Ma le nostre proposte chi le ascolta?
Ma i tesserini chi li guarda?
Se date un occhiata ai miei tesserini venatori dal 93 al 2002 vi rendereste conto che la stanziale non mancava,si facevano dai 60-70 capi a stagione e non credete che mancassero gli sparatori o i "cicciai",la selvaggina abbondava per il semplice fatto che avevamo zone di rispetto che funzionavano e se andavi là per funghi o altro ad ogni passo involavi qualcosa o mettevi in fuga una lepre o altro,ma ecco i signori dell'atc che pensano bene di ridurre i confini estromettendo dal divieto tutti i seminati,riperimetrano il confine perchè quell'amico vuole avere il capanno ai colombacci,liberano completamente un divieto dove qualcuno con i soldi racimolati con varie iniziative era riuscito a creare voliere a cielo aperto,permettono ad un proprietario di costruire recinti per i cinghiali e non obbligano i vari addetti alla vigilanza di vigilare in quelle zone,anzi vengono autorizzati fondi chiusi e tolti gli articoli di protezione in modo che i prorpietari possono decimare la selvaggina a loro piacimento senza alcun controllo non danno la possibilità di fare un ***** niente se non quello che vogliono loro....Facile dire il cacciatore è il distruttore e mandare gli addetti alla vigilanza a controllare colui che cerca di sparare ad un tordo 5 minuti dopo l'orario sbattendosi i coglioni del resto oppure predicare che il cacciatore è gestore,ma fare tutto il contrario per farsi che gestisca.
Se fossimo gestori avremmo anche diritto ad eleggere i nostri rappresentanti negli organi degli atc,ma proprio questo non mi risulta,anzi mi risulta che siano eletti in base alla maggioranza politica
Enrico ha colto il problema se si vuole la stanziale una soluzione è quella da lui proposta,ma alquanto inattuabile credo.
Il cacciatore se cacciatrore è l'unico in grado di cogliere ogni minimo cambiamento nell'ambiente,l'unico in grado di censire anche da una traccia lasciata sul terreno,l'unico conoscitore del territorio e degli habitat più favorevoli allo sviluppo di certe iniziative,ma no ci sono tecnici(politicamente allineati o amici di tizio e parenti di caio che devono avere il loro posticino) e sono loro che devono occuparsi di tutto,ma con i soldi dei cacciatori....Per non parlare di dove vanno a finire il resto dei soldi che versiamo per esercitare la caccia,dall'associazione ambientalista al resto e poi cosa si vorrebbe?
Se ci fosse veramente l'interesse da parte del legislatore e non solo che non mancasse la selvaggina e se si ritiene veramente che colui che abbatte un selvatico in piu è lui il motivo di distruzione,perchè non lo si obbliga oltre che a pagare la sanzione prevista a rifondere il danno arrecato con la reintroduzione di 10 volte la quantità abbattuta al di fuori del limite....
Signori il fucile non è la causa della scomparsa della selvaggina,questa va ricercata nell'ambiente,da come viene gestito e da in che modo se ne fruisce(riferito ad agricoltori in particolare),il fucile è solo una concausa e se non si capisce questo possiamo limitare,privatizzare,studiare soluzioni che restringono e riducono ai minimi termini la caccia,ma la selvaggina non ci sarà più ugualmente.
L'ambiente si modifica,non siamo in grado di renderlo idoneo ad un determinato selvatico,cambiamo selvatico,inutile sprecare soldi e risorse rimpiangendo i ricordi,triste a dirsi,ma la realtà è questa ed allora se oggi l'agricoltura intensiva,l'abbandono dei terreni collinari ha distrutto gli habitat per fagiani e starne proviamo a lanciare le lepri,sicuramente si adatteranno meglio,inutile vivere di rimpianti per ciò che non possiamo cambiare e volersi limitare come dice qualcuno dal giorno tale al giorno tale per avere la magra soddisfazione di incarnierare o di incontrare un selvatico due tre giorni l'anno.Mi rammarico se questi fosse un cinofilo,perchè sa bene che un cane per essere tale e soddisfare deve vedere moltissimi animali.
Commenta