Sul punto ideale dove colpire, blatt, spalla, cassa, etc
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Ars venandi est collectio documentorum, quibus scient homines ad opus suum deprehendere animalia non domestica cuiuscumque generis vi vel ingenio. (Fridericus II Imperator 1194-1250)Commenta
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Voglio aggiungere una cosa soltanto a questa discussione che mi sembra ormai una circolazione rotatoria in una piazza che non ha strade che ne fuoriescano:
Una pallottola di calibro adeguato nel "blatt" (noi la chiamiamo "boiler room," la "caldaia," cioe' la zona cuore/polmoni dietro la spalla) di sicuro uccide. Ma anche una palla nello stomaco o nelle budella uccide. Il nocciolo della questione non e' "uccidere," ma abbattere. A seconda della preda e dell'ambiente in cui si caccia, uno si puo' permettere di sparare al blatt se la preda non e' dura a morire e l'ambiente e' pulito. Nel Montana, ai cervi-mulo, cervi di prateria, di zone aperte con vegetazione rada, io tiravo sempre al cuore. Se dopo l'impatto correvano anche 50 metri, era facilissimo trovarli e recuperarli. Da quando mi trasferii in Alaska e poi nell'Alabama, quei 50 metri divennero, in termini di ritrovamento e recupero, anche 300 metri, pur se non in forma lineare, ma di difficolta' o persino impossibilita' di trovare e/o recuperare un animale ucciso. Da allora tiro non nella spalla, ma alla punta della scapola, e piuttosto in alto. Ed uso un calibro grosso e potente, con una palla che si espande bene (.338 WM e Nosler Partition da 250 grani, una palla costruita per animali ben piu' grossi come alci, orsi grizzly e bruni, tassonomicamente piu' o meno la stessa cosa, e duri a morire). Il tiro alla punta della scapola (come ho gia' detto ripetutamente) non rovina troppa carne, ed ha l'effetto di paralizzare immediatamente l'animale. I gangli nervosi in quella zona, come ho mostrato tempo fa con un video, governano l'intero corpo. L'animale appare fulminato, ma puo' essere ancora vivo, sebbene morente, finche' shoock ed emorragia non "spengono la luce" del tutto. A differenza del tiro fra orecchio ed occhio, che richiede precisione chirurgica su un bersaglio che tende a muoversi frequentemente ed anche parecchio, il tiro alla punta della scapola offre un buon margine. Una differenza di tre o quattro pollici in qualsiasi direzione dal punto ottimale non vuol dire niente.
Se ci sono spinai, precipizi, o recinti e/o confini oltre i quali non ci e' concesso entrare, o qualsiasi altra cosa che renderebbe ritrovamento e/o recupero difficili o impossibili, il tiro che paralizza immediatamente e' non soltanto un'alternativa, ma una necessita' impellente. Ho ucciso cervi con una .30-'06 e colpi al cuore che all'impatto son partiti a razzo e hanno percorso anche 50-60 metri. Addirittura una volta una fetentissima palla Sierra BTSP da 165 grani fece esplodere la parte inferiore del petto, lasciando un cratere dal quale il cuore cadde al suolo, nettamente staccato al livello delle aorte, e la cerva di Sitka Blacktail (una specie non molto grossa e non dura a morire), scappo' altri cinquanta metri dopo che il cuore era caduto al suolo. Una grossa cerva-mulo nel Montana, colpita al cuore da non piu' di 25 metri mentre pascolava tranquilla (niente adrenalina in circolo) cadde, ma si rialzo' immediatamente e comincio' a trotterellare via come se niente fosse. Dopo un secondo colpo al collo che la fermo', la sventrai e trovai che il cuore, colpito in pieno, si era srotolato e sembrava un pezzo di carnaccia lungo 8 pollici e largo tre. Ed i polmoni erano marmellata. Credo che i cinghiali, specialmente i verri, dotati dello "scudo" quasi cartilageneo (no, Sly, non e' grasso, ma un tessuto molto piu' duro) che ne protegge la "caldaia" dalle zannate dei rivali, se cacciati in selezione con colpi studiati, o li si colpisce nel cervello, per fermarli e non dover poi strisciare in uno spineto per trovarli, speriamo morti--a meno che non siano ancora vivi e siano loro a trovare chi li ha feriti--o si devono colpire con un calibro adeguato (lasciamo perdere il .223, per questo lavoro) dove quel ganglio di nervi che comandano l'intero corpo e' nascosto sotto cotenna e muscolo. Il colpo alla punta della scapola e' un colpo che assicura la paralisi immediata e la morte che la segue a ruota. Poi ognuno faccia cio' che vuole, pur sempre ricordandosi che nella peggiore delle ipotesi questo tipo di tiro puo' rovinare un kg di carne, ma che e' sempre meglio che perdere l'intera bestia senza ritrovarla, o trovarla in un inferno scosceso e coperto da rovi, o trovarla ancora viva e non troppo di buon umore.Chi se fa' pecora, la lupa arabbiata se lo magna!Commenta
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Giovanni, meno male che volevi aggiungere solo una cosa. Ognuno fa ciò che sa fare. Per il tiro alla punta della scapola bisogna mirare leggermente sotto il garrese, alla lunga distanza non è un tiro facile. Il 223 entro certi parametri ha un potere d'arresto e lesivo pari a qualsiasi calibro. E' ovvio che molto dipende dalla tecnica d'impiego, il 223 impiegato nel modo giusto ha solo pregi. Il mio giudizio è riferito a quel particolare modo di utilizzare il piccolo calibro. Certamente il punto ideale per tirare al cinghiale col 223 non è il blatt. Giovanni, a scanso di equivoci, il 223 lo hai tirato in ballo tu.Commenta
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Nessuno ha mai affermato che il tiro dietro la spalla non uccide.... anzi!
