le prove , possono essere fonte di guadagno per le zone meno favorite dal turismo tradizionale, quindi non posso che auspicare una politica volta a creare ed a valorizzare queste palestre.
                            lucio

                            Commenta

                            • mencio ottavio
                              ⭐⭐
                              • Dec 2008
                              • 766
                              • grotte di castro, Viterbo, Lazio.
                              • allevo spinoni e bracchi italiani con l'affisso DEL BUONVENTO.

                              #119
                              caro Paolo (Cioli) ieri ho pranzato con Mirco a Lajatico.Il seme per "il domani " è già germogliato.
                              A proposito mi sono alzato presto per portare un soggetto ad un professionista ho parlato per diverse ore di cani ,abbiamo fatto un paio di sganci e visto che dovevo rientrare "verso Roma" ho riportato in dietro un soggetto da restituire al proprietario.
                              Mi chiedo, ho fatto cinofilia?

                              Commenta

                              • dobro
                                ⭐⭐
                                • May 2009
                                • 969
                                • provincia cremona
                                • setter inglesi

                                #120
                                anche oggi ho perso una mezzoretta di lavoro (premetto che non lavoro alle dipendenze) per andare a leggermi tutti i messaggi postati dai vari Lucio,dott Cioli,Giovanni Russo,e Sino (almeno come si fa chiamare adesso).
                                mi sembra di conoscerli da sempre.
                                la cinofilia di oggi e' anche questa. telefono ad un "cacciatorello " che conosco superficialmente perche' sono venuto a sapere che ha un figlio del campione X
                                e gli chiedo di poterlo vedere per eventuale valutazione per prossima monta.mi chiede se la setter fa di cognome X o Y o Z perche' altrimenti non si potra' far niente,mi dice anche che lui va a caccia di beccacce (scopro poi che ci e' andato una volta sola invitato da chi gli ha ceduto il cane,distanza trecento km da casa sua).
                                evito di dirvi quello che ho saputo dopo sul cane in questione.
                                ciao enrico
                                p.s. dimenticavo ho saputo che sul suo profilo facebook sta scritto CINOFILO

                                Commenta

                                Argomenti correlati

                                Comprimi

                                Attendere..