Purtroppo chi non vuol capire viaggia sui binari.... si ricordi pero' che ci sono anche le stazioni dove ogni tanto bisogna fermarsi a riflettere.Dove mangia la fucilata mangia il cacciatore
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Uccide, uccide, ma non sempre (anzi quasi mai) fa crollare l'animale sul posto come se gli avessero strappato il mondo da sotto gli zoccoli. Devo ripetere, anche se repetita juvant: in posti dove il recupero puo' essere difficile, impossibile, o persino pericoloso, conviene fare in modo che l'animale venga paralizzato istantaneamente. Altrove puoi sparare nel blatt quanto ti pare.Chi se fa' pecora, la lupa arabbiata se lo magna!Commenta
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Sono d'accordo che il .223 nel blatt di un cinghiale non e' cosa buona, e che a poca distanza e se tiri dove tiri tu (e se cogli dove miri) anche una .22 L.R.il cinghiale lo fara' crollare sul posto.Giovanni, meno male che volevi aggiungere solo una cosa. Ognuno fa ciò che sa fare. Per il tiro alla punta della scapola bisogna mirare leggermente sotto il garrese, alla lunga distanza non è un tiro facile. Il 223 entro certi parametri ha un potere d'arresto e lesivo pari a qualsiasi calibro. E' ovvio che molto dipende dalla tecnica d'impiego, il 223 impiegato nel modo giusto ha solo pregi. Il mio giudizio è riferito a quel particolare modo di utilizzare il piccolo calibro. Certamente il punto ideale per tirare al cinghiale col 223 non è il blatt. Giovanni, a scanso di equivoci, il 223 lo hai tirato in ballo tu.
Pero' il .223 e' cosi' pieno di pregi e cosi' dotato di potere d'arresto e lesivo pari a qualsiasi altro calibro, che da noi e' vietato in diversi stati per la caccia al cervo... E giustamente! Per il capriolo lo userei anch'io. Per altri animali piu' grossi e "duri" assolutamente no.
Chiudo qui questa discussione, per quanto riguarda me. Ho detto tutto cio' che avevo da dire, e anche piu' di una volta. Che ognuno usi il calibro che preferisce, e miri alla parte dell'animale che preferisce colpire.Chi se fa' pecora, la lupa arabbiata se lo magna!👍 1Commenta
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Sono d'accordo che il .223 nel blatt di un cinghiale non e' cosa buona, e che a poca distanza e se tiri dove tiri tu (e se cogli dove miri) anche una .22 L.R.il cinghiale lo fara' crollare sul posto.
Pero' il .223 e' cosi' pieno di pregi e cosi' dotato di potere d'arresto e lesivo pari a qualsiasi altro calibro, che da noi e' vietato in diversi stati per la caccia al cervo... E giustamente! Per il capriolo lo userei anch'io. Per altri animali piu' grossi e "duri" assolutamente no.
Chiudo qui questa discussione, per quanto riguarda me. Ho detto tutto cio' che avevo da dire, e anche piu' di una volta. Che ognuno usi il calibro che preferisce, e miri alla parte dell'animale che preferisce colpire.
Nella mia regione sia la caccia che la selezione ai suidi necessitano tassativamente di calibri dal 7mm in sù.
Penso anche le altre, in realtà.«Contro di te sarei preda o predatore?»Commenta
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[quote]Se non riuscissi a colpire a 30/35 m. dove miro, non avrei nessun motivo di continuare ad utilizzare il 223, avrei motivo di dedicarmi a un altro tipo di caccia.
Non hai letto tutto quello che ho scritto. Il 223 se venisse utilizzato in modo improprio avrà tutti i difetti di questo mondo nessun pregio.Pero' il .223 e' cosi' pieno di pregi e cosi' dotato di potere d'arresto e lesivo pari a qualsiasi altro calibro, che da noi e' vietato in diversi stati per la caccia al cervo... E giustamente!Io per il capriolo oltre una determinata distanza utilizzo il 7 rm mag. Sotto una determinata distanza utilizzo il 223. Quest'anno la zona dove ho cacciato il capriolo mi ha suggerito di utilizzare il 7Per il capriolo lo userei anch'io.Sono d'accordo, il punto ideale per far crollare il capriolo sulle zampe con il 223 è il collo.Per altri animali piu' grossi e "duri" assolutamente no.
"Dove c'è gusto non c'è perdenza" Nella nostra attuale situazione oltre alla sostanza e al rispetto della legge, ci vuole anche la forma.Chiudo qui questa discussione, per quanto riguarda me. Ho detto tutto cio' che avevo da dire, e anche piu' di una volta. Che ognuno usi il calibro che preferisce, e miri alla parte dell'animale che preferisce colpire.Commenta
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Ogni ATC fa storia a sé: da noi per la selezione (solo cinghiale, non ci sono altre specie) sono ammessi i calibri tra i 5,6 e gli 8 mm, in battuta si possono usare anche quelli più grossi. Usando l'8x68 sto al limite superiore dei calibri ammessi, tutto sommato non distante dall .338 Win. Mag. usato da Er Mericano, per le altre situazioni 9,3 e .375 H&H, mai avuto fastidi per il rinculo o danni alla spoglia.Commenta
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La limitazione sul massimo ?? Che menti....Ogni ATC fa storia a sé: da noi per la selezione (solo cinghiale, non ci sono altre specie) sono ammessi i calibri tra i 5,6 e gli 8 mm, in battuta si possono usare anche quelli più grossi. Usando l'8x68 sto al limite superiore dei calibri ammessi, tutto sommato non distante dall .338 Win. Mag. usato da Er Mericano, per le altre situazioni 9,3 e .375 H&H, mai avuto fastidi per il rinculo o danni alla spoglia.Commenta
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infatti i dubbi sono per chi cita 223 e 243, e forse anche il 270.Ogni ATC fa storia a sé: da noi per la selezione (solo cinghiale, non ci sono altre specie) sono ammessi i calibri tra i 5,6 e gli 8 mm, in battuta si possono usare anche quelli più grossi. Usando l'8x68 sto al limite superiore dei calibri ammessi, tutto sommato non distante dall .338 Win. Mag. usato da Er Mericano, per le altre situazioni 9,3 e .375 H&H, mai avuto fastidi per il rinculo o danni alla spoglia.
Se 7mm+, no problem (credo i calibri ammessi li decida la Regione)«Contro di te sarei preda o predatore?»Commenta
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Non credo di aver letto il tuo pensiero in proposito (specialmente i fine settimana, mi "scappano" diversi commenti).
Sei anche tu della scuola "sempre e comunque sulla spalla piena" ? oppure sei della scuola "se usi calibri e palle giuste potrà forse servire una volta su mille" ?
Giusto per capire se è una landa da asfaltare o se si scorgono ancora bagliori di ragionevolezza



---------- Messaggio inserito alle 05:39 PM ---------- il messaggio prcedente inserito alle 05:28 PM ----------
Questa mi mancava. Fa piacere scoprire che non c'è mai limite alle scempiaggini [occhi][occhi]
Potrebbe essere un esercizio semplice. Si ipotizza una distanza "media"..... mi va bene qualsiasi valore, poniamo 150 metri.
Poi si tira un cinghiale "medio", diciamo 75 kg circa (basta andare da Teddy e, al massimo in due uscite, questa combinazione è capitata per far prove con 8 calibri diversi) a quella distanza...
- con 223r e palla quel che ti pare
- con 30-06 e pallaccia da cinghialaio
- con 30-06 e palla decente
- con 9,3x62 e palla quel che ti pare
Poi si guarda quanta strada ha fatto e perché, si apre e si verifica il danno della palla.
La quarta vince su entrambi gli aspetti (ci sono forse delle geco che mi hanno detto essere distruttive, va bene tutto evitando magari le più morbide). Sulle altre... dipende da tante cose. Se la palla penetra bene (se Drool]), il 223 ha velocità per fermare anche meglio di un 30-06 e pallaccia ma ci mette un attimo a fare un troiaio.
Il secondo peggior danno di sempre che ho visto su animale, una 222r soft point di non so che tipo su capriolo.... forse salvato parte dei prosciutti.
Prima li provi, poi valuti il "capitale umano" a tua disposizione.... ed a quel punto, se proprio devi, regolamenti Drool]Commenta
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